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F E N A R E T E P R O J E C T creta protezione, è l’elemento evidente della differenza tra il passato e il presente, e ciò consente di guardare il proprio passato con maggiore tranquillità e con un certo distacco. In questo modo è possibile rileggere la propria esperienza per desumerne punti di forza e debolezza, perciò insegnamenti. La metodologia proposta attiva un processo di allontanamento che permette di differenziare il passato dal presente e di mantenere entrambi come aspetti della propria vita. In questo modo si evita l’attivazione di processi di negazione dell’esperienza vissuta, cosa che, se avvenisse, sarebbe controproducente ed inopportuna rispetto al profilo professionale della peer. Entrando nel merito del processo dell’attaccamento - creazione del legame (facente parte del ciclo della vita) esso si snoda in un percorso caratterizzato da tre aspetti: persone, base sicura e obiettivi. Il culmine del percorso è dato dal raggiungimento dell’autostima e le tappe per arrivarvi sono: 1) rispetto alle persone il passaggio attraverso la capacità di amare - essere amati, appartenere e sentirsi degni - meritare di esistere; 2) per la base sicura il passaggio attraverso il permesso di esplorare e l’atteggiamento giocoso; 3) per quanto riguarda gli obiettivi il passaggio attraverso il senso di competenza, la capacità di avere successo ed agire - essere capaci di agire. Se si mettono in relazione processo dell’attaccamento - creazione del legame e l’ipotesi metodologica del percorso formativo per educatrici pari si possono individuare aree di sovrapposizione: Ciclo della vita Capacità di amare -essere amati Formazione peer Esperienza significativa Appartenere all’interno del gruppo di formazione Sentirsi degni - meritare di esistere Persone Base Sicura Obiettivi Ciclo della vita Permesso di esplorare Atteggiamento giocoso Atteggiamento giocoso 8 Formazione peer Permesso di esplorare la propria esperienza Permesso di ascoltare e condividere Ciclo della vita Senso di competenza Capacità di avere successo Permesso di Essere capa- sperimentare ci di agire - (project agire work) Formazione peer Riconoscere di possedere competenze specifiche Sperimentabile nella esperienza di project work
1.2.4 Il “gruppo” come risorsa F E N A R E T E P R O J E C T Il processo formativo avviene in gruppo, ci siamo perciò chieste se e come era possibile usare la dimensione gruppo come una risorsa. Secondo Berne il gruppo soddisfa le fondamentali esigenze umane: la fame di stimolo, di riconoscimento e di struttura. Inoltre il gruppo si posiziona in una terra di mezzo tra l’individuo e la società; esso infatti è un aggregato di persone che, in quanto suoi membri, compongono un microcosmo ed insieme è uno spaccato della società, ne è l’interfaccia, perciò possiede una sua identità, è separato dall’esterno e contemporaneamente ne è collegato. “Il “gruppo” è esperienza costitutiva di ogni essere umano. L’Analisi Transazionale, sia a livello teorico che di intervento, ha focalizzato la sua attenzione sul “gruppo” quale situazione privilegiata per favorire processi di cambiamento”. Secondo Spaltro il piccolo gruppo rappresenta un modello a tre, dove gli elementi da tenere in considerazione sono l’individuo, il gruppo e il “collettivo” e questa caratteristica “consente di superare la contrapposizione duale individuo/società, soggettivo/oggettivo; consente nella complessità, nell’indeterminatezza, nell’anodia del reale un processo di individuazione attraverso la distinzione che ogni gruppo fa tra sé e tutti gli altri membri, tra chi è dentro e chi è fuori”. Le teorie sopra esposte supportano la possibilità di considerare la dimensione gruppo una risorsa per il percorso formativo per peer, in particolar modo rispetto al processo di elaborazione della propria esperienza di prostituzione e quindi della definizione di sé. Il gruppo può essere una risorsa e accompagnare tale processo nella prima parte del lavoro tramite la differenziazione tra l’interno e l’esterno del gruppo stesso e nelle fasi successive tramite la differenziazione tra le persone che compongono il gruppo. Infatti inizialmente il gruppo è percepito dai suoi componenti come luogo protetto in cui attaccarsi, in cui riconoscersi e solidarizzare; i/le componenti del gruppo condividono una forte partecipazione e segnano un confine netto fra il dentro e il fuori del gruppo, fra chi fa parte di quel gruppo e chi ne è fuori. Successivamente il gruppo viene percepito come luogo in cui individuare la differenza tra ciascuna partecipante, tramite il riconoscimento sia di ciò che rende unico sia degli aspetti che accomunano alle altre persone. Il processo che si attiva va dall’unione e solidarietà iniziale ad una evoluzione verso la differenziazione personale rimanendo all’interno del gruppo. Ciò comporta che il fatto stesso di lavorare in gruppo rappresenta una risorsa sia rispetto alla possibilità di sviluppare un’esperienza di vicinanza e partecipazione sia per attivare un processo di differenziazione individuale volto a riconoscere specifiche caratteristiche personali. L’ipotesi metodologica è di programmare il percorso formativo tenendo conto di due aspetti, l’uno è dato dalle risorse che la dimensione gruppo possiede: fornire senso di appartenenza (si è nell’assunto di base della dipendenza), rappresentare una base sicura per esplorare, confrontarsi e sperimentarsi (l’assunto di base è l’attacco e fuga) 9
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