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NN. 69/70 LUGLIO-AGOSTO/SETTEMBRE-OTTOBRE 2009

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standard tedeschi ed europei. La relativa dissertazione<br />

è stata presentata con successo all’Università di Mainz,<br />

ed poco dopo è stato pubblicato questo volume, in una<br />

rinomata collana di studi sui linguaggi specifici. Si tratta<br />

da un lato di un contributo alla prassi della traduzione,<br />

perché il libro mira a migliorare l’attrezzatura<br />

professionale del traduttore giuridico con un nuovo<br />

strumento lessicografico. Dall’altro, però, per impostare<br />

e sviluppare questo progetto è stato necessario<br />

riprendere sistematicamente molti punti critici (o<br />

addirittura deboli) delle relative teorie, e questo è<br />

l’aspetto principale da tenere in considerazione.<br />

Il primo capitolo è dedicato alla problematica<br />

generale del linguaggio giuridico e della sua traduzione.<br />

E’ impostato con una chiara progressione tematica:<br />

parte dalla caratterizzazione del linguaggio giuridico,<br />

affronta la tipologia dei testi, e su questa base<br />

combinata inquadra la metodologia della traduzione,<br />

per descrivere, infine, la struttura e i risultati del<br />

progetto specifico (un modello di banca dati come<br />

ausilio per il traduttore giuridico). In questa ponderosa<br />

porzione del libro l’autrice illustra in modo acuto ed<br />

esauriente tutti i presupposti linguistici e traduttologici<br />

del progetto, e in diversi casi rielabora decisamente<br />

posizioni finora generalmente accettate. Ciò avviene sia<br />

con una radicale discussione sulla portata e i limiti della<br />

definizione giuridica, sia con nuova proposta tesa a<br />

risistemare le classi e i tipi di testi giuridici. Altrettanto<br />

coerente e innovativa è la discussione delle questioni<br />

traduttive, da cui derivano proposte originali basate<br />

sulle funzioni testuali e gli innumerevoli scopi possibili<br />

della traduzione. In questa parte del libro vengono<br />

finalmente presi in adeguata considerazione, oltre a<br />

numerosi generi testuali finora poco trattati o<br />

addirittura ignorati, i contesti operativi e gli altri fattori<br />

specificamente rilevanti per la traduzione di testi<br />

giuridici. Si coglie in questo capitolo il grande vantaggio<br />

derivante dall’avere praticato in prima persona<br />

un’attività professionale come traduttrice specializzata e<br />

dall’avere successivamente rielaborato con diligenza e<br />

spirito critico l’intero stato della ricerca. Anche a<br />

distanza di quasi cinque anni dalla pubblicazione,<br />

questa parte rappresenta un contributo fondamentale al<br />

rinnovamento della teoria della traduzione giuridica.<br />

Nel secondo capitolo si esaminano le caratteristiche che<br />

gli strumenti elettronici per la traduzione giuridica<br />

devono avere. Anche questa discussione viene collocata<br />

in un contesto molto vasto. Le funzioni specifiche della<br />

traduzione vengono descritte e motivate in riferimento<br />

ad una chiara metodologia di lavoro, e questa a sua<br />

volta viene motivata partendo dalle posizioni teoriche e<br />

dalle tipologie elaborate nel primo capitolo. Inoltre,<br />

viene condotto un esame critico di tutti i tipi di<br />

strumenti, ed in particolare di quelli lessicografici, a cui<br />

può fare ricorso il traduttore giuridico. Questa tipologia<br />

viene discussa con una corretta distinzione fra le<br />

esigenze metodologiche connesse con il compito da<br />

svolgere e la tipica molteplicità, multifunzionalità e<br />

variabilità delle applicazioni e delle risorse disponibili sul<br />

mercato e accessibili in Internet. In particolare, le<br />

proposte che l’autrice formula sull’utilizzo di banche dati<br />

terminologiche, gli archivi testuali e i corpora di testi si<br />

rivelano largamente applicabili ad altri settori della<br />

traduzione specializzata. Altrettanto precisa e<br />

