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7° Congresso Nazionale

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matica. Non sono state registrate complicanze<br />

maggiori intra o post-operatorie.<br />

Conclusioni: I risultati ottenuti evidenziano<br />

come questa fonte Ho:YAG laser sia caratterizzata<br />

da un’eccellente efficacia nel trattamento<br />

dei calcoli ureterali, indipendentemente dal<br />

loro grado di durezza, con minime complicanze.<br />

E’ noto che il laser ad olmio provoca all’estremità<br />

della fibra ottica la formazione di una<br />

bolla di plasma: alte frequenze di ripetizione<br />

possono comportare il rischio di un eccessivo<br />

riscaldamento a carico della mucosa ureterale.<br />

Pertanto, le basse energie e frequenze di ripetizione<br />

degli impulsi da noi utilizzate, rispettivamente<br />

di 0,8 Joule e 6-8 Hz e corrispondenti<br />

ad una potenza media di 4,8 e 6,4 Watt, sono<br />

sufficienti ad ottenere un’eccellente litotrissia<br />

dei calcoli, col minimo incremento termico a<br />

carico della mucosa ureterale.<br />

C13<br />

NEFROLITIASI CISTINICA RICORRENTE:<br />

TRATTAMENTO MEDIANTE URETERORENO-<br />

SCOPIA CON STRUMENTO SEMI-RIGIDO<br />

E/O FLESSIBILE E LITOTRISSIA CON HOL-<br />

MIUM:YAG LASER<br />

Lorenzo Ruggera 1 , Martina Zanin 1 , Lorenzo<br />

Luciani 2 , Francesca Gigli 1 , Paolo Beltrami 1 ,<br />

Maria Angela Cerruto 1 , Filiberto Zattoni 1<br />

1 Divisione Clinicizzata di Urologia, Policlinico “G.B. Rossi”,<br />

Verona; 2 Reparto di Urologia, Ospedale S. Chiara, Trento<br />

Introduzione: L’ureterorenoscopia (URS) rappresenta<br />

attualmente una procedura efficace e sicura<br />

per il trattamento della nefrolitiasi, indipendentemente<br />

dalla composizione chimica e quindi<br />

dal grado di durezza del calcolo. La disponibilità<br />

di questa metodica terapeutica mini-invasiva<br />

rappresenta un indubbio vantaggio nel<br />

minimizzare la morbilità cumulativa di ripetuti<br />

trattamenti, frequentemente necessari nei<br />

pazienti affetti da calcolosi cistinica ricorrente.<br />

Materiali e Metodi: Dal 2002 al 2006 sono stati<br />

sottoposti ad URS 10 pazienti (4 maschi e 6<br />

femmine) affetti da calcolosi renale cistinica<br />

singola (70% dei casi) o multipla (30%).<br />

Complessivamente sono state eseguite 22 procedure<br />

con strumento semirigido e/o flessibile:<br />

un paziente è stato sottoposto a second-look<br />

per persistenza di frammenti litiasici significativi<br />

mentre un paziente è stato sottoposto a 2<br />

procedure e 5 pazienti a 3 URS per calcolosi<br />

recidivante. Il diametro massimo dei calcoli<br />

trattati, valutato con radiografia diretta dell’ad-<br />

<strong>7°</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> Associazione Italiana di Endourologia<br />

dome e con urografia, è risultato in media di<br />

11,2 mm (5-30 mm). In 6 casi è stata eseguita<br />

una litolapassi mentre in 10 casi è stata eseguita<br />

una litotrissia laser con strumento flessibile.<br />

Nei rimanenti 6 casi i calcoli sono stati spostati<br />

in uretere mediante lo strumento flessibile e<br />

successivamente frantumati con sonda laser<br />

utilizzando l’ureteroscopio semirigido. Energia<br />

e frequenza del laser sono state rispettivamente<br />

di 0.8 J e 6-8 Hz, con fibre di 365 Ìm per lo<br />

strumento semirigido e di 230 Ìm per quello<br />

flessibile. Il follow-up a breve termine ha previsto<br />

l’esecuzione di una radiografia diretta dell’addome<br />

e di un’ecografia addomino-pelvica a<br />

48 ore e a 30 giorni di distanza.<br />

Risultati: La bonifica completa è stata ottenuta<br />

in 16 su 22 procedure (73%) mentre in 5 casi<br />

(23%) sono residuati frammenti litiasici significativi<br />

(>2 mm di diametro). In 1 caso (4%)<br />

l’URS è risultata infruttuosa per l’inaccessibilità<br />

al calice contenente il calcolo. In 5 di questi 6<br />

casi sfavorevoli, la clearance completa è stata<br />

ottenuta con un trattamento ausiliario, rappresentato<br />

dalla litotrissia extracorporea (ESWL)<br />

in 2 casi, da un second-look ureteroscopico in<br />

un caso e da una PCNL negli ulteriori 2 casi.<br />

Nessun trattamento di completamento è stato<br />

attuato nel rimanente caso. Al termine dell’intervento<br />

è stato posizionato in 12 casi uno stent<br />

ureterale single J e in 9 casi un doppio J, mantenuti<br />

in sede per un tempo variabile da 2 a 30<br />

giorni. Solamente in un caso nel quale era stata<br />

eseguita la semplice litolapassi di un piccolo<br />

calcolo, non abbiamo ritenuto necessario posizionare<br />

uno stent. Non sono state registrate<br />

complicanze maggiori intra o post-operatorie.<br />

Conclusioni: L’URS sembra offrire indubbi vantaggi<br />

in questo gruppo di pazienti, affetti da<br />

calcolosi ricorrente e resistente al trattamento<br />

mediante ESWL, che frequentemente richiedono<br />

ripetuti trattamenti anche in periodi di<br />

tempo ravvicinati. Questa procedura miniinvasiva<br />

gravata da rare complicanze, permette<br />

di minimizzare la morbilità cumulativa dei<br />

ripetuti trattamenti spesso necessari in questi<br />

pazienti.<br />

C14<br />

URETERORENOSCOPIA: STUDIO PROSPET-<br />

TICO DEI POSSIBILI FATTORI PROGNOSTICI<br />

L. Ruggera, P. Beltrami, M.A. Cerruto, M. Zanin,<br />

A. Aloisi, F. Gigli, F. Zattoni<br />

Divisione Clinicizzata di Urologia, Policlinico “G.B. Rossi”,<br />

Verona<br />

Archivio Italiano di Urologia e Andrologia 2007, 79, 3, Supplemento 1 13

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