Lisa Jane Smith Il diario del vampiro La lotta - Liberi di Leggere
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Elena esitò, poi scosse la testa. Desiderava con tutte le sue forze<br />
raccontare ogni cosa a Bonnie e Mere<strong>di</strong>th. Raccontare loro tutta la<br />
terrificante storia <strong>di</strong> Stefan e Damon e quel che era realmente accaduto al<br />
signor Tanner la sera prima, e in seguito. Ma non poteva. Anche se le<br />
avessero creduto, non aveva il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> farlo.<br />
«Sono tutti in giro a cercarti», <strong>di</strong>sse Mere<strong>di</strong>th. «Tutta la scuola è in<br />
agitazione, e tua zia è praticamente sconvolta».<br />
«Mi spiace», commentò Elena, come inebetita, cercando <strong>di</strong> bloccare<br />
quel tremito violento. Svoltarono su Maple Street e si fermarono davanti a<br />
casa sua.<br />
<strong>La</strong> zia Ju<strong>di</strong>th la aspettava all'interno, dove aveva scaldato alcune coperte.<br />
«Sapevo che se ti avessero trovata, saresti stata mezza congelata», esordì<br />
con tono volutamente festoso, tendendo le braccia a Elena. «<strong>La</strong> neve il<br />
giorno dopo Halloween! Non riesco a crederci. Dove l'avete trovata,<br />
ragazze?»<br />
«Su Old Creek Road, dopo il ponte», rispose Mere<strong>di</strong>th.<br />
<strong>Il</strong> viso sottile <strong>di</strong> zia Ju<strong>di</strong>th impallidì. «Vicino al cimitero? Dove ci sono<br />
state quelle aggressioni? Elena, come hai potuto?...». <strong>La</strong> voce si spense<br />
mentre scrutava il viso <strong>di</strong> Elena. «Da questo momento in poi non <strong>di</strong>remo<br />
più una sola parola al riguardo», concluse, cercando <strong>di</strong> riprendere i suoi<br />
mo<strong>di</strong> festosi. «Togliamo questi vestiti bagnati».<br />
«Devo tornare là, dopo che mi sarò asciugata», <strong>di</strong>sse Elena. <strong>Il</strong> cervello<br />
aveva ripreso a funzionare, e una cosa fu chiara: non aveva visto realmente<br />
Stefan laggiù; si era trattato <strong>di</strong> un sogno. Stefan era ancora <strong>di</strong>sperso.<br />
«Tu non farai niente <strong>del</strong> genere», intervenne Robert, il fidanzato <strong>di</strong> zia<br />
Ju<strong>di</strong>th. Elena non lo aveva quasi notato fino a quel momento, fermo in<br />
pie<strong>di</strong>, in <strong>di</strong>sparte. Ma il suo tono non ammetteva repliche. «<strong>La</strong> polizia sta<br />
cercando Stefan; lasciagli fare il loro lavoro», aggiunse.<br />
«<strong>La</strong> polizia pensa che lui abbia ucciso il signor Tanner. Ma non è stato<br />
lui. Lo sapete, vero?». Mentre zia Ju<strong>di</strong>th le sfilava il pullover zuppo, Elena<br />
fece correre lo sguardo da un viso all'altro in cerca <strong>di</strong> aiuto, ma nessuno<br />
reagì. «Voi sapete che non è stato lui», ripeté, quasi in preda alla<br />
<strong>di</strong>sperazione.<br />
Ci fu un attimo <strong>di</strong> silenzio. «Elena», <strong>di</strong>sse alla fine Mere<strong>di</strong>th, «a nessuno<br />
piace pensare che sia stato lui. Ma... be', non depone certo a suo favore,<br />
essere scappato in quel modo».<br />
«Non è scappato. Non è scappato! Lui non è...».<br />
«Elena, calmati», intervenne zia Ju<strong>di</strong>th. «Non farti prendere<br />
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