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dall'espansione allo sviluppo. una storia economica dell'europa 1 ...

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Dall’espansione <strong>allo</strong> <strong>sviluppo</strong>.<br />

La gran parte erano ex colonie delle potenze occidentali o del Giappone, per le quali la<br />

decolonizzazione fu il principale fattore unificante (quella nipponica durante gli ultimi anni della<br />

seconda guerra mondiale che interessò quasi tutto l’Estremo Oriente, quella inglese e quella francese,<br />

tra il 1945 ed il 1965: 1947-1949 emancipazione di India, Pakistan, Indonesia, 1960 Africa completata<br />

nel 1964, quella portoghese nel 1975), che offrì nuove opportunità di <strong>sviluppo</strong> politico e sociale che<br />

non sempre si realizzarono e sebbene le ex colonie non potessero più beneficiare di accessi<br />

preferenziali ai mercati metropolitani, registrarono risultati positivi durante la golden age: il Pil<br />

asiatico dal 1950 al 1973 crescè del 5,2%, quello africano del 4,5%, dinamismo esaurito dai notevoli<br />

incrementi demografici di questi anni.<br />

La golden age (1950-1973)<br />

Caratterizzata dalla globalità della crescita <strong>economica</strong>: in Europa occidentale il PIL pro capite cresce<br />

del 4,1%, quello dell’URSS e Europa orientale del 3,5%, nelle America del Nord del 2,4%, del Sud del<br />

2,5%, in Asia del 3%, Giappone 8,1%, Africa 2,2%: la crescita del PIL mondiale fu sempre tra il 5 ed il<br />

6%.<br />

Il fattore terra ha avuto pochissima importanza, il fattore lavoro meno nell’area OCSE (12%) rispetto<br />

al blocco sovietico, Asia ed America Latina (tra il 35 ed il 41%) a causa di <strong>una</strong> minore crescita<br />

demografica combinata ad <strong>una</strong> riduzione di ore lavorate per persona, OCSE e URSS hanno mobilitato<br />

più capitale che lavoro ma l’URSS il doppio. Il PTF (Produttività Totale dei Fattori) misura tutti gli<br />

altri fattori meno precisabili. In sintesi i Paesi più avanzati sono cresciuti per un migliore utilizzo<br />

integrato dei fattori (PTF) più che per l’aggiunta di altri, la crescita dell’URSS è stata estensiva mentre<br />

quella dell’OCSE intensiva.<br />

OCSE: Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, raggruppa i Paesi ad economia<br />

di mercato e più sviluppati includendo tutti quelli dell’Europa occidentale, gli Stati Uniti, il Canada,<br />

l’Australia, la Nuova Zelanda ed il Giappone. È discendente dell’Ufficio Europeo di Cooperazione<br />

Economica.<br />

Il PTF nell’Europa occidentale crebbe spettacolarmente dal 1950 in quanto alla fine della guerra si<br />

trovò con <strong>una</strong> quantità e qualità di tecnologie da copiare impressionante, aveva la qualificazione<br />

necessaria, la voglia di lavorare per recuperare le distanze rispetto agli Stati Uniti, l’ambiente era<br />

efficiente e gli sforzi non venivano sprecati (il sistema politico ed economico era difeso dai governi e<br />

c’era convergenza di politiche nazionali concepite per alimentare il consenso politico e la coesione<br />

sociale, che creò <strong>una</strong> solida base per la crescita <strong>economica</strong>).<br />

Il 1958 fu di crisi <strong>economica</strong> per gli aggiustamenti produttivi imposti dall’avvento di un mondo di<br />

parità fisse, stabilità cambiaria prevista da Bretton Woods, che <strong>una</strong> volta superata portò un grande<br />

successo, i veri anni di golden age che portarono <strong>una</strong> crescita ininterrotta e spettacolare del<br />

commercio intereuropeo.<br />

Nel 1973, dopo 12 anni di continui solleciti ma sopratturro dopo l’abbandono al potere del generale<br />

francese De Gaulle, da sempre contrario, la Gran Bretagna entrò nella CEE con Danimarca ed Irlanda,<br />

lasciando nell’indecisione gli altri Paesi dell’EFTA.<br />

Durante la golden age c’era <strong>una</strong> forte tendenza alla convergenza dei redditi pro capite dell’Europa<br />

occidentale, superiori di quelli americani e mondiali, migliori quelli dei Paesi più poveri o più<br />

impoveriti in guerra di quelli dei Paesi già ricchi, neutrali o non occupati.<br />

Una Storia Economica dell’Europa pag. 50

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