Ambientarsi - Superiori - Regione Calabria
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I Sezione: Nel Sacco cosa c’è?<br />
1. Il concetto di rifiuto<br />
Nel nostro Paese, come in tutte le nazioni più industrializ-<br />
zate, dagli anni immediatamente successivi alla seconda<br />
guerra mondiale in poi, si è registrato, grazie anche al-<br />
l’enorme crescita demografica ed all’esplosione dei con-<br />
sumi, un aumento vertiginoso della quantità di rifiuti da<br />
smaltire. Il termine rifiuto, nella sua accezione comune,<br />
è un semplice scarto, di qualcosa o di qualcuno, elimi-<br />
nato perché inutilizzabile o dannoso. Dal punto di vista<br />
tecnico e normativo (secondo la definizione presente nel<br />
Decreto 152 del 3 aprile 2006) deve ritenersi rifiuto “qual-<br />
siasi sostanza od oggetto (…) di cui il detentore si<br />
disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi”. In<br />
questa definizione l’elemento centrale del significato di rifiuto<br />
è contenuto nell’ultima parte, laddove viene fatto riferimento alla<br />
condotta del detentore ed al significato da attribuire al termine “di-<br />
sfarsi”. Nonostante la definizione riproduca il contenuto di una Diret-<br />
tiva Comunitaria (CEE 442/75, attualmente abrogata e sostituita dalla<br />
CEE 12/2006) già presente nel cosiddetto “Decreto Ronchi” (Decreto<br />
Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22) e, ancor prima, nel Decreto del Presi-<br />
dente della Repubblica n. 915 del 1982, sono state sollevate due diverse<br />
interpretazioni inerenti il suo significato: secondo la prima è rifiuto tutto<br />
ciò che non è più di nessuna utilità per il detentore in base ad una sua<br />
personale scelta; mentre, per la seconda, l’individuazione di una sostanza<br />
o di un oggetto come rifiuto prescinde dalla volontà del singolo, ricavandosi<br />
da dati obiettivi. Quest’ultima interpretazione è la più accettata proprio perché<br />
si fonda su risultanze oggettive e non sull’intenzione del detentore. Infine, la<br />
questione della corretta interpretazione della nozione di rifiuto è stata affrontata<br />
nel Decreto Legge 8 luglio 2002, n. 138, dove si è ritenuto necessario indicare<br />
l’esatto significato del termine “disfarsi di un rifiuto”, ossia: “qualsiasi comporta-<br />
mento attraverso il quale in modo diretto o indiretto una sostanza, un materiale<br />
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