2004 n.2 La Pianura - Camera di Commercio di Ferrara
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FERRARA IN MUSICA 67<br />
quello, bellissimo, ancora oggi conservato<br />
presso il monastero <strong>di</strong> S. Antonio in<br />
Polesine, <strong>di</strong>nanzi alla tomba della beata<br />
Beatrice II d’Este) e, stimolato dal colto<br />
padre, si de<strong>di</strong>cò altresì alla critica d’arte.<br />
Tra il 1840 e il 1843 pubblicò così saggetti<br />
sugli affreschi appena riscoperti a palazzo<br />
Schifanoia, sulle nuove decorazioni in<br />
Castello (realizzate da Saraceni e<br />
Tamarozzi), sulle opere papirografiche eseguite<br />
da Ercole Livizzani, avvocato e governatore<br />
<strong>di</strong> Copparo.<br />
Nel 1845 quin<strong>di</strong> scrisse l’introduzione ad<br />
una raccolta <strong>di</strong> testi del padre: un <strong>di</strong>scorso,<br />
rivolto “agli alunni <strong>di</strong> Belle Arti”, in cui esalta<br />
il Garofalo, le teste modellate nello stu<strong>di</strong>o<br />
dello scultore contemporaneo Francesco<br />
Vidoni, i figuristi, “che non dover mai eglino<br />
intralasciare <strong>di</strong> esercitarsi ne’contorni”, poiché<br />
l’occhio deve essere educato alle proporzioni,<br />
mentre non si deve “cuoprire l’in<strong>di</strong>etro<br />
<strong>di</strong> un quadro d’una densa nebbia”,<br />
come facevano alcuni stravaganti artisti del<br />
tempo (9).<br />
L’impegno “pedagogico” e critico s’accompagnava<br />
ad una intensa attività <strong>di</strong> ritrattista,<br />
rivolta, come già rilevato, soprattutto alla<br />
descrizione dei personaggi del mondo teatrale<br />
legato a <strong>Ferrara</strong>.<br />
Si trattava d’un atteggiamento spesso “mondano”:<br />
la presenza <strong>di</strong> musicisti allora celebri<br />
in transito per il “Comunale” <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong> stimolava<br />
i poeti locali a stendere componimenti<br />
d’occasione, quali sonetti celebrativi,<br />
e agli artisti <strong>di</strong> eseguire velocemente ritratti<br />
grafici poi destinati all’incisione, da vendere<br />
durante gli spettacoli e i recitals degli artisti<br />
(le cosiddette “beneficiate”).<br />
Oltre a Bozoli, si de<strong>di</strong>carono a questo tipo <strong>di</strong><br />
particolari realizzazioni Guido Slataper,<br />
Gaetano e Girolamo Domenichini, i quali<br />
eseguirono ritratti poi stampati dalle litografie<br />
Zannoli o Guitti.<br />
Le opere del nostro poliedrico personaggio<br />
risultano però tra le più belle della serie per<br />
la grande finezza introspettiva nel rendere il<br />
carattere del personaggio effigiato (ripreso<br />
sia borghesemente agghindato che negli<br />
“abiti <strong>di</strong> scena”), il raffinato ductus grafico,<br />
l’eleganza degli ornati <strong>di</strong> gusto “Luigi<br />
Filippo”.<br />
Basti solo pensare alla notevolissima stampa<br />
eseguita per la “Accademia Filarmonica”<br />
tenuta nel maggio 1840 dal soprano<br />
Benedetta Colleoni, dal tenore Giovan<br />
Battista Berger e dal basso Luigi Maggiorotti.<br />
Disegnata da Bozoli per la Litografia Zannoli<br />
(10), l’opera presenta i tre cantanti affiancati,<br />
che si rivolgono al pubblico osservandolo<br />
<strong>di</strong> prospetto, idealmente all’inizio<br />
del loro concerto liricovocale.<br />
Gli sguar<strong>di</strong> acutamente<br />
resi, assieme alle caratteristiche<br />
fisionomiche (i “favoriti”<br />
e i ricci dei maschi, i baffi<br />
<strong>di</strong>versamente tagliati dei due<br />
cantanti, il naso più accentuato<br />
del Verger, tenore oltretutto<br />
dalla fronte alta, i boccoli della<br />
Colleoni) s’accompagnano<br />
alla squisita resa dei loro abiti:<br />
la seta nera della cantante<br />
stretta in vita da un fiocco fa<br />
da contraltare ai bianchi sparati<br />
inamidati dei colleghi, sui<br />
quali spiccano spille <strong>di</strong> perle e<br />
oro, rese quasi in modo tattile.<br />
Il soprano è nel contempo<br />
protagonista assoluta <strong>di</strong> un’altra<br />
incisione <strong>di</strong>segnata da<br />
Bozoli per Zannoli, nei panni<br />
<strong>di</strong> Beatrice <strong>di</strong> Tenda, ossia l’eroina<br />
dell’omonimo melodramma<br />
<strong>di</strong> Vincenzo Bellini,<br />
contemporaneamente rappresentato<br />
nel teatro <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>.<br />
Scritta per Giu<strong>di</strong>tta Pasta sette anni prima,<br />
l’opera musicale del catanese recupera un<br />
corrusco clima gotico: la protagonista è la<br />
moglie <strong>di</strong> Filippo Maria Visconti, duca <strong>di</strong><br />
Milano nel primo Quattrocento, da lui fatta<br />
eliminare. <strong>La</strong> Colleoni posa per Bozoli in un<br />
costume poco filologico dal punto <strong>di</strong> vista<br />
storico, ma interessante come contaminazione<br />
<strong>di</strong> stili <strong>di</strong>versi, ben evidenziati da<br />
Bozoli nella resa dei ricami del corpetto e<br />
dei gioielli, <strong>di</strong> sapore squisitamente ottocentesco,<br />
ossia più troubadour che “pisanelliana”.<br />
Ma molti sono i ritratti “teatrali” <strong>di</strong> Bozoli rintracciabili<br />
negli albums presso la Biblioteca<br />
Comunale Ariostea, <strong>di</strong>visi fra la serie sulla<br />
storia del “Comunale” a quelli del cosiddetto<br />
“Iconografico”: notevole risulta altresì<br />
quello <strong>di</strong> Luigi Taddei, comme<strong>di</strong>ante in<br />
scena a <strong>Ferrara</strong> nel 1846, dallo sguardo acutissimo<br />
e vagamente ironico, le orecchie a<br />
punta, la fronte stempiata, un impercettibile<br />
sorriso.<br />
Gli altri effigiati mi limito ad elencarli: Amalia<br />
Schatz Eldosi, Giuseppina Leva, Domenico<br />
Donzelli, Carolina Cuzzani Costantini,<br />
Carolina Santoni, Timoteo Pasini (quest’ultimo<br />
un compositore ferrarese autore <strong>di</strong> un<br />
paio <strong>di</strong> opere, festeggiato nella primavera<br />
1850 dai “suoi amici plaudenti”).<br />
Bozoli comunque operò al <strong>di</strong> là del ristretto<br />
Benedetta Colleoni nei panni<br />
della “Beatrice <strong>di</strong> Tenda”, opera<br />
<strong>di</strong> Vincenzo Bellini rappresentata<br />
nel Teatro Comunale <strong>di</strong><br />
<strong>Ferrara</strong>. <strong>Ferrara</strong>, Biblioteca<br />
Comunale Ariostea.