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La vendemmia<br />
- 63 -<br />
Il ciclo delle<br />
stagioni<br />
Nell’Ottocento le fattorie del delta che avevano una certa importanza<br />
disponevano di tutto l’armamentario per preparare il vino ed il mosto:<br />
mastelli, pigiatrici, tini, botti per l’invecchiamento. Non si coltivavano<br />
vigneti veri e propri, ma i campi erano divisi da filari di v<strong>it</strong>i, lungo i fossati<br />
di confine. Era un sistema non certo tradizionale, perché disperdeva le operazioni<br />
della vendemmia e faceva impiegare più giornate del necessario.<br />
Dopo la raccolta, si procedeva alla pigiatura dell’uva in piena campagna:<br />
le vendemmiatrici riempivano i cesti di grappoli, due uomini versavano<br />
il contenuto in un mastello, questo veniva portato dove si trovava la<br />
pigiatrice. Un uomo con le gambe nude pestava i grappoli, ed il succo,<br />
passando tra i fori della pigiatrice, veniva raccolto nel tino sottostante.<br />
Quell’uomo dalle gambe color rosso sangue, ogni tanto drizzava la<br />
schiena dal suo faticoso lavoro e si faceva versare un bicchiere di vino,<br />
quello vecchio. Con grandi mestoloni altri uomini raccoglievano dal tino<br />
il dolce mosto sanguigno e lo versavano in un’appos<strong>it</strong>a botte bislunga,<br />
posta su un carro. Quando era piena veniva trasportata nelle cantine della<br />
fattoria, ed il contenuto veniva versato nei tini per la fermentazione.<br />
Cantavano le vendemmiatrici, cantavano gli uomini che conducevano<br />
la botte dalla campagna alle cantine. Era una festa serena, senza il bruciore<br />
del sole estivo, senza la fatica della zappatura o della miet<strong>it</strong>ura. I cuori<br />
erano allegri e lungo i filari di v<strong>it</strong>e s’intrecciavano idilli fra i giovani,<br />
nascevano nuovi amori.<br />
In quei giorni le donne della casa padronale avevano un gran daffare,<br />
perché dovevano cuocere i sugli. Si facevano portare dei cesti d’uva<br />
scelta, sgranavano i chicchi dai grappoli, li spremevano, filtravano il succo<br />
e facevano cuocere il liquido in un paiolo a fuoco vivo, mescolandolo ad<br />
un certo quant<strong>it</strong>ativo di farina. L’operazione della cottura non era sem-