Quaderno di cultura popolare, Numero monografico - Comune di ...
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LE ANTICHE VARIETÀ DI MELE<br />
E DOLCI CON LE MELE<br />
<strong>di</strong> Marzia Verona<br />
La coltivazione degli alberi da frutta, il melo in primo luogo, appartiene<br />
al paesaggio tipico caratteristico del Pinerolese e delle aree collinari limitrofe.<br />
Oggi come un tempo, anche se in modo molto <strong>di</strong>verso, la <strong>di</strong>sposizione, la<br />
quantità e la forma degli alberi è un elemento <strong>di</strong> forte impatto paesaggistico.<br />
Vecchio albero <strong>di</strong> melo a Rorà, Val Pellice (foto Marzia Verona).<br />
UN PO' DI STORIA ANTICA<br />
Tra i ritrovamenti effettuati nelle palafitte neolitiche del bacino del<br />
Ticino sono numerosi i semi <strong>di</strong> melo. In Svizzera, Austria e Svezia sono state<br />
trovate anche mele già tagliate in piccoli pezzi, pronte per l’essiccazione<br />
e la conservazione. Le mele, insieme a castagne, fichi, ciliegie ed uva, sono<br />
tra i primi frutti utilizzati come fonti <strong>di</strong> nutrimento dalle comunità che<br />
abitarono la penisola italica nella preistoria. Mele essiccate sono presenti<br />
nella tomba <strong>di</strong> Ramsete III (XII sec. a.C.), questi frutti venivano coltivati nelle<br />
fertili pianure del Nilo. Autori greci (Saffo, Ippocrate, Teofrasto) descrivono<br />
la bellezza e le qualità delle mele.<br />
Nell’antica Roma, sono quattro gli autori latini che ci informano sulla<br />
frutticoltura in epoca romana: Catone, Varrone, Columella e Plinio. Di<br />
Columella (I sec. d.C.) ci è giunto il “De rustica”, il più completo trattato <strong>di</strong>