Ambientarsi - Superiori - Regione Calabria

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tale. In realtà, la vera e propria svolta epocale si ha durante la Conferenza UNCED (United Conference Environment and Development), tenutasi a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno del 1992, alla fine della quale ben 183 Stati sottoscrissero Agenda 21, uno storico documento programmatico che proiettava l’uomo nel XXI secolo fornendogli tutti gli strumenti per viverlo in modo più “sostenibile”. In particolare, nel capitolo “Promuovere l’educazione, la consapevolezza dell’opinione pubblica e la formazione” è scritto che “…l’educazione, inclusa l’istruzione formale, la consapevolezza e la formazione devono essere riconosciute come un processo attraverso il quale gli esseri umani e le società possono raggiungere le loro piene potenzialità di sviluppo. L’educazione è elemento critico per promuovere la conoscenza delle problematiche dello sviluppo sostenibile”. La necessità di un cambiamento di mentalità, di stili di vita e di consumo è stata richiamata anche dalla Comunità Europea che nel, 2001, ha adottato il VI° Piano d’Azione Ambientale europeo 2002/2010 “Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta”, definendo la politica ambientale comunitaria fino al 2010 mediante l’identifi- cazione di sette linee strategiche inerenti la qualità dell’aria, l’ambiente marino, l’uso sostenibile delle risorse, la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti, i pesticidi, la qualità del suolo e l’ambiente urbano. Da quanto detto si evince che per la Comunità Europea i rifiuti rappresentano senz’ombra di dubbio un problema ambientale di assoluta priorità. Si stima che la produzione annua di rifiuti all’interno della Comunità Europea sia di 1,3 miliardi di tonnellate e comprenda i rifiuti derivanti dal settore industriale (427 milioni di tonnellate), dalla produzione di energia e dall’approvvigionamento idrico (127 milioni di tonnellate), dal settore dell’edilizia e delle costruzioni (510 milioni di tonnellate) e dai rifiuti urbani (241 milioni di tonnellate). Rilevanti quantità di rifiuti sono inoltre prodotte dal settore agricolo, della pesca e della silvicoltura, dalle industrie estrattive e dai settori pubblici. Per far fronte a questa problematica la Comunità Europea ha promulgato nel tempo diverse normative allo scopo di regolamentare e tentare di ridurre la quantità di rifiuti prodotti. Tuttavia, le prime direttive europee non specificavano i parametri relativi alle emissioni ambientali prodotte dalla gestione dei rifiuti. Questa lacuna si è rivelata essere il punto debole della lotta contro i danni ambientali dovuti al trattamento dei rifiuti, come dimostrano i problemi di inquinamento causati in passato, dagli incene- ritori, dalle discariche e da alcuni impianti di riciclaggio. La maggior parte di questi problemi è stata risolta con direttive inerenti le discariche e l’incenerimento dei rifiuti che hanno fissato standard relativi all’inquinamento dell’aria e delle acque sotterranee. I successivi passi in avanti compiuti hanno contribuito a
migliorare la gestione dei rifiuti promuovendo, in particolare, il riciclaggio, il riutilizzo e il recupero di energia come alternativa allo smaltimento. Attualmente, avendo un quadro normativo considerato soddisfacente, la Comunità Europea sta spingendo molto sulla diffusione di una nuova cultura che possa orientare l’atteggiamento dei cittadini europei verso nuovi stili di vita più consapevoli ed attenti alla problematica dei rifiuti. Il già citato VI° Piano d’Azione Ambientale, infatti, sottolinea la necessità di ri-orientare gli investimenti pubblici e privati verso nuove tecnologie ecocompatibili al fine di abbattere il degrado ambientale ed il consumo delle risorse dalla crescita eco- nomica e sociale. In questo contesto, il ruolo della scuola diventa fondamentale per la proposizione di nuovi modelli culturali. Essa, infatti, nonostante il lungo periodo di transizione che sta vivendo (autonomia, riforma dei cicli scolastici e ridefinizione dei contenuti dei saperi), mantiene ben salda la consapevolezza del peso che esercita nella formazione delle nuove generazioni. La seguente guida, nell’ambito delle politiche attive messe in campo dal Dipartimento Politiche dell’Ambiente della <strong>Regione</strong> <strong>Calabria</strong>, è stata pensata come uno strumento didattico-pedagogico in grado di avvia- re gli studenti della scuola secondaria di II grado alla conoscenza e allo studio teorico dei rifiuti, fornendo loro gli strumenti logici necessari per decifrare e ridurre la com- plessità della problematica connessa al tema della gestione dei rifiuti. La metodolo- gia utilizzata per la scelta dei suoi contenuti è stata ispirata proprio dalle linee-guida dettate dalle conferenze internazionali sullo sviluppo sostenibile. La materia “rifiuti” è stata, infatti, trattata in maniera interdisciplinare tenendo ben in considerazione le connessioni tra problemi ecologici, ricerca scientifica, sviluppo economico, tematiche sanitarie ed innovazione tecnologica. Inoltre, questa guida sui rifiuti è stata redatta con un linguaggio divulgativo senza sacrificare, per questo, la qualità scientifica degli argomenti ed un’ampia e accurata trattazione degli stessi. Si auspica che i contenuti, specificatamente rivolti agli studenti calabresi delle scuole secondarie di II grado, possano incidere sul loro percorso formativo e culturale tanto da ottenere cambiamenti, durevoli e positivi, in termini di comportamento consape- vole e sostenibile.
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