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Lisa Jane Smith Il diario del vampiro La lotta - Liberi di Leggere

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ed Elena annuì lentamente.<br />

«D'accordo, Stefan. Faremo attenzione».<br />

«Bene». Si baciarono, sfiorandosi appena le labbra, sciogliendo a<br />

malincuore la stretta <strong>del</strong>le loro mani. «Ringrazia gli altri», <strong>di</strong>sse.<br />

«Lo farò».<br />

I cinque ragazzi si ritrovarono fuori <strong>del</strong> pensionato, e Matt si offrì <strong>di</strong><br />

accompagnare a casa Mary, così Bonnie e Mere<strong>di</strong>th avrebbero potuto<br />

andare con Elena. Mary era ancora palesemente sospettosa circa gli eventi<br />

<strong>di</strong> quella sera, ed Elena non riusciva a biasimarla. Non riusciva neanche a<br />

pensare. Era troppo stanca.<br />

«Mi ha chiesto <strong>di</strong> ringraziare tutti voi», si ricordò, dopo che Matt se ne<br />

fu andato.<br />

«Non c'è... <strong>di</strong> che», <strong>di</strong>sse Bonnie, intervallando le parole con un grosso<br />

sba<strong>di</strong>glio, mentre Mere<strong>di</strong>th le apriva la portiera <strong>del</strong>la macchina.<br />

Mere<strong>di</strong>th non <strong>di</strong>sse nulla. Era stata molto silenziosa da quando aveva<br />

lasciato Elena sola con Stefan.<br />

Bonnie scoppiò a ridere. «Di una cosa ci siamo <strong>di</strong>menticate», <strong>di</strong>sse. «<strong>La</strong><br />

profezia».<br />

«Quale profezia?», incalzò Elena.<br />

«Riguardo il ponte. Quella che ritieni abbia detto io. Be', sei andata al<br />

ponte e la Morte non era lì ad aspettarti, dopo tutto. Forse hai frainteso il<br />

senso».<br />

«No», intervenne Mere<strong>di</strong>th. «Abbiamo ascoltato attentamente ogni<br />

parola».<br />

«Bene, allora, forse è un altro ponte. O... mmm...». Bonnie si strinse nel<br />

cappotto, chiuse gli occhi e non si preoccupò <strong>di</strong> finire la frase.<br />

Ma la mente <strong>di</strong> Elena completò la frase per lei. O un'altra volta.<br />

Mentre Mere<strong>di</strong>th avviava il motore, un gufo fece sentire il suo lamento.<br />

5<br />

2 novembre, sabato<br />

Caro <strong><strong>di</strong>ario</strong>,<br />

quando mi sono svegliata questa mattina mi sentivo così strana. Non so come<br />

descriverlo. Da una parte, ero così debole che quando ho cercato <strong>di</strong> alzarmi i muscoli<br />

non volevano sostenermi. Ma dall'altra mi sentivo così... bene. Così serena, rilassata.<br />

Mi sembrava <strong>di</strong> galleggiare su un letto <strong>di</strong> luce dorata. Non m'importava se non fossi<br />

più riuscita a muovermi.<br />

Poi mi sono ricordata <strong>di</strong> Stefan, e ho cercato <strong>di</strong> alzarmi, ma zia Ju<strong>di</strong>th mi ha<br />

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