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Ambientarsi - Superiori - Regione Calabria

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1.5 I principali riferimenti normativi in materia di rifiuti<br />

In Italia, le prime normative in materia di rifiuti furono promulgate alla fine del XIX<br />

secolo quando, per far fronte ai problemi di natura igienica e di salubrità delle città,<br />

vennero pubblicate alcune direttive (Istituzioni Ministeriali del 20 Giugno 1886) con<br />

le quali si vietava di depositare rifiuti presso le zone abitate e si imponeva ai Comuni<br />

di provvedere alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti domestici. Successivamente,<br />

intorno alla metà del secolo scorso, con la Legge 20 marzo 1941 n. 366, furono in-<br />

trodotte modalità di smaltimento dei rifiuti sostenendo che “…può essere dispersa<br />

o distrutta soltanto quella parte dei rifiuti che non costituisce materia recuperabile o<br />

apprezzabile”. È solo con il Decreto del Presidente della Repubblica del 10 settem-<br />

bre 1982, n. 915, che le attività connesse allo smaltimento e al recupero dei rifiuti<br />

vengono considerate anche sotto il profilo dei rischi di inquinamento dell’aria, del-<br />

l’acqua e del suolo. Con questo decreto furono recepiti importanti principi comunitari<br />

basati sull’esigenza di assicurare la tutela dell’ambiente, il riciclaggio e il recupero dei<br />

rifiuti. Al Decreto Presidenziale seguirono altri riferimenti normativi tra cui la Legge<br />

n. 441/87 relativa a “Disposizioni urgenti in materia di smaltimento dei rifiuti”, con<br />

la quale viene introdotto il concetto di raccolta differenziata affidandone l’obbligo,<br />

insieme a quello dello smaltimento dei rifiuti pericolosi, alle Regioni e ai Comuni. Nel<br />

1988 viene promulgata la Legge n. 475 recante “Disposizioni urgenti in materia di<br />

smaltimento dei rifiuti industriali”. Con essa si ribadisce il principio di obbligatorietà<br />

della raccolta differenziata dei rifiuti urbani, allo scopo di separare principalmente la<br />

frazione secca dei rifiuti da quella umida. La normativa sui rifiuti in Italia, caratterizzata<br />

per anni da leggi disomogenee e spesso in contraddizione fra loro, è stata riorganiz-<br />

zata con l’approvazione del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, noto come<br />

Decreto Ronchi, una Legge Quadro nata con lo specifico intento di dare “Attuazione<br />

alle direttive CEE 91/156 sui rifiuti, CEE 91/689 sui rifiuti pericolosi e CEE 94/62<br />

sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”. Questo testo risponde ad una logica di<br />

riassetto globale della disciplina di settore, rappresentando un quadro normativo di<br />

riferimento unitario. Nello stesso anno, allo scopo di porre rimedio ad alcuni dubbi<br />

interpretativi sorti sui tempi e sulle modalità di deposito temporaneo dei rifiuti, viene<br />

varato il Decreto Legislativo 8 novembre 1997, n. 389. Infine, recentemente con il<br />

Decreto Legislativo del 3 aprile 2006 n. 152, vengono recepite le ultime importanti<br />

Direttive Comunitarie sui rifiuti, in particolare su quelli pericolosi e sugli imballaggi.<br />

Tale decreto, sostituendo le principali leggi in materia che lo hanno preceduto, intro-<br />

duce una serie di innovazioni che modificano profondamente il criterio di gestione<br />

dei rifiuti nel nostro Paese, nel tentativo di garantire un approccio complessivo alle<br />

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