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Nono, cuntame d'na volta... - hosted by PolesineInnovazione.it

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Il ciclo delle<br />

stagioni<br />

ciare una specie di complesso di colpa e paura: l’uccidere il porco lontano<br />

dal porcile, gli scherzi al maiale ucciso, le donne escluse, il chiamare i<br />

bambini al r<strong>it</strong>o, l’esibire un senso di festa e di allegria, il lavorare le carni<br />

di notte al chiuso e al buio, i privilegi riservati alla testa del maiale, l’usanza<br />

dei doni.<br />

Il Natale<br />

Grande e sent<strong>it</strong>a da tutti era l’attesa del Natale, per il senso mistico di<br />

cui la festa era pervasa, e per tutte le piacevoli fantasie che l’immaginazione<br />

creava attorno ad un evento d’importanza universale come quello<br />

della nativ<strong>it</strong>à.<br />

Il periodo dell’Avvento era vissuto come preparatorio, si frequentava<br />

la chiesa per le funzioni della sera e, soprattutto, durante la novena. Dopo<br />

la funzione, quando i ceri più luminosi erano spenti e la penombra scendeva<br />

sui volti dei Santi e nelle nicchie delle cappelle, chi voleva fermarsi<br />

per un momento di più intima preghiera o anche solo per godersi quell’atmosfera<br />

di silenzio, di profumo d’incenso, poteva essere sorpreso dall’arrivo<br />

di un gruppo di giovani, preceduti dal loro maestro, che si disponevano<br />

attorno all’organo per provare i canti di Natale. Il maestro, che<br />

spesso era lo stesso sacerdote, suonava le prime note e il canto del coro<br />

scendeva nell’anima procurando un’infin<strong>it</strong>a dolcezza.<br />

A casa c’era il presepio da preparare; i presepi dei bambini erano fatti<br />

spesso con figurine di cartone o statuine in gesso, le montagne erano di<br />

carta grezza,le casette in sughero, i prati in muschio.<br />

Il giorno di Natale facevano la loro comparsa sulla tavola i dolci tipici,<br />

come il mandorlato, la mostarda, i mandarini e i fichi secchi.<br />

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