dall'espansione allo sviluppo. una storia economica dell'europa 1 ...
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Dall’espansione <strong>allo</strong> <strong>sviluppo</strong>.<br />
gli interessi dei grandi proprietari terrieri che vedevano i prezzi mantenuti elevati, scaricando il costo<br />
economico e sociale sui ceti meno abbienti e rendendo quasi impossibile l’importazione di cereali.<br />
Contro tali leggi l’industriale di Manchester Richard Cobden formò <strong>una</strong> lega, sostenendo che<br />
l’industria britannica dipendeva dalle condizioni atmosferiche che influivano i raccolti: un cattivo<br />
raccolto determinava un aumento del prezzo del pane, diminuzione del consumo di altri prodotti,<br />
disoccupazione, calo delle importazioni ed esportazioni. Per combattere le crisi economiche i governi<br />
accettarono i suggerimenti e dal 1842 iniziarono a ridurre i dazi per arrivare al definitivo trionfo del<br />
libero scambio nel 1860 quando l’Inghilterra era all’apice della sua forza <strong>economica</strong>, anno di<br />
stipulazione del trattato Cobden-Chevalier fra Gran Bretagna e Francia che prevedeva la rimozione<br />
di tutte le tariffe sull’importazione di merci francesi da parte dell’Inghilterra in cambio di <strong>una</strong><br />
riduzione delle tariffe sulle merci inglesi ponendo un dazio del 30% come massimo. Grazie alla<br />
clausola della nazione più forte il libero scambio trovò uno <strong>sviluppo</strong> a catena che coinvolse la<br />
maggior parte delle nazioni europee.<br />
Il ritorno al protezionismo<br />
Fattori che cambiarono il panorama dell’Europa dal 1870 orinentandola al protezionismo:<br />
- il raggiungimento di alti livelli di <strong>sviluppo</strong> industriale spinse i ceti imprenditoriali a<br />
chiedere protezione dalla concorrenza,<br />
- l’importazione di grano a basso prezzo da Stati Uniti e Russia resi possibili dai nuovi<br />
trasporti a basso costo,<br />
- la crisi <strong>economica</strong> che si abbatté sull’Europa rese la competizione più difficile,<br />
- l’affermarsi del nazionalismo ed imperialismo modificò il clima delle relazioni, si<br />
crearono le tensioni politiche che portarono alla guerra mondiale, si affermò <strong>una</strong> relazione sempre più<br />
stretta tra protezionismo e politica di prestigio internazionale,<br />
- le imprese coloniali portarono a scontri diplomatici sulla spartizione di terre e<br />
l’espansione coloniale aveva alti costi, ricavabili dal sistema tariffario,<br />
- l’abbandono di posizioni liberiste da parte di importanti nazioni produsse effetti a<br />
catena.<br />
In Germania Bismark adottò tariffe sui prodotti nazionali tra il 1879 ed il 1881, l’Italia preunitaria<br />
esportava materie prime agricole e prodotti semilavorati (seta) importando manufatti industriali, il<br />
passaggio dal liberalismo della classe dirigente del nuovo Regno al protezionismo fu graduale e<br />
travagliato, che vide con l’avvento della sx storica e la necessità di industrializzazione l’abbandono<br />
delle teorie di specializzazione internazionale, per adottare prima <strong>una</strong> politica di tipo<br />
semiprotezionistico (tariffa doganale 1878) ed arrivare infine alla svolta tariffaria del 1887,<br />
tenacemente sostenuta dal leader degli industriali del tempo, il laniere e senatore Alessandro Rossi di<br />
Schio.<br />
Tutti i Paesi tornarono quindi a posizioni di protezionismo ad esclusione delle nazioni con il<br />
commercio più sviluppato dell’Europa Nord-occidentale, e dell’Inghilterra che manteneva <strong>una</strong> forte<br />
apertura <strong>economica</strong> divenendo il perno dell’intero sistema di scambio internazionale.<br />
Il colonialismo<br />
La Gran Bretagna era l’unico paese con un forte legame economico con le proprie colonie:<br />
l’investimento verso queste copriva nel 1914 il 64% degli investimenti totali. Il cosiddetto declino<br />
economico inglese può essere associato ad <strong>una</strong> eccessiva insistenza in produzioni tipiche della prima<br />
rivoluzione industriale assorbibili dai mercati coloniali, ma che <strong>allo</strong>ntanava gli interessi ai prodotti<br />
della seconda rivoluzione. Nel lungo periodo il legame coloniale avrebbe assorbito enormi capitali<br />
Una Storia Economica dell’Europa pag. 32