01.06.2013 Views

Nono, cuntame d'na volta... - hosted by PolesineInnovazione.it

Nono, cuntame d'na volta... - hosted by PolesineInnovazione.it

Nono, cuntame d'na volta... - hosted by PolesineInnovazione.it

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

- 37 -<br />

Antichi<br />

mestieri<br />

dotata di denti in legno, si bucava il terreno, i semi cadevano e si interravano<br />

a distanze costanti, oppure si usava la pianta smese, una piccola<br />

vanga con imbuto, dove si metteva la semente che cadeva nel foro praticato<br />

nel terreno. La sapa, la zappa, serviva per estirpare erbe, sminuzzare<br />

e pareggiare il terreno, rincalzare le pianticelle. Lo sgheto, la falce, era<br />

uno strumento con lama ricurva ed impugnatura in legno, usato per mietere<br />

a mano grano, orzo, riso e cereali in genere.<br />

Col rastelo da formento si raccoglieva e si sistemava il frumento, poi<br />

con la versela si batteva il grano sull’aia; col forcon da bietole si caricavano<br />

e scaricavano le barbabietole, senza danneggiarle; col palon da riso<br />

si ammucchiava il riso. La gramola era uno strumento che permetteva di<br />

spezzare le bacchette di canapa, per separare la fibra dai canapuli. Era<br />

questa una operazione che spettava alle donne. Lo sgranapanoce, azionato<br />

manualmente, era destinato alla sgranatura delle pannocchie di mais.<br />

Le falsine, le runchine, le manarine di varie dimensioni, cioè le roncole,<br />

venivano utilizzate per appuntire pali, tagliare legna, potare alberi.<br />

I contadini bassopolesani regolavano la v<strong>it</strong>a sui cicli della luna e delle<br />

stagioni. I più istru<strong>it</strong>i avevano frequentato la terza elementare, ma conoscevano<br />

tutto quanto era necessario alla v<strong>it</strong>a dei campi e della famiglia. I<br />

giornali erano sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i dalle ciacole del postino, dell’oste o del barbiere,<br />

i libri dai proverbi secolari che si tramandavano da generazioni. Nei loro<br />

discorsi c’era sempre un sottofondo di saggezza e un alto senso del<br />

mistero e del sacro.<br />

I contadini possedevano poche, misere cose. Nelle grandi feste s’indossava<br />

l’ab<strong>it</strong>o nuovo, o quello ri<strong>volta</strong>to, che sarebbe passato per nuovo,<br />

se non avesse avuto le asole su entrambi i risvolti della giacca. Terminata<br />

la funzione religiosa, i ragazzi e le ragazze correvano a casa a cambiarsi<br />

l’ab<strong>it</strong>o della festa, che veniva riposto nell’armadio fino all’occasione successiva.<br />

Le mamme stringevano i ferri sotto le ascelle, confezionando<br />

maglie di lana di pecora, grezza e scura. La lana, irr<strong>it</strong>ando la pelle, obbli-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!