sistematica è la discussione sullo stato attuale della<br />

lessicografia specialistica e della terminologia, oltre che<br />

sui problemi principali rappresentati dall’estrazione di<br />

contenuti dalle fonti e dalla metodologia delle<br />

definizioni. Anche da questa discussione risultano<br />

importanti proposte di adeguamento della metodologia<br />

in vigore.<br />

Dalla discussione emergono ovviamente anche<br />

problematiche nuove, che l’autrice individua e presenta<br />

con lucidità. Da un lato si apre il problema di come<br />

definire nella maniera più adeguata i diversi gradi di<br />

equivalenza fra termini e concetti, e di come<br />

rappresentare queste gradazioni in una struttura<br />

terminografica. Dall’altro, si presenta la questione di<br />

come rappresentare ed eventualmente integrare in<br />

queste nuove applicazioni informatiche i sistemi<br />

concettuali, che nel frattempo impongono di prendere<br />

in considerazione le proposte provenienti dagli studiosi<br />

di ontologie.<br />

Il terzo capitolo, infine, descrive l’organizzazione e gli<br />

aspetti funzionali di un prototipo di banca dati e le<br />

caratteristiche del materiale lessicale e terminologico<br />

che essa contiene. La descrizione riguarda in primo<br />

luogo il procedimento della lemmatizzazione, con il<br />

supporto di numerosi esempi. Particolarmente<br />

interessanti sono la segmentazione e il trattamento<br />

delle collocazioni, i fraseologismi, e numerosi casi di<br />

separazione categoriale, che per motivi di organicità<br />

non hanno trovato posto nei primi due capitoli.<br />

Per quanto riguarda gli aspetti concreti<br />

dell’applicazione, si deve premettere che, a distanza di<br />

quasi cinque anni, la struttura generale rimane valida<br />

per tutto ciò che riguarda le modalità di immissione,<br />

gestione, rappresentazione ed estrazione dei dati,<br />

mentre altri aspetti più legati all’ambiente di sviluppo, al<br />

sistema operativo e alle specificità del browser sono da<br />

aggiornare costantemente. Si tratta in ogni caso di uno<br />

strumento “dedicato”, che supera di gran lunga le<br />

funzionalità contenute nei programmi commerciali di<br />

gestione della terminologia, e soddisfa alcune esigenze<br />

specifiche del traduttore giuridico (gestione delle<br />

collocazioni e della fraseologia, utilizzo mirato dei<br />

contesti, ecc.). Allo stesso tempo, però, queste<br />

particolarità rendono complessa l’integrazione con altri<br />

ambienti di lavoro largamente diffusi, in quanto i campi<br />

della banca dati non sono immediatamente esportabili<br />

in altri ambienti. Anche la possibilità di combinare<br />

l’utilizzo della banca dati con l’esplorazione di corpora o<br />

archivi testuali di riferimento (cfr. ad es. BISTRO o<br />

EOHS Term) rimane, nel prototipo, molto limitata, così<br />

come la costruzione di sistemi concettuali organizzati<br />

gerarchicamente. Un punto di forza, invece, consiste<br />

nel fatto che un tale strumento può essere inserito, con<br />

grande profitto per i destinatari, ad integrazione<br />

dell’insegnamento in corsi di laurea e specializzazione<br />

per traduttori giuridici.<br />

In conclusione, si tratta di un opera di riferimento e<br />

di una lettura obbligata per chi voglia o debba<br />

aggiornarsi scientificamente sull’intera tematica della<br />

traduzione giuridica: la presentazione critica dello stato<br />

della ricerca e la risistemazione di numerosi concetti<br />

strategici che ci vengono offerte rappresentano una<br />

risorsa di grande valore. In secondo luogo, le proposte<br />

operative sull’utilizzo delle risorse, gli spunti di<br />

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove A<strong>NN</strong>O XIII – <strong>NN</strong>. <strong>69</strong>/<strong>70</strong> <strong>LUGLIO</strong>-<strong>AGOSTO</strong>/<strong>SETTEMBRE</strong>-<strong>OTTOBRE</strong> <strong>2009</strong> 63

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