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Lisa Jane Smith Il diario del vampiro La lotta - Liberi di Leggere

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potevano prendere qualcosa per lei, pensò Stefan. Poteva masticare e<br />

ingoiare cibo normale, se avesse dovuto, ma non gli avrebbe fatto bene, e<br />

da molto tempo ormai aveva perso la capacità <strong>di</strong> gustarlo. No, i suoi...<br />

appetiti... ora, erano più insoliti, pensò. E se fossero andati a quel party,<br />

sarebbero passate ore prima che lui avesse potuto saziarsi. Ma fece un<br />

cenno <strong>di</strong> assenso a Elena.<br />

«Se tu vuoi andarci», <strong>di</strong>sse.<br />

Elena voleva; era decisa. Lui l'aveva capito sin dall'inizio. «Bene, allora<br />

sarà meglio che mi cambi».<br />

Stefan la seguì ai pie<strong>di</strong> <strong>del</strong>la scala. «Indossa qualcosa con un collo alto.<br />

Un pullover», le <strong>di</strong>sse, con una voce troppo bassa per essere sentita.<br />

Elena guardò oltre il vano <strong>del</strong>la porta, nel soggiorno ormai vuoto, e<br />

<strong>di</strong>sse: «È tutto a posto. Sono quasi guariti. Ve<strong>di</strong>?». Tirò giù il collo <strong>di</strong><br />

pizzo, girando la testa da un lato.<br />

Stefan restò a fissare, come ipnotizzato, i due fori sulla pelle <strong>del</strong>icata.<br />

Erano <strong>di</strong> un leggero colore bordeaux, quasi traslucido, come un vino molto<br />

annacquato. Serrò i denti e si costrinse a <strong>di</strong>stogliere lo sguardo. Se avesse<br />

continuato a fissarli, sarebbe impazzito.<br />

«Non mi riferivo a questo», <strong>di</strong>sse, in modo brusco.<br />

<strong>Il</strong> velo lucente dei capelli ricadde a coprire i segni, nascondendoli alla<br />

vista. «Oh».<br />

«Entrate!».<br />

Quando fecero il loro ingresso nella stanza, la conversazione si fermò.<br />

Elena osservò le facce rivolte verso <strong>di</strong> loro, gli sguar<strong>di</strong> curiosi e furtivi, le<br />

espressioni <strong>di</strong>ffidenti. Non il genere <strong>di</strong> sguar<strong>di</strong> che era abituata a ricevere<br />

al suo arrivo.<br />

Era stato un altro studente ad aprire loro la porta; Alaric Saltzman non<br />

era nei paraggi. Ma Caroline sì, seduta su uno sgabello <strong>del</strong> bar, che<br />

metteva in bella mostra le gambe. Rivolse a Elena un'occhiata beffarda e<br />

poi <strong>di</strong>sse qualcosa al ragazzo alla sua destra, che si mise a ridere.<br />

Elena sentì che sorridere cominciava a <strong>di</strong>ventarle penoso, mentre un<br />

leggero rossore si <strong>di</strong>ffondeva lentamente sulle sue guance. Poi le arrivò il<br />

suono <strong>di</strong> una voce familiare.<br />

«Elena, Stefan! Da questa parte».<br />

Con un senso <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne, in<strong>di</strong>viduò Bonnie seduta insieme a<br />

Mere<strong>di</strong>th e a Ed Goff su un <strong>di</strong>vano a esse nell'angolo. Quando lei e Stefan<br />

si furono accomodati su una grande ottomana <strong>di</strong> fronte a loro, sentì che la<br />

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