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2004 n.2 La Pianura - Camera di Commercio di Ferrara

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24<br />

Un’immagine dell’Orchestra<br />

“Gino Neri”<br />

mente non andava più bene in quanto considerata<br />

dal nuovo <strong>di</strong>rettore “tutta sbagliata”.<br />

Eppure se aveva garantito un certo successo<br />

un motivo c’era. A nulla servì spiegare<br />

che le capacità erano quelle che erano,<br />

quin<strong>di</strong> per molti sarebbe stato impossibile<br />

cambiare la tecnica sia stilistica che interpretativa.<br />

Ed infatti in tutta risposta egli ab<strong>di</strong>cò dopo<br />

poco tempo, lasciando il po<strong>di</strong>o ad una persona<br />

un po’ più tollerante e <strong>di</strong>sponibile ad<br />

ogni compromesso musicale.<br />

Le partiture dell’Orchestra erano arrangiate<br />

a mano con pennino e calamaio; un copista<br />

paziente e meticoloso trascorreva<br />

parecchie ore la settimana a riscrivere più<br />

volte le singole parti ripetendo le stesse<br />

sud<strong>di</strong>visioni e battute decine <strong>di</strong> volte.<br />

Nonostante ciò, esse risultavano comunque<br />

piene <strong>di</strong> errori sia <strong>di</strong> natura armonica<br />

(ma in mi magg. non ci sono quattro <strong>di</strong>esis<br />

in chiave? E gli altri tre dove sono finiti?)<br />

che scritturale. A volte i tempi non quadravano<br />

o mancavano note… si’, il <strong>di</strong>rettore era<br />

in<strong>di</strong>spensabile e se necessario qualche<br />

volta doveva pure accennare canticchiando,<br />

durante il concerto, il giusto attacco a quel<br />

mandoloncello o mandolino <strong>di</strong> fila che si<br />

era perduto oppure…semplicemente per<br />

suggerire sottovoce le stesse figure musicali<br />

non scritte e che durante la prova d’orchestra<br />

ci si era <strong>di</strong>menticati <strong>di</strong> aggiungere…<br />

Era usanza da parte <strong>di</strong> uno strumentista,<br />

reputatosi particolarmente bravo o per virtù<br />

naturale o semplicemente perché qualcuno<br />

glielo aveva detto, lo starsene chiuso nel<br />

FERRARA IN MUSICA<br />

suo guscio durante le prove cosi’ come nei<br />

concerti quasi accovacciato su se stesso<br />

abbracciandosi sia leggio che strumento, in<br />

modo tale da non far vedere e far capire<br />

nulla ai colleghi <strong>di</strong> fila e chiunque gli stesse<br />

accanto il modo <strong>di</strong> eseguire del tutto personale<br />

<strong>di</strong> determinati passaggi sia virtuosistici,<br />

che tecnici, dal momento in cui questi<br />

aveva escogitato evidentemente una<br />

buona <strong>di</strong>teggiatura custodendosela gelosamente.<br />

Piccole manie <strong>di</strong> grandezza nel considerarsi<br />

un pizzico superiori rifiutandosi <strong>di</strong><br />

elargire quel minimo <strong>di</strong> generosità connessa<br />

con l’insegnamento e l’apertura mentale,<br />

forse retrograda e provinciale <strong>di</strong> quei<br />

tempi.<br />

Ma l’importante era suonare e <strong>di</strong>sperdere<br />

tutti i pensieri e le preoccupazioni della giornata<br />

sentendosi gratificati per la realizzazione<br />

che poteva dare un concerto soprattutto<br />

quando ci si sentiva se non proprio illustri<br />

almeno un pizzico invi<strong>di</strong>ati e famosi,<br />

con<strong>di</strong>zione impagabile a qualsiasi livello.<br />

Il resto dell’esecuzione si aggiustava nell’insieme<br />

un po’ alla volta; con tanta passione<br />

e altrettanto sforzo bene o male la musica<br />

creava sempre, anche se limitatamente alle<br />

trascrizioni, quel grande effetto sinfonico in<br />

grado <strong>di</strong> restituire con notevole sod<strong>di</strong>sfazione<br />

le sonorità <strong>di</strong> una vera e propria<br />

orchestra ad archi e fiati.<br />

L’esperienza e soprattutto il suonare più<br />

volte lo stesso repertorio per stagioni intere<br />

dava sempre un minimo <strong>di</strong> sicurezza<br />

aumentando anche la voglia <strong>di</strong> crescere artisticamente…<br />

D’altronde anche Schumann<br />

nelle sue “Regole <strong>di</strong> vita musicale” <strong>di</strong>ceva:<br />

“Non si finisce mai <strong>di</strong> imparare”…

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