2004 n.2 La Pianura - Camera di Commercio di Ferrara
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56<br />
Mirella Golinelli<br />
Soprano<br />
1) Mafalda Favero<br />
Musica lirica a <strong>Ferrara</strong><br />
Se tanta parte ha il canto lirico nella storiografia<br />
teatrale, grande merito è dovuto<br />
all’inventore delle note musicali:<br />
Guido Monaco. Egli che nacque ad Arezzo<br />
agli albori dell’anno 1000, la datazione varia<br />
tra il 990 ed 995, fu l’ideatore <strong>di</strong> quel meccanismo<br />
perfetto, che oggi come oggi ci permette<br />
<strong>di</strong> intonare esattamente un suono.<br />
Fino ad allora, ovvero quando Guido giunse<br />
nell’abbazia <strong>di</strong> Pomposa, agli inizi del XI°<br />
secolo, la musica ed in special modo il suono<br />
emesso dalle corde vocali era”selvaggio”. Fu<br />
proprio qui, nella Bassa Padana, tra co<strong>di</strong>ci<br />
miniati, ver<strong>di</strong> campi, mare e silenzio, che il<br />
teorico, in un’ atmosfera <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione e<br />
raccoglimento, tradusse le sue “percezioni”,<br />
sull’ancora misterioso mondo musicale. Il<br />
tutto ebbe origine durante l’esecuzione da<br />
parte dei frati dell’Inno a San Giovanni<br />
Battista. Così avvenne il miracolo! Nacque la<br />
notazione neumatica (neuma=segno), creò il<br />
rigo musicale, per <strong>di</strong>stinguere l’altezza dei<br />
suoni, trasformò l’UT in DO gettando le basi<br />
della moderna armonia ed aggiunse il SI<br />
ovvero il settimo grado della scala o sensibile.<br />
Ma, purtroppo, Guido dovette ritornare in<br />
quel d’Arezzo, dove fortunatamente il<br />
Vescovo Teobaldo apprezzò il suo sapere e lo<br />
sostenne. (Ora per chi volesse saperne <strong>di</strong> più<br />
si consiglia la lettura dei due testi <strong>di</strong> Ferrari –<br />
Barassi e<strong>di</strong>ti nel 1979 e nel 1983 a<br />
Cremona). Tutto ciò è per introdurre un argomento<br />
assai caro, la LIRICA; intesa come<br />
emissione vocale e ricordo <strong>di</strong> quelli che nella<br />
nostra provincia, hanno testimoniato<br />
quest’ARTE, con l’uso appropriato e conveniente<br />
dello strumento più <strong>di</strong>fficile in assoluto<br />
da suonare….la VOCE. Divisa tra maschile<br />
e femminile, la voce è quel effetto acustico<br />
emesso dal laringe ed amplificato per mezzo<br />
del <strong>di</strong>aframma, della gabbia toracica e delle<br />
cavità della testa. Sono quin<strong>di</strong> i labbri vocali o<br />
corde ha generare il suono, che attraverso la<br />
parola è in grado <strong>di</strong> trasmetterci, soggettivamente,<br />
emozioni e batticuori <strong>di</strong> qualsiasi tipo,<br />
in un lemma: PATHOS. Abbiamo perciò logogenia<br />
e patogenia unite a formare la “sensazione<br />
sonora”. L’atto della fonazione, ovvero<br />
l’emissione della voce ha sempre affascinato<br />
sia l’esecutore che lo scienziato; perché questo<br />
organo tanto prezioso che risente del-<br />
FERRARA IN MUSICA<br />
l’ambiente circostante, delle nostre apprensioni,<br />
non è visibile. E’ l’estensione vocale che<br />
determina l’aggettivo ed il registro al quale<br />
compositori d’ogni epoca, hanno fatto riferimento<br />
per la caratterizzazione dei propri personaggi,<br />
siano essi <strong>di</strong> fantasia (TURANDOT)<br />
o veramente esistiti come CANIO, dall’opera<br />
I PAGLIACCI, protagonista del fatto <strong>di</strong> cronaca<br />
nera avvenuto a Montalto Uffugo, durante la<br />
vita del compositore stesso della partitura,<br />
Ruggero Leoncavallo (1).<br />
<strong>Ferrara</strong>, che ha dato patria ad esimi nomi del<br />
firmamento musicale e strumentale d’ogni<br />
tempo, trova proprio nell’Arte Vocale preziosissimi<br />
interpreti, ai quali, da queste pagine,<br />
vogliamo rendere omaggio per l’eternità.<br />
Pensate che pure il fagotto è stato inventato<br />
dal canonico AGRARIO dei Conti D’Albanese,<br />
qui a <strong>Ferrara</strong>, eppure ben pochi se ne ricordano……Intorno<br />
al 1250, un menestrello,<br />
certo Ferrarino de’ Trogni più conosciuto con<br />
l’epiteto <strong>di</strong> Ferrarino da <strong>Ferrara</strong> ebbe, nella<br />
nostra città i natali e, cantò l’amore per l’amata<br />
Madonna Turela, figlia de Turchi. Ma la<br />
pagina più affascinante ha inizio nel XV° secolo,<br />
quando questo piccolo stato governato<br />
dalla Signoria Estense è <strong>di</strong> esempio alle maggiori<br />
corti Italiane e Straniere. Sarà quin<strong>di</strong> da<br />
Niccolò III° (1393 – 1441) in poi, fino ad<br />
Ercole II° , passando da Leonello sostenitore<br />
dell’Accademia dei 10 Cantori, a Borso, che<br />
<strong>Ferrara</strong>, getterà le fondamenta per un futuro<br />
splendente, ricco <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni e meriti che