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Per una retorica del cibo nella poesia comicorealistica

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<strong>Per</strong> <strong>una</strong> <strong>retorica</strong> <strong>del</strong> <strong>cibo</strong> <strong>nella</strong> <strong>poesia</strong> comico-realistica fra Tre e Quattrocento<br />

rio per Giovanni di Maffeo Barberino (si trattava soprattutto di cose misere),<br />

che risponde con il sonetto L’avere e corpi d’uno umor compreso; Giovanni<br />

riprende il discorso:<br />

Tu mi saetti nel dir medicame<br />

ed io a te bombarderò di notte;<br />

tu mi vuo’ dar medicina alle gotte:<br />

guarisci te con le tuo cose grame.<br />

O che bue, porco, pesce con salame,<br />

anguille, agrume e vivande corrotte,<br />

vin turbo, grasso, agresto empie le botte<br />

e di quel mangia e béi quando n’ha’ fame.<br />

S’io mangiar posso, i’ vo’ starne e capponi,<br />

lamprede, anguille, arrosto ed in tocchetto,<br />

quaglie, fagiani e pollastri e pippioni,<br />

malvagìe e trebbian ber per diletto,<br />

mandorle, pere, pesche e buon poponi,<br />

vernaccia doppo il <strong>cibo</strong> e <strong>del</strong> confetto.<br />

Di Venere l’effetto<br />

l’accidente e l’età me n’hanno privo,<br />

ché, se ’l potessi usar, non sare’ vivo 120 .<br />

A questa linea può essere associato il sonetto di Bellincioni <strong>Per</strong> certo che s’è<br />

fatto un grande errore 121 : secondo il poeta, il destinatario avrebbe commesso un<br />

errore nel mangiare pesce, ma alla fine <strong>del</strong> testo Bellincioni sostiene il contrario.<br />

In ultimo da ricordare che uno dei testi comici più organici che sviluppa il<br />

tema <strong>del</strong>la parodia <strong>del</strong>la dietetica è il sonetto Mie madre sì m’insegna medicina<br />

scritto da Meo dei Tolomei: gli alimenti che la madre consiglia al figlio non<br />

sono utili a conservare la salute, al contrario produrranno sicuramente un effetto<br />

nocivo 122 .<br />

Dall’esame dei testi poetici più noti e diffusi <strong>del</strong> periodo interessato, emergono<br />

dunque queste principali tematiche. È evidente come esse non siano utilizzate<br />

con la medesima frequenza e come all’interno anche di ciasc<strong>una</strong> possano<br />

verificarsi mutamenti dovuti alle esigenze di chi scrive (si pensi alla presentazione<br />

e all’offerta). Le suddivisioni qui apportate non sono sempre contraddi-<br />

120 Si legge in Lirici toscani <strong>del</strong> Quattrocento, cit., vol. I, p. 690. Si veda anche la risposta<br />

alle pagine 691-92, Non son gli unguenti tuoi di verderame.<br />

121 BELLINCIONI, Le rime, cit., parte II, XXXIX, pp. 44-45.<br />

122 In BRUNI BETTARINI, Le rime di Meo dei Tolomei e di Muscia da Siena, cit., p. 52.<br />

Sull’argomento cfr. M. NICOUD, La dietetica nel Medio Evo, in Et coquatur ponendo…, cit.,<br />

pp. 43-53. Tra i componimenti in versi <strong>del</strong>l’antichità in cui si dispensano consigli alimentari<br />

troviamo ORAZIO, Satirae, II, 2.<br />

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