Scarica il libro in pdf - 7 mosse x l'Italia
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126<br />
la pa r o l a a i n av i g a n t i<br />
3. <strong>il</strong> primo cambiamento è dunque quello dell’<strong>in</strong>dividuo. Nessuno<br />
di noi oggi, da troppo tempo, dedica una parte sufficiente<br />
della sua giornata all’auto-analisi, alla comprensione di quanta distanza<br />
ci sia tra le sue parole e i suoi fatti, di quanto marg<strong>in</strong>e di<br />
lavoro ci sia per tentare, quotidianamente, di avvic<strong>in</strong>arsi all’idea<br />
che ha di se stesso, cioè alla propria autenticità. Nessuno si sente<br />
malato se non ha una passione, se non ha un sogno a cui lavorare.<br />
Tutti si lamentano, sono pronti a sputare su quel che vedono,<br />
sulla società, senza accorgersi che, spesso, loro sono peggio della<br />
società; o ne hanno almeno fattezze, sembianze, comportamenti.<br />
Perf<strong>in</strong>o la nostra pessima politica, <strong>in</strong> questi decenni, non è stata<br />
peggiore del Paese; anzi, lo ha egregiamente rappresentato;<br />
4. qualunque <strong>in</strong>dividuo che voglia partecipare al processo collettivo<br />
del cambiamento deve prima cambiare lui, agendo su di<br />
sé, comportandosi secondo le regole del mondo che vorrebbe e<br />
mettendole <strong>in</strong> pratica, pagando <strong>il</strong> prezzo della propria differenza,<br />
essendo pronto a dire dei no, uscendo dalle logiche più perverse di<br />
questo sistema fondato sul consumo, sullo spreco, sulla distruzione<br />
dell’ambiente, sull’abbattimento delle relazioni, del tempo della<br />
vita. Un <strong>in</strong>dividuo che non <strong>in</strong>traprenda questo lungo percorso<br />
perde perf<strong>in</strong>o la prerogativa e <strong>il</strong> diritto alla lamentela;<br />
5. abbiamo tutti bisogno di occuparci della nostra vita per diventare<br />
più saldi psicologicamente, meno coercib<strong>il</strong>i dalla pubblicità<br />
e dai sistemi occulti di persuasione commerciale, più capaci<br />
di senso critico orig<strong>in</strong>ale, <strong>in</strong>dividuale, avendo dunque diritto<br />
a un’op<strong>in</strong>ione ed essendo f<strong>in</strong>almente <strong>in</strong> grado di elaborare un<br />
nostro personale progetto di emancipazione dalla schiavitù dei<br />
simboli economici e dal lavoro come f<strong>in</strong>e. Abbiamo tutti <strong>il</strong> dovere<br />
di perseguire una nostra, propria direzione “ost<strong>in</strong>ata e contraria”<br />
per disarmare strumenti e uom<strong>in</strong>i dediti alla nostra omologazione,<br />
al nostro controllo. Per farlo dobbiamo essere capaci di abbassare<br />
la soglia dei bisogni, <strong>in</strong>nalzando semmai quella dei desideri.<br />
Uom<strong>in</strong>i con pochi bisogni tendono a una maggiore libertà, e<br />
sono capaci di dire no con maggior coraggio. Non sono ricattab<strong>il</strong>i<br />
dal sistema economico e f<strong>in</strong>anziario, dunque da quello politico e<br />
del consenso;<br />
6. <strong>in</strong> questo modo sarà possib<strong>il</strong>e rifiutare <strong>il</strong> consumismo, la vera<br />
piaga del sistema capitalista, dedicarci a quel che è meglio per<br />
noi, vivere <strong>in</strong> altri luoghi da quelli imposti, frequentando le perso-