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Il ciclo delle<br />
stagioni<br />
sulla mensola del camino.<br />
Secondo la tradizione, la vecia scendeva nel corso della notte dai<br />
camini delle case di campagna, servendosi della catena fissata al loro<br />
interno. Si doveva lasciare il fuoco acceso perché potesse scaldarsi e prepararle<br />
anche un po’ di vino sul tavolo perché si dissetasse<br />
La mattina dopo i bambini si svegliavano presto ed avevano la sorpresa<br />
di trovare i doni lasciati dalla vecia.<br />
Il regalo più diffuso tra la gente comune era anche il meno costoso:<br />
palline di vetro, una trombetta di cartapesta oppure arance, mandarini,<br />
noci, arachidi, datteri, ghiottonerie inconsuete che erano accolte con gioia<br />
nelle povere case. Ai figli dei benestanti la befana portava ogni ben di<br />
Dio: il monopattino, il meccano, la bambola.<br />
Durante la giornata passavano per le case, mascherati da befane, dei<br />
mendicanti che cantavano “A ghè la vecia!!!” e raccoglievano mance, un<br />
pezzo di lardo, un salamino o altro cibo donato generosamente.<br />
Il Carnevale<br />
A Carnevale si friggevano fr<strong>it</strong>telle, crustli, bas<strong>it</strong>i e tamplùn.<br />
Quante uova per preparare quei dolci poveri e quanto strutto di maiale<br />
per friggerli! Il carnevale era un periodo di festa per i giovani; i ragazzi<br />
andavano a trovare le amiche e si facevano accompagnare da qualcuno<br />
che sapesse suonare la fisarmonica. Il suonatore veniva posto sopra un<br />
tavolo ed i ragazzi ballavano mascherati.<br />
La festa di San Biagio<br />
Il tre febbraio è la festa dedicata al Santo protettore della gola, San Bia-<br />
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