NN. 69/70 LUGLIO-AGOSTO/SETTEMBRE-OTTOBRE 2009
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3 Péter Sárközy, Ungheresi in Italia da Jenő Péterfy a László<br />
CS. Szabó, contenuto in AA.VV., Italia ed Ungheria dagli anni<br />
Trenta agli anni Ottanta, a cura di Péter Sárközy, Editore<br />
Universitas, Budapest 1998, p. 184: “Me ne andai da Roma di<br />
notte/E scesi a Bologna./C’era un caldo afoso nell’albergo. Fui<br />
preso da una smania insopportabile,/di correre, vagare,<br />
bagnarmi, immergermi /tra le vite straniere. […] Da ogni<br />
parte la luce mi gridava,/gridava su di me nella via,/come un<br />
ricordo,come se venisse dal passato,/la luce gridava, che mi<br />
fermassi,/la luce gridava che rimanessi./Non riuscivo a<br />
dormire la notte./C’era tanta luce, tanti uomini,/tante ragazze<br />
e tanti giovani,/come dei conoscenti sconosciuti./Pallidi, gravi<br />
studenti, dalle folte chiome latine,/e la notte aveva profumo<br />
di caffè, […] Ecco. Già camminavo per le strade,/La vita<br />
scorreva come in un teatro,/allora mi sedetti in mezzo a<br />
loro,/non come spettatore, come attore,/dissimulando a<br />
stento sul mio viso,/la maschera del viandante,/come fossi<br />
vissuto sempre là,/tra i loro segreti, tra i loro ricordi. /E provai<br />
imitarne la parlata:/ Caffè nero signorina!/Vita, vita caro<br />
gioco…/Acqua fresca con ghiaccio!/Gioco, gioco, cara vita…/E<br />
conversai:- Mi dice?/E replicai: Niente/E sospirai dentro di me<br />
/Al mio antico cuore: Gioventù!/Giovinezza,<br />
giovinezza…/Dov’è, dov’è signorina?/Così dispersi tutti i miei<br />
averi,/Tutto il denaro che tenevo in tasca: /Così dispersi tutte<br />
le parole/Che avevo nella bocca, nella mente /Rimasi là<br />
seduto fino all’alba,/Scordai dov’ero nato,/Sotterrai chi ero<br />
stato/E finsi anch’io di vivere.Péter Sárközy, Ungheresi in<br />
Italia da Jenő Péterfy a László CS. Szabó, contenuto in<br />
AA.VV., Italia ed Ungheria dagli anni Trenta agli anni Ottanta,<br />
a cura di Péter Sárközy, Editore Universitas, Budapest 1998,<br />
p. 184: “Me ne andai da Roma di notte/E scesi a<br />
Bologna./C’era un caldo afoso nell’albergo. Fui preso da una<br />
smania insopportabile,/di correre, vagare, bagnarmi,<br />
immergermi /tra le vite straniere. […] Da ogni parte la luce mi<br />
gridava,/gridava su di me nella via,/come un ricordo,come se<br />
venisse dal passato,/la luce gridava, che mi fermassi,/la luce<br />
gridava che rimanessi./Non riuscivo a dormire la notte./C’era<br />
tanta luce, tanti uomini,/tante ragazze e tanti giovani,/come<br />
dei conoscenti sconosciuti./Pallidi, gravi studenti, dalle folte<br />
chiome latine,/e la notte aveva profumo di caffè, […] Ecco.<br />
Già camminavo per le strade,/La vita scorreva come in un<br />
teatro,/allora mi sedetti in mezzo a loro,/non come spettatore,<br />
come attore,/dissimulando a stento sul mio viso,/la maschera<br />
del viandante,/come fossi vissuto sempre là,/tra i loro segreti,<br />
tra i loro ricordi. /E provai imitarne la parlata:/ Caffè nero<br />
signorina!/Vita, vita caro gioco…/Acqua fresca con<br />
ghiaccio!/Gioco, gioco, cara vita…/E conversai:- Mi dice?/E<br />
replicai: Niente/E sospirai dentro di me /Al mio antico cuore:<br />
Gioventù!/Giovinezza, giovinezza…/Dov’è, dov’è<br />
signorina?/Così dispersi tutti i miei averi,/Tutto il denaro che<br />
tenevo in tasca: /Così dispersi tutte le parole/Che avevo nella<br />
bocca, nella mente /Rimasi là seduto fino all’alba,/Scordai<br />
dov’ero nato,/Sotterrai chi ero stato/E finsi anch’io di vivere.<br />
4 Antal Szerb (1901-1945), nasce a Budapest. È uno dei più<br />
famosi critici, letterari del periodo tra le due guerre mondiali,<br />
