Terry Brooks - 1996 - Il Primo Re Di Shannara ... - Liberi di Leggere
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cuor suo che era inutile pensarci. Ora capiva perché Athabasca gli aveva<br />
concesso il colloquio. <strong>Il</strong> Grande Druido aveva preferito ascoltarlo che<br />
cacciarlo via su due pie<strong>di</strong>, mostrargli una parvenza <strong>di</strong> considerazione<br />
invece <strong>di</strong> non mostrargliene affatto. Ma la sua decisione era già presa.<br />
Non avrebbe ascoltato gli avvertimenti. Bremen era stato ban<strong>di</strong>to e non<br />
avrebbe più avuto il permesso <strong>di</strong> tornarvi. Per nessun motivo, e per<br />
quanto potesse suonare convincente. Bremen era un uomo pericoloso,<br />
secondo Athabasca - e anche secondo altri, supponeva lui. Usava la magia<br />
senza cautela. Scherzava col fuoco. Non si poteva dare ascolto a un uomo<br />
simile. Né ora né mai. Che tristezza. Era venuto ad avvertire i Drui<strong>di</strong>,<br />
ma erano ormai irraggiungibili. Finalmente l'aveva capito. Adesso<br />
aspettava solo <strong>di</strong> averne la conferma. E la conferma arrivò presto, dopo<br />
le quattro ore <strong>di</strong> attesa. Athabasca rientrò nella stanza con l'aria <strong>di</strong><br />
chi ha cose più importanti da fare. "Bremen" lo salutò e lo congedò<br />
nello stesso tempo. Non prestò attenzione a Caerid Lock, non gli chiese<br />
<strong>di</strong> rimanere o <strong>di</strong> andarsene. "<strong>Il</strong> Consiglio ha esaminato la tua richiesta<br />
e l'ha respinta. Se la presenterai <strong>di</strong> nuovo, questa volta in forma<br />
scritta, verrà trasmessa a una commissione apposita che effettuerà un<br />
secondo esame." Si sedette alla scrivania e cominciò a leggere con<br />
ostentazione alcuni documenti che aveva portato con sé. L'Eilt Druin<br />
luccicava vivacemente, dondolandogli sul petto. "Noi ci siamo impegnati<br />
a una politica <strong>di</strong> non intervento negli affari delle Razze, Bremen. Ciò<br />
che tu ci chie<strong>di</strong> costituirebbe una violazione <strong>di</strong> questo principio.<br />
Dobbiamo tenerci lontano dalla politica e dai conflitti interrazziali.<br />
Le tue ipotesi sono troppo generiche e del tutto prive <strong>di</strong> conferma. Non<br />
possiamo dar loro cre<strong>di</strong>to." Alzò la testa. "Puoi provvederti <strong>di</strong> tutto<br />
l'occorrente per proseguire il viaggio. Buona fortuna. Capitano Lock,<br />
accompagna alla porta principale il nostro ospite." Abbassò <strong>di</strong> nuovo gli<br />
occhi. Bremen lo guardò senza fiatare. Nonostante se l'aspettasse, era<br />
stupito <strong>di</strong> un congedo così brusco. Quando capì che Athabasca avrebbe<br />
continuato a ignorare la sua presenza, gli <strong>di</strong>sse piano: "Sei davvero un<br />
i<strong>di</strong>ota". Poi girò le spalle e seguì Caerid che apriva la porticina e si<br />
avviava lungo i corridoi che li avevano portati fin lì. Quando fu<br />
uscito, sentì Athabasca chiudere la porta e tirare il chiavistello.<br />
3<br />
Caerid Lock e Bremen scesero in silenzio, accompagnati dalla solitaria<br />
cadenza dei loro passi lungo i corridoi tortuosi. <strong>Di</strong>etro <strong>di</strong> loro, il<br />
chiarore che ancora proveniva dal pianerottolo e dalla porticina dello<br />
stu<strong>di</strong>o del Grande Druido Athabasca lasciò progressivamente il posto<br />
all'oscurità. Bremen faticò a frenare l'amarezza che montava dentro <strong>di</strong><br />
lui. Aveva dato dell'i<strong>di</strong>ota ad Athabasca, ma forse il vero i<strong>di</strong>ota era<br />
lui. Kinson aveva ragione. Visitare Paranor era stata una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />
tempo. I Drui<strong>di</strong> non intendevano ascoltare il loro ex fratello scacciato<br />
dall'or<strong>di</strong>ne. Non erano interessati alle sue fantasie <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nate, al suo<br />
tentativo <strong>di</strong> tornare fra loro. Riusciva a immaginare senza <strong>di</strong>fficoltà le<br />
occhiate <strong>di</strong>vertite e ironiche che dovevano essersi scambiati, quando il<br />
Grande Druido li aveva informati della richiesta. Li vedeva scuotere la<br />
testa, offesi da tanto ar<strong>di</strong>re. In verità, l'arroganza l'aveva reso<br />
cieco: gli aveva impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> valutare l'immensità dell'ostacolo da<br />
superare per riavere la loro fiducia. Se riuscissi a parlare con loro,<br />
mi ascolterebbero, si era detto. Ma non gli era stata neppure data la