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Lisa Jane Smith Il diario del vampiro La lotta - Liberi di Leggere

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un singhiozzo. «È... curioso. Non ho mai pensato che avrei desiderato così<br />

tanto vedere il sole. Ma qui è sempre buio. E freddo. L'acqua mi arriva al<br />

collo, fredda come ghiaccio. Anche questo è curioso. Acqua ovunque... e<br />

io sto morendo <strong>di</strong> sete. Ho tanta sete... dolore...».<br />

Elena sentì una morsa stringerle il cuore. Bonnie era nei pensieri <strong>di</strong><br />

Stefan, chissà cosa avrebbe potuto scoprire? Stefan, <strong>di</strong>cci dove sei, pensò<br />

<strong>di</strong>speratamente. Guardati intorno; <strong>di</strong>mmi cosa ve<strong>di</strong>.<br />

«Ho sete. Ho bisogno <strong>di</strong>... vita?». <strong>La</strong> voce <strong>di</strong> Bonnie suonò incerta,<br />

come se non sapesse come tradurre quel concetto. «Sono debole. Lui ha<br />

detto che io sarò sempre quello debole. Lui è forte... un assassino. Ma<br />

anche io lo sono. Ho ucciso Katherine; forse merito <strong>di</strong> morire. Perché non<br />

lasciarmi semplicemente andare...?»<br />

«No!», urlò Elena, senza riuscire a trattenersi. In quel momento<br />

<strong>di</strong>menticò ogni cosa, tranne la sofferenza <strong>di</strong> Stefan. «Stefan...».<br />

«Elena!», la riprese duramente Mere<strong>di</strong>th nello stesso istante. Ma Bonnie<br />

aveva reclinato il capo, il flusso <strong>del</strong>le parole interrotto.<br />

Sconvolta, Elena si rese conto <strong>di</strong> quel che aveva fatto.<br />

«Bonnie, stai bene? Puoi ritrovarlo? Io non volevo...».<br />

Bonnie sollevò la testa. Gli occhi erano aperti, ma non guardavano né la<br />

can<strong>del</strong>a né Elena. Fissavano qualcosa <strong>di</strong> fronte a loro, inespressivi.<br />

Quando riprese a parlare, la voce era <strong>di</strong>storta, e il cuore <strong>di</strong> Elena si fermò.<br />

Non era la voce <strong>di</strong> Bonnie, ma era una voce che Elena riconobbe. L'aveva<br />

sentita uscire dalle labbra <strong>di</strong> Bonnie una volta, nel cimitero.<br />

«Elena», <strong>di</strong>sse la voce, «non andare al ponte. C'è la Morte, Elena. <strong>La</strong> tua<br />

morte è là, in attesa». Poi Bonnie si accasciò in avanti.<br />

Elena l'afferrò per le spalle e la scrollò. «Bonnie!», gridò. «Bonnie!».<br />

«Cosa... oh, no. <strong>La</strong>sciami». <strong>La</strong> voce <strong>di</strong> Bonnie era fievole e tremante, ma<br />

era la sua. Ancora chinata in avanti, si posò una mano sulla fronte.<br />

«Bonnie, ti senti bene?»<br />

«Credo <strong>di</strong> sì... sì. Ma è stato così strano». <strong>Il</strong> tono <strong>di</strong> voce si fece più<br />

acuto mentre sollevava lo sguardo, battendo le palpebre. «Cos'era, Elena,<br />

quella storia <strong>del</strong>l'assassino?»<br />

«Te la ricor<strong>di</strong>?»<br />

«Ricordo tutto. Non riesco a descriverlo; è stato orribile. Ma cosa voleva<br />

<strong>di</strong>re?»<br />

«Niente», tagliò corto Elena. «Era in preda alle allucinazioni; tutto qui».<br />

Mere<strong>di</strong>th intervenne: «Lui? Allora tu pensi veramente che Bonnie si sia<br />

messa in comunicazione con Stefan?».<br />

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