7° Congresso Nazionale
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ma è poco indicata per le fistole alte, la cui correzione<br />
risulta difficoltosa.<br />
La laparoscopia viene sempre più frequentemente<br />
impiegata per il trattamento di patologie<br />
complesse quali la FVV ed attualmente in letteratura<br />
sono stati riportati 31 correzioni di<br />
FVV, eseguite con tecniche differenti..<br />
Materiali e Metodi: In questo video descriviamo<br />
la tecnica di correzione laparoscopica di FVV<br />
da noi utilizzata in 3 pazienti consecutive.<br />
La procedura si articola in 3 fasi: escissione<br />
della fistola per via trans-vescicale, ricostruzione<br />
della vescica e della parete vaginale, interposizione<br />
di omento peduncolarizzato tra le<br />
due pareti.<br />
Con la paziente in posizione litotomica dorsale,<br />
si introducono 5 trocar con disposizione a<br />
ventaglio, si liberano le aderenze esito della<br />
pregressa isterectomia e si incide il peritoneo<br />
posteriore. Si separa la base della vescica dalla<br />
parete vaginale anteriore, quindi si apre la<br />
parete vescicale e si identifica l’orifizio fistoloso<br />
a livello del trigono vescicale. Si incide la<br />
cupola vaginale e si reseca il tramite fistoloso;<br />
si prepara quindi la parete vaginale che viene<br />
suturata con vicryl 0. Si sutura la parete vescicale<br />
in doppio strato con vicryl 2-0 e si interpone<br />
l’omento che viene fissato con un punto<br />
alla parete vaginale.<br />
Si completa l’intervento con la ricostruzione<br />
del peritoneo posteriore.<br />
Risultati: Nessuna complicanza è stata registrata<br />
ed il tempo medio di cateterizzazione è risultato<br />
8.2 giorni (7-12). La cistografia retrograda<br />
ed i controlli postoperatori hanno documentato<br />
la completa guarigione nel 100% dei casi.<br />
Conclusioni: Sulla base dei risultati ottenuti e<br />
dell’analisi della letteratura riteniamo che la<br />
correzione laparoscopica di FVV, grazie alla<br />
scarsa invasività e morbilità, rappresenti una<br />
valida opzione rispetto alle tecniche aperte tradizionali.<br />
V10<br />
ADENOMECTOMIA PROSTATICA LAPARO-<br />
SCOPICA EXTRAPERITONEALE<br />
A. Celia, G. Zeccolini, G. Breda<br />
Struttura Complessa di Urologia, Ospedale San<br />
Bassiano, Bassano del Grappa (Vicenza)<br />
Scopo: Lo scopo di questo video è di presentare<br />
“step by step” la nostra tecnica di adenomectomia<br />
prostatica laparoscopica con accesso<br />
extraperitoneale.<br />
<strong>7°</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> Associazione Italiana di Endourologia<br />
Materiali e Metodi: L’intervento inizia con la<br />
preparazione dello spazio extraperitoneale ed il<br />
posizionamento dei trocar operativi secondo lo<br />
schema abituale. Si prepara la loggia prostatica<br />
liberandola dal grasso periprostatico. Si isola<br />
successivamente il piano anteriore del collo<br />
vescicale scivolando sul margine convesso prostatico.<br />
Si apre anteriormente il collo vescicale<br />
e si incide la mucosa sul labbro posteriore dello<br />
stesso. Per questa via si scolla agevolmente il<br />
versante posteriore dell’adenoma dalla capsula.<br />
L’adenomectomia prostatica viene completata<br />
seguendo il piano dell’adenoma postero-lateralmente<br />
ed anteriormente. L’enucleazione<br />
strumentale dell’adenoma è possibile con minime<br />
perdite ematiche se si procede sul piano<br />
corretto, senza forzature e con l’impiego mirato<br />
dell’elettrobisturi.<br />
Giunti all’estremità distale, si incide sotto visione<br />
l’uretra in prossimità del veru montanum.<br />
Successivamente si migliora l’emostasi con<br />
coagulazioni selettive ed il passaggio di 2 punti<br />
laterali secondo l’abituale schema dell’adenomectomia<br />
a cielo aperto. Si esegue inoltre la<br />
cosiddetta “retrigonizzazione dell’uretra” con 3<br />
punti in Vycril 00. La capsula prostatica viene<br />
chiusa con sutura continua, previo posizionamento<br />
del catetere con 30-40 cc nel palloncino<br />
in loggia prostatica. L’intervento si conclude con<br />
la verifica della tenuta della sutura, l’asportazione<br />
dell’adenoma in endobag ed il posizionamento<br />
di un drenaggio tubulare nel Retzius.<br />
Discussione: Recentemente in letteratura sono<br />
state riportate in più centri esperienze di adenomectomia<br />
prostatica secondo Millin eseguita<br />
con tecnica laparoscopica. I risultati funzionali<br />
risultano sovrapponibili alla tecnica open ma i<br />
risultati complessivi sono migliorati dai vantaggi<br />
legati alla laparoscopia: mini-invasività, scarso<br />
sanguinamento e rapido recupero nel postoperatorio.<br />
Il confronto resta aperto con la Holep:<br />
entrambe le tecniche sono min-invasive e si prestano<br />
per il trattamento di grossi adenomi.<br />
Si tratta di valutare quale di queste 2 vie sia più<br />
conveniente in termini di curva di apprendimento,<br />
tempi di occupazione della sala operatoria,<br />
tempi di ospedalizzazione, complicanze,<br />
riammissioni precocci in ospedale, risultati a<br />
distanza e, ultimo ma non da meno, costi complessivi,<br />
all’interno dei quali va compreso<br />
anche il DRG che è il doppio per la Millin<br />
rispetto alla Holep!<br />
Oggi una risposta a questi dubbi ancora non<br />
c’è. L’implementazione e la diffusione della tecnica<br />
laparoscopica di rimozione dell’adenoma<br />
Archivio Italiano di Urologia e Andrologia 2007, 79, 3, Supplemento 1 21