2004 n.2 La Pianura - Camera di Commercio di Ferrara
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L’Abbazia <strong>di</strong> Pomposa<br />
no per quanto riguarda la Messa. Le melo<strong>di</strong>e<br />
invece <strong>di</strong> questa epoca ci sono ignote.<br />
Ne abbiamo <strong>di</strong> più recenti, sugli stessi testi,<br />
che probabilmente potrebbero essere<br />
anche uguali o simili a quelle antiche.<br />
Tuttavia su questi testi ormai fissati fiorirà la<br />
cosidetta notazione neumatica. E’ con questa<br />
notazione che si può iniziare a parlare <strong>di</strong><br />
canto gregoriano. <strong>La</strong> prima notazione risale<br />
alla metà del secolo IX, dapprima nella<br />
regione del Reno e della Senna. Fino a questo<br />
momento tutta la melo<strong>di</strong>a era affidata<br />
alla memoria dei cantori. E per imparare un<br />
simile repertorio ci volevano parecchi anni.<br />
Da qui l’importanza <strong>di</strong> Scholae che insegnassero<br />
questi canti e le tecniche per cantarli.<br />
Per aiutare la memoria <strong>di</strong> questi cantori<br />
il “notatore” cercò <strong>di</strong> fissare sui manoscritti<br />
il gesto che il movimento della mano faceva<br />
nell’insegnare il canto, servendosi dei<br />
segni d’interpunzione(punto e virgola) e<br />
degli accenti(acuto e grave) per in<strong>di</strong>care l’ascesa<br />
o la caduta della melo<strong>di</strong>a. Questi<br />
segni furono chiamati “neumi”.<br />
Ma questi segni non bastavano<br />
per in<strong>di</strong>care quanto la melo<strong>di</strong>a si<br />
doveva alzare o abbassare e neppure<br />
quale ritmo tenere. Alcune<br />
scuole <strong>di</strong>edero più importanza<br />
alla <strong>di</strong>astemazia(cioè alla <strong>di</strong>stanza<br />
tra due suoni <strong>di</strong> altezza <strong>di</strong>versa:<br />
intervallo) delle singole note (es,<br />
scuola aquitana); altre fissarono la<br />
loro attenzione sul movimento ritmico<br />
e sulla espressione (es.<br />
monasteri <strong>di</strong> S. Gallo, Einsiedeln,<br />
Reichenau), aggiungendo segni,<br />
quali t = tenete; c = celeriter,<br />
oppure usando figure mo<strong>di</strong>ficate<br />
delle note. Nella seconda metà<br />
del sec. X si usano anche righe<br />
tracciate a secco. All’inizio del<br />
sec.XI si in<strong>di</strong>cano i semitoni<br />
me<strong>di</strong>ante linee colorate (rosso<br />
per il FA, giallo per il DO) e lettere-chiave:<br />
C = DO, F = FA. Infine,<br />
la seconda metà del sec.XI vide<br />
apparire in tutto l’occidente una<br />
più perfetta <strong>di</strong>astemazia e il tetragramma(rigo<br />
a quattro linee) ottenuto<br />
me<strong>di</strong>ante l’aggiunta <strong>di</strong> due<br />
linee nere alle due colorate; è l’epoca<br />
in cui per la prima volta il<br />
cantore può leggere la musica e<br />
impararla senza il magister. E’ in<br />
questo periodo che il celebre<br />
monaco pomposiano Guido<br />
d’Arezzo, coor<strong>di</strong>na e <strong>di</strong>vulga in<br />
una sintesi felice i tentativi compiuti<br />
in varie parti col suo sistema<br />
<strong>di</strong> notazione nel Prologus in<br />
Antiphonarium. A lui va invece<br />
FERRARA IN MUSICA<br />
attribuita l’altra importante innovazione che<br />
si legge nell’ Epistola ad Michaelem de ignoto<br />
cantu: un espe<strong>di</strong>ente mnemotecnico per<br />
ricordare l’esatta intonazione delle note fondato<br />
su alcune sillabe della prima strofa<br />
dell’Inno in onore <strong>di</strong> S. Giovanni Battista, i<br />
cui emistichi incominciano in modo da formare<br />
una successione or<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> toni e<br />
semitoni. Ecco il testo:<br />
UT queant laxis<br />
REsonare fibris<br />
MIra gestorum<br />
FAmuli tuorum<br />
SOLve polluti<br />
LAbii reatum<br />
Sancte Iohannes<br />
Guido è pure rimasto famoso per il suo<br />
Micrologus, un trattato teorico de<strong>di</strong>cato<br />
all’arcivescovo <strong>di</strong> Arezzo Teodaldo che l’aveva<br />
accolto dopo aver lasciato Pomposa probabilmente<br />
a motivo delle sue innovazioni.<br />
Queste trattazioni teoriche sulla musica<br />
sono una peculiarità <strong>di</strong> questa epoca ed