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Lisa Jane Smith Il diario del vampiro La lotta - Liberi di Leggere

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uccidere un cane?»<br />

«Non lo so, ma lui era lì quella notte, a casa tua. Ed era... arrabbiato. Mi<br />

spiace, Bonnie».<br />

Bonnie scosse la testa, sconcertata. Mere<strong>di</strong>th intervenne: «Perché non lo<br />

<strong>di</strong>ci alla polizia?».<br />

<strong>La</strong> risata <strong>di</strong> Elena suonò leggermente isterica. «Non posso. Non è una<br />

faccenda <strong>di</strong> cui possono occuparsi. E c'è un'altra cosa che non posso<br />

spiegare. Avete detto che vi fidate ancora <strong>di</strong> me; bene, dovete<br />

semplicemente fidarvi <strong>di</strong> me anche riguardo a questo».<br />

Bonnie e Mere<strong>di</strong>th si scambiarono un'occhiata, poi fissarono il<br />

copriletto, dove le <strong>di</strong>ta nervose <strong>di</strong> Elena giocherellavano con un filo <strong>del</strong><br />

ricamo. Alla fine Mere<strong>di</strong>th <strong>di</strong>sse: «D'accordo. Cosa possiamo fare per<br />

aiutarti?»<br />

«Non saprei. Niente, a meno che...», Elena s'interruppe e guardò Bonnie.<br />

«A meno che», riprese, cambiando tono <strong>di</strong> voce, «non mi aiuti a trovare<br />

Stefan».<br />

Gli occhi castani <strong>di</strong> Bonnie sembrarono sinceramente sbalor<strong>di</strong>ti. «Io?<br />

Ma cosa posso fare?». Poi, mentre Mere<strong>di</strong>th tratteneva il respiro, capì:<br />

«Oh. Oh».<br />

«Tu sapevi dove mi trovavo quel giorno che sono andata al cimitero»,<br />

riprese Elena. «E avevi anche previsto l'arrivo <strong>di</strong> Stefan a scuola».<br />

«Pensavo che non credessi a questa faccenda dei poteri paranormali»,<br />

<strong>di</strong>sse Bonnie con un filo <strong>di</strong> voce.<br />

«Da allora ho imparato un paio <strong>di</strong> cosette. A ogni modo, sono pronta a<br />

credere a qualsiasi cosa, se servirà a trovare Stefan. Se c'è anche una<br />

remota possibilità che possa servire».<br />

Bonnie si rannicchiò su se stessa, come se cercasse <strong>di</strong> far scomparire la<br />

sua già esile figura. «Elena, non capisci», <strong>di</strong>sse in tono afflitto. «Non sono<br />

allenata; non è qualcosa che posso controllare. E... non è un gioco, non<br />

più. Più usi questi poteri, più loro useranno te. Possono finire con l'usarti<br />

per tutto il tempo, che tu lo voglia o no. È pericoloso».<br />

Elena si alzò e andò verso il cassettone in legno <strong>di</strong> ciliegio, guardandolo<br />

ma senza vederlo. Alla fine si voltò.<br />

«Hai ragione; non è un gioco. E ti credo quando <strong>di</strong>ci che potrebbe<br />

<strong>di</strong>ventare pericoloso. Ma non è un gioco neanche per Stefan. Bonnie, credo<br />

che sia là fuori, da qualche parte, gravemente ferito. E non c'è nessuno che<br />

lo aiuti; nessuno che lo cerchi, tranne i suoi nemici. Forse sta morendo,<br />

proprio adesso. Lui... lui potrebbe persino essere...». <strong>La</strong> voce le morì in<br />

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