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dall'espansione allo sviluppo. una storia economica dell'europa 1 ...

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Dall’espansione <strong>allo</strong> <strong>sviluppo</strong>.<br />

si assisteva al passaggio a stoffe più leggere di cotone, e ad <strong>una</strong> veloce introduzione delle novità<br />

tecnologiche in risposta ai mutamenti del mercato.<br />

La Francia possedeva comunque un ricco patrimonio di risorse economiche naturali, ricchi depositi di<br />

carbone e di minerali, abbondanza di legname da costruzione e d’uso industriale, fiumi e vie d’acqua<br />

navigabili, manodopera abbondante ed a buon mercato. Per questi motivi la meccanizzazione è<br />

sentita meno fortemente, le industrie possono espandersi senza difficoltà, senza sentire le strozzature<br />

dei concorrenti.<br />

In Inghilterra invece la mancanza di legname e della carbonella dovuta a secoli di metodi intensivi di<br />

coltivazione, espansione e costruzione urbana e della flotta navale porta i prezzi del legname alle<br />

stelle. Ecco perché ebbe gran successo l’invenzione di Abraham Darby, che sviluppò un processo di<br />

fusione del ferro sostituendo il carbone coke (prodotto dalla distillazione del carone fossile) alla<br />

carbonella nel 1709, seguito dall’introduzione del suo uso negli stadi finali della produzione<br />

siderurgica da Henry Cort nel 1784 che permise un abbattimento deciso dei costi. Nel 1800<br />

l’Inghilterra produceva 200.000 tonnellate di ghisa grezza all’anno, nel 1870 6 milioni, più della metà<br />

della produzione mondiale.<br />

L’impatto di queste innovazioni fu rivoluzionario ma graduale. La ghisa grezza di qualità sempre più<br />

elevata ed <strong>economica</strong>, aveva usi infiniti, le industrie metallurgiche si liberavano dalla dipendenza<br />

dalla carbonella e dal legname e si espansero insieme a nuove industrie minerarie, industrie vetrarie<br />

(Birmingham) e della ceramica. Si iniziarono a sfruttare nuovi filoni minerari e tra il 1680 ed il 1780 la<br />

produzione di carbone in Inghilterra aumentò del 300%, incentivando lo <strong>sviluppo</strong> della rete di<br />

comunicazione, soprattutto canali.<br />

I primi tessuti leggeri di cotone e di lino importati dall’India riscossero un grandioso successo<br />

immediato in tutti i mercati, rivoluzionando i gusti degli europei occidentali, le possibilità del<br />

disegno sui capi di vestiario e segnando un importante progresso negli standard dell’igiene personale<br />

essendo lavabili più frequentemente. I primi sviluppi dell’industria cotoniera erano volti a limitare la<br />

dipendenza dalle importazioni dall’India, ma la domanda in crescita costante mise in luce diversi<br />

problemi (lentezza della produzione domestica, alto costo della manodopera) risolti dalla<br />

meccanizzazione della filatura (1830) con la centralizzazione di tutti i passaggi all’interno di<br />

fabbriche. Dinamismo che sviluppò tutta <strong>una</strong> serie di altre attività, dalla costruzione dei macchinari,<br />

<strong>allo</strong> <strong>sviluppo</strong> di reti di trasporto e fondazione di città (Manchester).<br />

La differenza tra l’Inghilterra ed i suoi vicini europei fu l’esuberanza della domanda sui mercati<br />

interni: la Francia per esempio presentava un’ampia popolazione contadina capace di autorifornirsi,<br />

le città erano piccole, il commercio era principalmente interno, le comunicazioni scarse, il territorio<br />

ampio. In Inghilterra invece le comunicazioni erano facili ed i porti raggiungibili, l’espansione urbana<br />

era vivace e rapida: la domanda urbana di consumi era dinamica e unica in Europa, come la domanda<br />

e produzione di birra, primo prodotto veramente di massa, destinata comunque alle classi più povere.<br />

Mentre in Francia e nel resto d’Europa le merci erano prodotte dalle stesse famiglie contadine per<br />

proprio uso, oppure da un’industria che badava più alla qualità che al volume, e che evitò quindi la<br />

meccanizzazione finche trovò manodopera specializzata con salari che non riducevano i profitti, le<br />

industrie inglesi provvedevano principalmente ai mercati di grosso volume e di basso costo,<br />

diventando modelli di organizzazione da imitare basate sulla divisione di manodopera e sui nuovi<br />

principi teorici di economisti come Adam Smith. Erano esempi tangibili dei valori che avrebbero<br />

ispirato l’era del capitalismo industriale: il ruolo dell’imprenditore e il lavoratore come unità.<br />

Una Storia Economica dell’Europa pag. 10

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