PREMESSA Cari lettori, siamo i ragazzi della scuola media “L.Brunetti” di Porto Tolle, classe III D a tempo prolungato. Nel corso dell’anno scolastico 2000-2001 abbiamo svolto questo lavoro alla ricerca delle tradizioni, dei detti e dei proverbi del nostro terr<strong>it</strong>orio, il delta del Po, allo scopo di conoscere ed imparare le cose che appartengono al passato della nostra civiltà contadina che va scomparendo. Abbiamo raccolto le informazioni sia attraverso i libri sia ascoltando i racconti dei nostri nonni, zii e conoscenti che hanno vissuto una realtà oggi dimenticata. Oltre al testo, abbiamo realizzato disegni e immagini per documentare in maniera più significativa la v<strong>it</strong>a e la tradizione popolare bassopolesana. Noi oggi viviamo in maniera completamente diversa rispetto a 50 anni fa: abbiamo acquis<strong>it</strong>o benessere, conosciuto lo sviluppo industriale e tecnologico, la v<strong>it</strong>a media si è allungata. Le ab<strong>it</strong>udini di oggi non sono più quelle di ieri; i modelli di comportamento cambiano con rapid<strong>it</strong>à e non ci resta il tempo per considerare le nostre origini, per rivis<strong>it</strong>are un passato che ci appare lontanissimo. Nella vecchia società contadina la v<strong>it</strong>a quotidiana aveva un r<strong>it</strong>mo più lento, scand<strong>it</strong>o dall’alternarsi dei giorni e delle stagioni. Recuperare la memoria del nostro passato significa riscoprire il rapporto equilibrato che esisteva tra uomo, natura e animali, quando tutto ruotava attorno al lavoro dei campi, alla stalla, al fiume. Grazie a questa ricerca abbiamo r<strong>it</strong>rovato ab<strong>it</strong>udini e oggetti oggi scomparsi: non si indossano più la giacca con la martingala, il berretto alla marinara, i pantaloni alla zuava, il tabarro, i guanti di lana con le d<strong>it</strong>a a metà, detti manopole, perché la moda è cambiata. Non si usano più lo scaldino per sgelare le lenzuola, il vaso da notte, le rosse stufe “Becchi” a tre piani, perché viviamo in case calde e confortevoli. Non si mangiano più le ambrate caramelle d’orzo, il bruno castagnaccio, la legnosa e dolciastra carruba, il giallo e amaro lupino, perché viviamo nella
società del consumismo e siamo ab<strong>it</strong>uati a fare la spesa al supermercato. E’ destino però che ogni generazione rimpianga le precedenti, per poi essere rivalutata dalle successive. Gli Alunni della Scuola Media “L.Brunetti”- classe III D
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vanga vanga quadra covoni forbici d
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FINITO DI STAMPARE PER CONTO DEL CO