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V<strong>it</strong>a di<br />
campagna<br />
Erano numerose le persone che circondavano le stroliche, le indovine,<br />
che provenivano da Adria e dintorni. In piedi su una sedia nel centro del<br />
traffico, (a quel tempo non vi erano automobili!), quelle stroliche, parlando<br />
una lingua tutta loro, o esagerando il loro modo di parlare, leggevano<br />
la mano, annunciando alle ragazze un incontro fortunato e il matrimonio<br />
entro l’anno, ai giovanotti un’avventura amorosa, più o meno burrascosa,<br />
che comunque avrebbe condotto al matrimonio. Sia per gli uni<br />
che per gli altri, l’oroscopo prediceva infallibilmente una famiglia numerosa,<br />
come era d’obbligo in quell’epoca. Si poteva constatare la fiducia in<br />
quelle profezie dal modo in cui le ragazze stavano ad ascoltare a bocca<br />
aperta la parlantina dell’indovina, e dalla fretta di allontanarsi, liete o turbate,<br />
quando avevano delle rivelazioni segrete, bisbigliate in un orecchio.<br />
Non mancavano, nei giorni seguenti, le discussioni fra amiche, o le<br />
risate fatte alle spalle del giovanotto un po’ burlato dalla “maga”. Quelle<br />
donne di certo avevano una sicura intuizione psicologica e sapevano<br />
come guadagnarsi venti centesimi e farsi propaganda fra l’ingenua gioventù<br />
del paese. Bastava una data ed il nome di un innamorato, rivelati in<br />
segreto alla strolica da qualche interessato, per lasciar stupefatte le ingenue<br />
contadine, che si presentavano per farsi leggere il destino nelle lineee<br />
della mano.<br />
Le sagre ricorrevano allorchè ballava qualche soldo nelle tasche della<br />
gente ed i lavoratori intendevano concedersi un po’ di svago, dopo le fatiche<br />
e le pene dei mesi più tristi. Perciò non si lim<strong>it</strong>avano a godersi la<br />
sagra del proprio paese, ma si recavano al di là del fiume, sperando di trovare<br />
altre sagre e nuovi divertimenti. Fin dalle prime ore del pomeriggio,<br />
sotto il sole bruciante, si poteva vedere una folla di persone vest<strong>it</strong>e a festa<br />
affollarsi sulla calà e all’approdo dei traghetti, in attesa che il passo completasse<br />
la traversata. Al suo arrivo, la massa si precip<strong>it</strong>ava sul traghetto,<br />
azzuffandosi per entrare nell’imbarcazione e pigiandosi al massimo nei<br />
pochi metri quadrati della piattaforma. Per ev<strong>it</strong>are guai, il passatore era