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Approccio graduale alla chirurgia del <strong>colon</strong>: la selezione dei casi deve essere rigorosa,<br />
soprattutto nella fase iniziale; è bene iniziare con neoplasie coliche benigne, per passare<br />
successivamente alla malattia diverticolare, dove il fattore infiammatorio può complicare<br />
l’esecuzione tecnica, per finire con le neoplasie maligne. Per quanto riguarda la sede della<br />
resezione abbiamo ritenuto logico iniziare con emicolectomia sinistra con anastomosi<br />
intraperitoneale per passare succesivamente all’anastomosi sottoperitoneale,<br />
all’emicolectomia destra ed alla chirurgia vera e propria del retto per neoplasia maligna.<br />
Definizione dei termini della curva di apprendimento: una curva di apprendimento<br />
deve essere definita come metodo, come indicatori e come durata. Preferibilmente<br />
l’equipe operatoria deve essere la stessa per un certo numero di casi iniziali; la<br />
registrazione dell’intervento dev’essere rivista collegialmente; possono essere<br />
programmate conversioni di controllo ad un momento predeterminato dell’intervento; il<br />
tempo operatorio e la disponibilità degli operatori devono essere predefiniti ( l’ottimale è<br />
non porre limiti troppo ristretti).<br />
Gli indicatori, in genere, sono i tempi operatori, il % di conversioni, il % di complicanze<br />
intra e postoperatorie, il numero di linfonodi asportati.<br />
La durata della curva deve essere predeterminata in varie tappe per un controllo obiettivo<br />
del suo delinearsi: occorre almeno un anno di continuità perché i risultati possano essere<br />
significativi e momenti di sfiducia non interferiscano consigliando scelte emotive anziché<br />
razionali.<br />
Considerazioni finali sulla learning curve e sulle conversioni:<br />
la chirurgia laparoscopica del <strong>colon</strong> è faticosa e la curva di apprendimento è,<br />
generalmente, lunga perché necessita di un certo numero di casi, che devono essere<br />
anche selezionati e, quindi, non sempre reperibili in fretta. Questo fattore non deve essere<br />
un elemento negativo determinante, ma uno stimolo cosciente a proseguire con metodo e<br />
rigore. La fatica fisica e mentale, i lunghi tempi operatori che interferiscono con la normale<br />
attività routinaria, le critiche degli scettici o dei meno volenterosi che esistono all’interno di<br />
ogni equipe sono scotti con cui fare quotidianamente i conti in questo, ma non solo in<br />
questo, cammino dell’innovazione. Le complicanze sono, purtroppo, un bagaglio di<br />
chiunque faccia qualcosa, ed aumentano con la difficoltà del fare. Non siamo d’accordo,<br />
però, che la curva di apprendimento debba essere caratterizzata da complicanze:<br />
sicuramente possono esser in numero maggiore che non nella fase dell’esperienza<br />
matura, ma noi crediamo che la curva di apprendimento debba essere costellata di<br />
conversioni. La conversione non è una vergogna o la cartina tornasole tra chi è bravo e<br />
chi no: è la misura della prudenza del chirurgo ed è il momento che precede, e previene,<br />
la complicanza.<br />
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