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Lisa Jane Smith Il diario del vampiro La lotta - Liberi di Leggere

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grosse sull'omici<strong>di</strong>o. E allora? Perché ti interessa?»<br />

«Perché», <strong>di</strong>sse Stefan in modo <strong>di</strong>retto e brutale, «potrebbe aver ragione.<br />

Non riguardo all'omici<strong>di</strong>o ma riguardo a te. Riguardo a noi due. Avrei<br />

dovuto capire che sarebbe andata così. Non si tratta solo <strong>di</strong> lei, vero? Ho<br />

avvertito paura e ostilità per tutto il giorno, ma ero troppo stanco per<br />

cercare <strong>di</strong> analizzarle. Pensano che io sia l'assassino e se la prendono con<br />

te».<br />

«Non importa quel che pensano! Si sbagliano, e alla fine se ne<br />

renderanno conto. E poi tutto tornerà come prima».<br />

Stefan sollevò un angolo <strong>del</strong>la bocca, in un sorriso malinconico. «Lo<br />

cre<strong>di</strong> davvero, eh?». Poi <strong>di</strong>stolse lo sguardo, il viso s'irrigidì. «E se non se<br />

ne rendono conto? E se le cose cambieranno solo in peggio?»<br />

«Ma cosa <strong>di</strong>ci?»<br />

«Sarebbe meglio...». Stefan prese un profondo respiro e continuò,<br />

misurando le parole. «Sarebbe meglio se non ci vedessimo per un po'. Se<br />

pensano che non stiamo insieme, ti lasceranno in pace».<br />

Elena lo guardò con gli occhi sgranati. «E tu pensi <strong>di</strong> riuscirci? A non<br />

vedermi e non parlarmi per chissà quanto tempo?»<br />

«Se è necessario... sì. Potremmo far credere che ci siamo lasciati». Serrò<br />

la mascella.<br />

Elena lo fissò ancora per un attimo. Poi gli girò intorno e gli andò<br />

vicino, così vicino che quasi si toccavano. Stefan dovette abbassare lo<br />

sguardo per vederla, gli occhi a pochi centimetri dai suoi.<br />

«C'è», cominciò Elena, «un solo modo perché io annunci al resto <strong>del</strong>la<br />

scuola che ci siamo lasciati. Ed è se mi <strong>di</strong>ci che non mi ami e non vuoi<br />

vedermi. Dimmelo, Stefan, adesso. Dimmi che non vuoi più stare con me».<br />

Stefan trattenne il respiro. <strong>La</strong> guardò intensamente con quegli occhi<br />

ver<strong>di</strong> striati come quelli <strong>di</strong> un gatto, con sfumature <strong>di</strong> smeraldo, malachite<br />

e agrifoglio.<br />

«Dillo», gli <strong>di</strong>sse. «Dimmi come puoi farcela senza <strong>di</strong> me, Stefan.<br />

Dimmi...».<br />

Non arrivò a finire la frase. Rimase a metà, mentre la bocca <strong>di</strong> Stefan<br />

raggiungeva la sua.<br />

6<br />

Stefan era seduto nel soggiorno <strong>di</strong> casa Gilbert, e garbatamente<br />

conveniva con qualsiasi cosa stesse <strong>di</strong>cendo zia Ju<strong>di</strong>th. L'anziana donna si<br />

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