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7° Congresso Nazionale

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ilaterale in 3 casi, diretta e bilaterale nei restanti<br />

3 casi.<br />

Risultati: Il tempo medio operatorio legato all’isolamento<br />

del funicolo ed al posizionamento<br />

della mesh è stato di 35 minuti (min 15, max<br />

45). Le perdite ematiche sono risultate non<br />

significative (< di 100 cc). Il follow-up medio è<br />

di 6,9 mesi (min 1, max 12), con assenza di<br />

recidive erniarie.<br />

Discussione: Nella nostra esperienza la riparazione<br />

laparoscopica extraperitoneale dell’ernia<br />

inguinale, eseguita in associazione ad altra patologia<br />

urologica, si è dimostrata una procedura<br />

semplice ed efficace e con un tasso di recidiva<br />

dello 0%.<br />

Riteniamo che l’urologo debba possedere nel suo<br />

armamentario chirurgico la tecnica di riparazione<br />

dell’ernia, open e/o laparoscopica, derivata<br />

dalla conoscenza e dalla competenza chirurgica<br />

della pelvi e del canale inguinale. Il nostro pensiero<br />

viene supportato dall’esperienza consolidata<br />

di molti centri urologici europei che eseguono<br />

tale procedura routinariamente. Ricordiamo<br />

inoltre che le linee guida dell’EAU, proposte nel<br />

2002, presentano la “Laparoscopic Hernia<br />

Repair” come una procedura ad alto livello di<br />

raccomandazione (A).<br />

Conclusioni: La riparazione laparoscopica extraperitoneale<br />

con mesh rappresenta una opzione<br />

valida, rapida e sicura nel trattamento dell’ernia<br />

inguinale. Forse è tempo per l’urologo di riappropriarsi<br />

di un’area ad alto contenuto urologico:<br />

il canale inguinale.<br />

C28<br />

DUE MODELLI PER LA LAPAROSCOPIA URO-<br />

LOGICA: I NOSTRI RISULTATI DOPO TRE ANNI<br />

DI ATTIVITÀ<br />

P. Bove, A. Campagna, E. Finazzi Agrò, R. Miano,<br />

G. Virgili, G. Vespasiani<br />

Cattedra di Urologia, Università di Roma “Tor Vergata”,<br />

Roma<br />

Obiettivi: la laparoscopia è una delle più rivoluzionarie<br />

acquisizioni in ambito urologico con<br />

numerosi potenziali vantaggi derivanti dalla<br />

“mini-invasività” e dalla magnificazione del<br />

campo operatorio. Nonostante i numerosi corsi e<br />

stages proposti per acquisire la tecnica, la laparoscopia<br />

rimane una metodica complessa con una<br />

lunga e difficile curva d'apprendimento.<br />

Riportiamo la Nostra esperienza acquisita con<br />

due programmi di mentoring eseguiti con l'aiuto<br />

di due esperti.<br />

<strong>7°</strong> <strong>Congresso</strong> <strong>Nazionale</strong> Associazione Italiana di Endourologia<br />

Materiali e Metodi: dal Gennaio 2003 abbiamo<br />

iniziato due differenti programmi di mentoring<br />

laparoscopico: prostatectomia radicale e colposacropessi<br />

(programma A); chirurgia dell'alto<br />

apparato urinario (programma B). Il programma<br />

A si è svolto in quattro differenti step: i primi 5<br />

interventi sono stati eseguiti interamente dal chirurgo<br />

esperto (mentor) con il chirurgo discente<br />

come assistente (step 1); nei successivi 10 interventi<br />

il chirurgo discente ha eseguito esclusivamente<br />

la parte demolitiva della procedura (step<br />

2 = 5 procedure) e successivamente solo l'anastomosi<br />

vescico-uretrale (step 3 = 5 procedure);<br />

i successivi 10 interventi sono stati eseguiti interamente<br />

dal chirurgo discente (step 4). Il programma<br />

B si è svolto eseguendo interventi di difficoltà<br />

progressiva con il chirurgo discente come<br />

primo chirurgo ed il mentor come assistente.<br />

Tutti i parametri intra e postoperatori sono stati<br />

registrati per valutare l'impatto della curva d'apprendimento<br />

sulla morbilità e quindi sui risultati<br />

oncologici e funzionali della procedura.<br />

Risultati: abbiamo eseguito un totale di 172<br />

interventi: 70 prostatectomie radicali; 31 nefrectomie<br />

radicali; 10 nefrectomie parziali; 6 nefroureterectomie,<br />

8 resezione di cisti renali, 5 crioterapie<br />

renali, 14 ureterolitotomie, 10 pieloplastiche;<br />

15 colposacropessi, 2 cistectomie radicali, 1<br />

cistectomia parziale. Nel programma A (tot 25<br />

procedure di mentoring) 2 procedure sono state<br />

convertite “a cielo aperto” rispettivamente per<br />

emorragia e per una lesione del tratto intramurale<br />

dell'uretere. Un caso di colposacropessi ha<br />

richiesto una esplorazione laparotomica per una<br />

lesione dell'uretere. Nei restanti casi abbiamo<br />

avuto le seguenti complicanze: lesione del retto<br />

(1); fistole urinose (5), ematoma pelvico (1),<br />

ritenzione urinaria acuta (2), ematoma cutaneo<br />

(3), stenosi dell'anastomosi (2). Nel programma<br />

B (tot 30 procedure) tutte le procedure sono<br />

state portate a termine per via laparoscopica. In<br />

un caso è stata necessaria una esplorazione laparotomica<br />

per emorragia post-operatoria dopo<br />

intervento di crioterapia. Abbiamo avuto inoltre<br />

le seguenti complicanze minori: ileo paralitico<br />

(6), fistola urinosa (1), febbre (10), ematoma<br />

cutaneo (5).<br />

Conclusioni: i programmi di mentoring hanno<br />

consentito di mantenere elevato lo standard<br />

terapeutico con una percentuale di complicanze<br />

sovrapponibile a quella riportata in letteratura<br />

dai maggiori centri urologici. Un programma di<br />

mentoring laparoscopico è di fondamentale<br />

importanza per garantire al paziente un intervento<br />

senza “troppi rischi”.<br />

Archivio Italiano di Urologia e Andrologia 2007, 79, 3, Supplemento 1 31

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