Terry Brooks - 1996 - Il Primo Re Di Shannara ... - Liberi di Leggere
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la vide aprirsi lentamente. Entrò e si trovò su una piattaforma posta a<br />
uno dei livelli più alti del castello. Sotto, le pareti scendevano a<br />
perpen<strong>di</strong>colo, fino a un abisso buio, che, a quanto si <strong>di</strong>ceva, si<br />
spingeva fino al centro della terra. Nessuno che avesse provato a<br />
scendere era mai risalito a raccontare quello che aveva trovato. Nessuno<br />
era mai riuscito a illuminarlo a sufficienza per vedere cosa c'era. <strong>Il</strong><br />
Pozzo dei Drui<strong>di</strong>, era chiamato. Era un luogo in cui erano stati gettati<br />
i rifiuti del tempo e del destino, della magia e della scienza, dei vivi<br />
e dei morti, <strong>di</strong> mortali e immortali. Esisteva fin dal tempo <strong>di</strong> Faerie.<br />
Come il Perno dell'Ade nella Valle d'Argilla, era una delle poche porte<br />
che collegassero il mondo dei vivi con l'oltretomba. La leggenda parlava<br />
<strong>di</strong> come fosse stato usato negli anni e delle terribili cose che aveva<br />
inghiottito. A Bremen non interessavano le leggende. Ciò che gli<br />
interessava l'aveva scoperto alcuni anni prima, quando aveva accertato<br />
che il pozzo era una sorta <strong>di</strong> condotto, il quale permetteva <strong>di</strong> attingere<br />
magia da regni mai visitati da anima viva: nell'oscurità che copriva i<br />
suoi segreti si trovavano poteri che nessuna creatura avrebbe osato<br />
sfidare. Fermo sulla piattaforma, sollevò le braccia e cominciò a<br />
intonare una complessa mono<strong>di</strong>a, con voce ferma, sicuro <strong>di</strong> ogni parola da<br />
lui cantata. Non abbassò mai gli occhi, neppure quando udì giungere dal<br />
fondo sospiri e fruscii. Mosse lentamente le mani, tracciando simboli<br />
che imponevano obbe<strong>di</strong>enza, e pronunciò le formule senza mai<br />
interrompersi, perché una piccola esitazione sarebbe stata sufficiente a<br />
rompere l'incantesimo e impe<strong>di</strong>rne la riuscita. Quando ebbe terminato, si<br />
frugò nelle tasche e ne trasse un pizzico <strong>di</strong> polvere verde che gettò nel<br />
vuoto. La polvere scintillò malignamente, mentre si alzava sulle<br />
correnti d'aria, e parve crescere e moltiplicarsi, come se al posto <strong>di</strong><br />
pochi granelli ce ne fossero migliaia. Per un momento rimasero sospesi<br />
sull'abisso, luccicanti sullo sfondo buio, poi si spensero tutti insieme<br />
e scomparvero. Bremen si affrettò a tirarsi in<strong>di</strong>etro e ad appoggiarsi<br />
alla gelida pietra del castello. <strong>Re</strong>spirava con affanno e sentiva<br />
<strong>di</strong>leguarsi il coraggio. Non aveva più la resistenza <strong>di</strong> un tempo. E<br />
neppure la decisione. Chiuse gli occhi e attese che i fruscii e i<br />
sospiri tacessero progressivamente. L'impiego della magia richiedeva uno<br />
sforzo così grande! Rimpianse <strong>di</strong> non essere più giovane. Rimpianse <strong>di</strong><br />
non avere né il fisico né la decisione dei giovani. Ma era vecchio e<br />
fragile ed era inutile chiedere l'impossibile. Doveva accontentarsi<br />
della forza che aveva. Sotto <strong>di</strong> lui, qualcosa grattò contro le pareti <strong>di</strong><br />
pietra: forse erano artigli, forse scaglie. Qualcosa si stava<br />
arrampicando, per vedere se colui che aveva lanciato l'incantesimo era<br />
ancora presente! Raccogliendo le forze, Bremen si affrettò a uscire e a<br />
chiudere accuratamente la porta. <strong>Il</strong> cuore gli batteva ancora a<br />
precipizio e aveva la faccia coperta da un velo <strong>di</strong> sudore. Lascia questo<br />
posto, sussurrava una voce minacciosa, da <strong>di</strong>etro la porta, dal fondo del<br />
pozzo. Vattene subito! Con mani tremanti, Bremen tese le catene e chiuse<br />
i lucchetti. Poi scese in fretta la scala e attraversò i passaggi<br />
deserti del castello per ricongiungersi con Caerid Lock.<br />
4<br />
Bremen e Kinson Ravenlock passarono la notte nella foresta, a breve<br />
<strong>di</strong>stanza da Paranor e dai Drui<strong>di</strong>. Trovarono una macchia <strong>di</strong> abeti che<br />
offriva un buon riparo, perché perfino lì temevano <strong>di</strong> essere visti dai