autore della, A Magyar világirodalom története I-III [La storia<br />
della Letteratura Mondiale], 1941. 1962. Szerb non è un<br />
italianista, la sua specializzazione è la letteratura inglese e<br />
tedesca, ma questo non ostacola il suo continuo interesse per<br />
l’Italia. Scrive una serie di saggi su vari scrittori italiani: su<br />
Dante, su Petrarca, su Machiavelli, su Pirandello, mentre<br />
traduce e pubblica i diari di Cristoforo Colombo e del<br />
Cagliostro. Subisce l’influenza della teoria dell’estasi di Walter<br />
Pater e questa estasi trova argomento nelle novelle di<br />
ambientazione storico-italiana. fino al grande capolavoro delle<br />
nostalgie esotiche ungheresi per l’Italia che troviamo appunto<br />
nel romanzo “Il viaggiatore ed il chiaro di luna”. Cfr. AA. VV.,<br />
Storia della letteratura ungherese, vol. II, a cura di Bruno<br />
Ventavoli, Lindau, Torino 2002.<br />
5 Antal Szerb, “Utas és holdvilág” [Il viaggiatore ed il chiaro di<br />
luna] Traduzione di Bruno Ventavoli, Edizioni e/o, Roma,<br />
1996, cit., p. 54.<br />
6 Ivi, p. 77.<br />
7 Ivi, p. 79.<br />
* Tesi di laurea (testo)<br />
5) Continua<br />
Luigia Guida<br />
– Bologna –<br />
ANTICHE TRACCE MAGIARE IN ITALIA – III.<br />
ALTRE TRACCE DEGLI’INTRECCI ITALO-UNGHERESI<br />
DELL’UMANESIMO E DEL RINASCIMENTO<br />
Lodovico Carbone: Ad serenissimum principem et inclitum<br />
Pannoniae regem divum Mathiam Lodovici Carbonis dialogus<br />
de ipsius regis laudibus rebusque gestis<br />
Dialogo dei fatti gloriosi dell’augusto Principe ed illustre Re<br />
dell’Ungheria Mattia, scritto da Lodovico Carbone ed offerto allo<br />
stesso Re<br />
– A cura di Melinda B. Tamás-Tarr –<br />
Durante le mie ricerche storiche ho trovato sulla rete<br />
interessanti argomenti a proposito del Rinascimento<br />
attinenti al nostro articolo.<br />
La Dr.ssa Marianne Rozsondai, direttrice del<br />
Dipartamento di Manoscritti e Libri Rari dell’Accademia<br />
Ungherese delle Scienze ci offre le seguenti preziose<br />
informazioni:<br />
Fra i 216 codici<br />
sopravvissuti che una volta<br />
appartenevano alla famosa<br />
Biblioteca Corviniana del<br />
Re Mattia d’Ungheria<br />
(1458-1490) – la prima<br />
biblioteca rappresentativa<br />
del Rinascimento fuori<br />
Italia – questa opera di<br />
Lodovico Carbone risulta<br />
abbastanza modesta per<br />
quanto riguarda la sua<br />
estensione e decorazione.<br />
Neanche il suo contenuto è<br />
tanto rilevante fra i<br />
tantissimi elogi dedicati ai<br />
monarchi del mondo, scritti<br />
prima e dopo di lui, che è anche un autore umanista<br />
italiano poco conosciuto e ricordato solo nelle<br />
enciclopedie della letteratura del Rinascimento,<br />
l’afferma la dottoressa. Tuttavia questo codice è<br />
singolare in quanto uno dei due dialoganti è un<br />
conoscente personale del Re Mattia. È anche unico<br />
grazie al suo tono familiare che ravviva il discorso tra<br />
glialtri interlocutori, non riguarda soltanto soltanto il<br />
dialogo con il Re: ma anche nel caso del padre del Re,<br />
János Hunyadi e del fratello László. Lo stesso tono<br />
familiare si percepisce pure nel caso dei due vescovi<br />
defunti: János Vitéz, vescovo di Esztergom, e Janus<br />
Pannonius, vescovo di Pécs, ed in caso di quest’ultimo<br />
non manca neanche un po’ di malizia. Chi sono dunque<br />
i due interlocutori?<br />
OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove A<strong>NN</strong>O XIII – <strong>NN</strong>. <strong>69</strong>/<strong>70</strong> <strong>LUGLIO</strong>-<strong>AGOSTO</strong>/<strong>SETTEMBRE</strong>-<strong>OTTOBRE</strong> <strong>2009</strong> 47