Ambientarsi - Superiori - Regione Calabria

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occiature dei progetti. Si tratta, in realtà, di un fenomeno ben conosciuto e comune a tutte le popolazioni moderne tanto è vero che è stato descritto con l’acronimo di NIMBY (Not in My Backyard, ossia “non nel mio giardino”). Tale fenomeno si traduce nel rigetto dei progetti, pur considerati necessari, che hanno un qualsiasi legame con l’ambiente in cui si risiede. Per superare le diffidenze è essenziale intraprendere opportune azioni di informazione e di comunicazione basate sulla trasparenza e sul dialogo, sulla negoziazione e sulla fiducia partendo dal presupposto che la produzione in costante aumento dei rifiuti richiede un sistema integrato di raccolta, recupero e smaltimento degli stessi. Un sistema che vede, accanto alla raccolta differenziata spinta, la presenza di termo- valorizzatori e di discariche controllate necessarie al solo scopo di accogliere le ceneri TESTE DI POZZO BIOGAS VASCA RACCOLTA PERCOLATO STRATO DI COPERTURA FINALE EVENTUALE IMPIANTO RECUPERO ENERGETICO BIOGAS TELO IMPERMEABILE SABBIA DRENAGGIO PERCOLATO POZZO CONVOGLIO ACQUE SOTTOTELO TELO IMPIANTO ESTRAZIONE E TORCIA BIOGAS GHIAIA ARGILLA DRENAGGIO SOTTOTELO POZZO RACCOLTA PERCOLATO RETE CAPTAZIONE BIOGAS RETE DRENAGGIO PERCOLATO POZZO CAPTAZIONE BIOGAS PARTICOLARE TUBO FESSURATO ASPIRAZIONE BIOGAS 11 2 m 0,2 m
prodotte dai rifiuti inceneriti. La cronaca recente, infatti, dimostra che, se nella filiera della gestione integrata dei rifiuti manca anche un solo elemento, le città rischiano la paralisi a causa del loro accumulo. Dunque, si considerano giuste le preoccupazioni dei cittadini quando viene loro pro- spettata la realizzazione di un nuovo impianto, ma allo stesso momento si devono tenere in considerazione le necessità oggettive dello smaltimento dei rifiuti. In questo contesto un ruolo determinante lo devono svolgere le pubbliche amministrazioni, le quali attraverso i loro rappresentanti devono assicurare che: • i progetti presentino un impatto ambientale sostenibile; • le imprese incaricate dell’attività di smaltimento o recupero siano notoriamente collaudate e affidabili; • gli enti di controllo delle emissioni o dei potenziali pericoli di inquinamento di aria, suolo ed acqua siano assolutamente credibili; • le informazioni ai cittadini devono essere continuative, veritiere e costanti; La presenza di questi elementi può permettere l’avvio, senza entusiasmo, ma anche senza tensioni, dell’indispensabile attività di recupero o smaltimento dei rifiuti, che consente, a fronte di costi limitati, di migliorare in modo radicale la qualità dell’ambiente e, di cosenguenza, la qualità della vita dei cittadini. 4.6 Un male da sanare: la discarica abusiva Per anni, qualsiasi cava abbandonata, depressione nel suolo, argine di fiume o radura di bosco è stato considerato il luogo più adatto ed economico per liberarsi di tutto: rifiuti organici, veleni domestici, materiale edilizio, scarti di lavorazioni artigianali e industriali, elettrodomestici in disuso e sostanze tossiche. La discarica abusiva è una bomba ad orologeria a cielo aperto che comporta importanti guadagni soprattutto alla malavita organizzata (da qui il termine di “ecomafia”), ma anche danni irreversibili all’ambiente e alla salute dei cittadini costretti a vivere accanto a discariche abusive pericolose. Alcuni clamorosi ritrovamenti di discariche abusive piene zeppe di veleni e, fortunatamente, una maggiore attenzione dei cittadini nei riguardi dell’ambiente, hanno reso più difficile le pratiche clandestine di smaltimento dei rifiuti nel nostro Paese. Non potendo più scaricare la spazzatura nel cortile di casa propria, è forte la tentazione di farlo nel cortile di qualcun altro. Esistono numerose ditte che si offrono agli industriali come intermediari per spedire i rifiuti in paesi del Terzo Mondo. La convenienza economica è grande: dalla media di 11
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