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7° Congresso Nazionale

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Materiali e Metodi: Presentiamo il caso di una<br />

paziente di 64 aa, in buone condizioni generali,<br />

sottoposta presso altro centro a cistectomia con<br />

neovescica ileale ed a nefroureterectomia sinistra<br />

per malattia uroteliale avanzata, ricoverata per il<br />

riscontro radiologico di recidiva a livello caliciale<br />

medio ed ureterale lombare.<br />

La paziente è stata sottoposta a trattamento ureteroscopico<br />

della recidiva ureterale ed a tentativo<br />

infruttuoso di trattamento della localizzazione<br />

caliciale; si è reso pertanto necessario confezionare<br />

un accesso percutaneo per eseguire una<br />

resezione della recidiva caliciale.<br />

Non abbiamo registrato complicazioni per o post<br />

operatorie significative e la paziente è stata controllata<br />

con ecografia ed rx urografia.<br />

Discussione: L’elettrobisturi bipolare a radiofrequenza<br />

rappresenta il modo più semplice e sicuro<br />

nel trattamento endoscopico dei casi “difficili”<br />

di recidiva uroteliale.<br />

Con l’apparecchiatura Gyrus la velocità di taglio<br />

e la precisione di coagulo è nettamente superiore<br />

alla normale ansa diatermica monopolare, permettendoci<br />

così di ridurre il tempo necessario<br />

per la resezione e la coagulazione.<br />

L’energia monopolare produce un riscaldamento<br />

tissutale di circa tremila gradi, con un’alterazione<br />

istologica fino a 4 mm di profondità. L’energia a<br />

radiofrequenza bipolare, innanzitutto, non attraversa<br />

il tessuto del paziente, inoltre, la vaporizzazione<br />

tissutale necessaria per il taglio la si ottiene<br />

con soli 70 gradi, e le alterazioni istologiche le<br />

si rilevano fino a soli 0.5 mm di profondità. Con<br />

quest’ultima metodica si ottiene anche una maggiore<br />

velocità di taglio, unita ad una maggiore<br />

precisione nel coagulo, permettendoci di ridurre<br />

i tempi dell’intervento e quindi anche della<br />

degenza post-operatoria a tutto vantaggio del<br />

paziente. Abbiamo inoltre un minore danno tessutale<br />

causato dalla temperatura elevata durante<br />

il taglio, fornendo all’anatomopatologo un tessuto<br />

istologicamente meno alterato ed una minore<br />

probabilità di perforazione<br />

Comunicazioni Aula Gialla<br />

18 SETTEMBRE 08.00-09.00<br />

Miscellanea 1<br />

C16<br />

TRATTAMENTO DEL CISTOCELE CON TECNI-<br />

CA TENSION FREE PER VIA TRANS-OTTU-<br />

RATORIA (PROLIFT A®).<br />

F. Blefari, C. Radicchia, P.A. Petroni<br />

U.O. Urologia ASL TR4, Orvieto<br />

<strong>7°</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> Associazione Italiana di Endourologia<br />

Scopo del lavoro: Valutare l’efficacia e la sicurezza<br />

della correzione del cistocele tramite<br />

sospensione vaginale anteriore con rete di polipropilene<br />

a maglia larga preconformata in<br />

quattro bracci applicata tension free per via<br />

transotturatoria.<br />

Materiali e Metodi: Dal Novembre 2005 a giugno<br />

2007 16 paz. affette da cistocele sintomatico<br />

sono state selezionate per essere sottoposte<br />

a correzione di tale patologia mediante sospensione<br />

vescicale con amaca anteriore transotturatoria<br />

tension (Prolift A ® ).<br />

La valutazione preoperatoria comprendeva,<br />

anamnesi, esame obiettivo, esame urodinamico<br />

con valutazione del LPP a cistocele ridotto,<br />

Qtip test, valutazione HWS del prolasso. Le<br />

Pazienti sono state rivalutate a 2 e 6 mesi dopo<br />

l’intervento.<br />

L’età media delle Pazienti era 68 anni (range<br />

59-71), tutte erano in menopausa, nessuna era<br />

stata preventivamente sottoposta ad isterectomia.<br />

Nessuna delle Pazienti presentava isterocele<br />

o rettocele significativi.<br />

Risultati: I tempi medi operatori sono risultati 42<br />

min e la durata media operatoria è stata 2,3 gg.<br />

Non vi sono state complicanze intraoperatorie.<br />

6 Pazienti presentavano disuria ostruttiva dopo<br />

l’intervento si è avuta la risoluzione della stessa<br />

documentata al controllo a 2 mesi e confermata<br />

a quello a 6. Non vi è stata comparsa di<br />

instabilità detrusoriale de novo né di ostruzione<br />

persistente.<br />

In una Paziente.si è assistito alla comparsa di<br />

isterocele ed in una alla comparsa di incontinenza<br />

urinaria da stress de novo corretta successivamente<br />

con sling suburetrale (TVT<br />

Secure ® ). In un caso si è osservato un ematoma<br />

retro vescicale che si è assorbito spontaneamente<br />

a 30 gg dall’intervento. Non sono state<br />

osservate erosioni della parete vaginale né della<br />

vescica.<br />

Discussione: Pur nella nostra esigua casistica la<br />

tecnica ci sembra affidabile e sicura consentendo<br />

una soluzione del problema in maniera<br />

miniinvasiva e con ridotti tempi di degenza.<br />

Abbiamo sceto di non trattare l’ipermobilità<br />

uretrale nella stessa seduta operatoria, rimandando<br />

il trattamento allorquando, a correzione<br />

del cistocele ormai stabilizzata, l’incontinenza<br />

sia manifesta. In tale caso l’approccio con TVT<br />

Secure ® ci sembra il più appropriato in quanto<br />

questa metodica non comporta il coinvolgimento<br />

dei forami otturatori per l’attraversamento<br />

con la rete sottouretrale essendo già<br />

questi “occupati” dalle reti del Prolift A ® .<br />

Archivio Italiano di Urologia e Andrologia 2007, 79, 3, Supplemento 1 15

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