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Exeresi Totale del Mesoretto<br />
Un’ampia revisione di studi i, ii relativi al drenaggio linfatico del retto ha permesso una più<br />
approfondita comprensione della diffusione linfatica dei tumori rettali. Infatti, è ormai<br />
dimostrato, che le reti linfatiche sottomucose e perimuscolari del retto, confluendo, si<br />
portano nel tessuto adiposo perirettale, definito mesoretto. Quest’ultimo, di aspetto<br />
bilobato e a sviluppo prevalentemente postero-laterale rispetto al viscere è rivestito dalla<br />
fascia recti e contiene tutte le stazioni linfonodali tributarie del drenaggio linfatico del<br />
retto. Dal mesoretto i collettori linfatici possono poi portarsi lungo la via di drenaggio<br />
“ascendente” che decorre verso i vasi emorroidari superiori per salire alla vena<br />
mesenterica inferiore, oppure scivolare lateralmente lungo i vasi rettali medi per<br />
raggiungere i linfonodi ipogastrici, iliaci ed otturatori. In quest’ottica, se la vena<br />
mesenterica inferiore viene definita l’“ascella” del retto in quanto rappresenta la via di<br />
fuga linfatica più battuta nelle neoplasie rettali, alla stregua dell’ascella nel cancro del<br />
seno, possiamo definire l’intero mesoretto come il “linfonodo sentinella” del retto proprio<br />
perché contiene le prime stazioni linfonodali che drenano la linfa del viscere iii .<br />
Questi presupposti hanno indotto i chirurghi sopracitati i.ii (Heald, Husband. Ryall e coll.)<br />
ad effettuare sistematicamente nei tumori del retto medio-basso, l’asportazione<br />
completa del mesoretto, con l’obbietivo di ottenere un migliore controllo locale della<br />
malattia, riducendo le recidive locali e migliorando la sopravvivenza. I risultati pubbilcati<br />
da Heald sono stati poi confermati da Enker e coll., e da Aitken e coll, che dimostrarono<br />
la netta riduzione dell’incidenza di recidive dal 40% a meno del 10% iv, v .<br />
L’asportazione del mesoretto ha una valenza sia stadiativa che curativa vi,vii . Infatti, non<br />
permette soltanto una più accurata stadiazione della malattia, ma garantendo<br />
un’adeguata clearance posteriore permette il miglior controllo locale, con riduzione delle<br />
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