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2004 n.2 La Pianura - Camera di Commercio di Ferrara

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FERRARA IN MUSICA 23<br />

Edoardo Farina<br />

Piccola storia dell’Orchestra a plettro “Gino Neri”<br />

Antifonario <strong>di</strong> un antico ricordo<br />

Orchestrale<br />

<strong>La</strong> prima data autunnale della ripresa<br />

della prova d’orchestra era attesa oramai<br />

da <strong>di</strong>verse settimane, soprattutto<br />

da parte degli anziani esecutori mandolinisti<br />

che già da un po’ <strong>di</strong> tempo non avevano più<br />

modo <strong>di</strong> impiegare le noiose serate estive.<br />

Eh si, l’Orchestra a Plettro “Gino Neri” <strong>di</strong><br />

<strong>Ferrara</strong> e’ sempre vissuta attraverso la passione<br />

<strong>di</strong>sinteressata <strong>di</strong> questi musicisti sin<br />

dal 1898, anno della sua fondazione, o<br />

forse sarebbe meglio in<strong>di</strong>carli come “musicomani”<br />

artefici <strong>di</strong> una carriera artistica,<br />

comunque essa sia, oramai terminata o probabilmente<br />

interrotta. D’altronde le scuole<br />

<strong>di</strong> musica, quelle serie, non erano frequentabili<br />

da parte <strong>di</strong> tutti, anche perché a parte<br />

il Regio Istituto Musicale dove non si entrava<br />

certo facilmente, bisognava cercare <strong>di</strong><br />

sbarcare il lunario durante il giorno <strong>di</strong>versamente<br />

praticando lavori più tangibili e remunerativi<br />

come il barbiere o il calzolaio. Infatti<br />

già da allora la musica non dava da vivere<br />

in modo stabile e concreto ai <strong>di</strong>screti nomi<br />

ed esecutori un minimo bravi, figuriamoci a<br />

chi <strong>di</strong> pentagramma ne sapeva ben poco<br />

conoscendolo a malapena a fronte <strong>di</strong> tanto<br />

orecchio e buona volontà! Ma il suonare<br />

comunque le opere dei gran<strong>di</strong> compositori<br />

del passato in un’epoca dove esisteva appena<br />

la ra<strong>di</strong>o, rappresentava da sempre per<br />

loro motivo <strong>di</strong> grande <strong>di</strong>vulgazione culturale;<br />

in<strong>di</strong>spensabile era possedere un minimo <strong>di</strong><br />

manualità, più uno strumento accordato alla<br />

meno peggio, magari <strong>di</strong> liuteria ferrarese,<br />

quella <strong>di</strong> Luigi Mozzani, ad esempio, non<br />

eccessivamente costoso e <strong>di</strong> buona fattura.<br />

Fondamentale era avere anche un bravo<br />

<strong>di</strong>rettore. Lui si’ che doveva conoscere la<br />

musica: “Tu suona con la mano destra a<br />

<strong>di</strong>eci centimetri dalle corde ed eviterai ogni<br />

errore senza neppure aver stu<strong>di</strong>ato!” <strong>di</strong>ceva<br />

il grande Ino Savini dalla sua Faenza degli<br />

anni ‘50 a chi era particolarmente negato.<br />

Quando e’ morto a oltre ottant’anni, tutto il<br />

mondo musicale ha commemorato quel<br />

simpatico vecchietto pieno <strong>di</strong> grinta e grande<br />

modestia. Ad<strong>di</strong>rittura con l’avvento della<br />

televisione e parlo del 1954, dal momento<br />

in cui si ebbe l’opportunità <strong>di</strong> far mandare in<br />

onda un programma de<strong>di</strong>cato all’Orchestra,<br />

si <strong>di</strong>vertì a lasciare il suo nome nelle <strong>di</strong>da-<br />

scalie <strong>di</strong> inizio e fine concerto, anagrammato<br />

in un modo tale che non ricordo e non<br />

saprei ricostruire, anche se credo fosse<br />

“John Visani”. Era quasi per non farsi riconoscere<br />

ed evitare forse delle critiche relative<br />

alla qualità artistica dell’esecuzione, pur<br />

non essendo certamente un nome noto alla<br />

stragrande maggioranza sia dei telespettatori<br />

<strong>di</strong> allora che al pubblico musicale del<br />

tempo. Fatto sta che ben pochi si resero<br />

conto dello scherzo. Certo, Ino poteva permetterselo<br />

forse perché del successo e<br />

della notorietà in fondo non gli importava<br />

nulla… per lui contava solamente la sua<br />

musica espressa al meglio. E quanto era <strong>di</strong>fficile,<br />

a volte, eseguire Ver<strong>di</strong>, Mozart per<br />

non parlare <strong>di</strong> Haendel, Beethoven e<br />

Wagner…utilizzando dei pionieri del <strong>di</strong>lettantismo.<br />

Ma la gente apprezzava non<br />

essendoci confronti, bastava pensare agli<br />

applausi inevitabili nel bel mezzo dell’esecuzione,<br />

meglio ancora se al termine <strong>di</strong> una<br />

bella cadenza d’inganno o sospesa, assai<br />

numerose ad esempio nelle frizzanti composizioni<br />

degli Ouvertures <strong>di</strong> Rossini!<br />

Manifestazioni che ovviamente provenivano<br />

da un pubblico totalmente impreparato ma<br />

con un entusiasmo davvero grande.<br />

D’altronde dopo la banda del paese cosa<br />

c’era <strong>di</strong> meglio? Toscanini? Beh, lui era già<br />

morto e sepolto da un paio d’anni, e poi se<br />

n’era andato in America molto tempo prima,<br />

forse per sfuggire al fascismo e alla guerra,<br />

lasciando il posto per un breve periodo proprio<br />

al giovane Gino Neri, (annoverato tra i<br />

primi <strong>di</strong>rettori della formazione ferrarese, da<br />

cui ne fu tratto definitivamente il nome dal<br />

precedente Circolo Mandolinistico Regina<br />

Margherita, in omaggio alla sua prematura<br />

scomparsa), in qualità <strong>di</strong> assistente concertatore<br />

alla Scala <strong>di</strong> Milano durante le<br />

proprie prove d’orchestra.<br />

Quando venne sostituito il maestro ormai<br />

anziano, nonostante le gran<strong>di</strong> aspettative ci<br />

furono da li a poco grosse incomprensioni<br />

sul modo <strong>di</strong> farsi <strong>di</strong>rigere e letteralmente<br />

eseguire determinati pezzi. Chissà perché<br />

quella Traviata suonata per oltre trent’anni<br />

sempre allo stesso modo, con grande<br />

riscontro <strong>di</strong> critica e <strong>di</strong> pubblico, improvvisa-

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