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Terry Brooks - 1996 - Il Primo Re Di Shannara ... - Liberi di Leggere

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le parole, i gesti, le evocazioni che avrebbero costretto i morti a<br />

parlare con lui. E si stava già preparando alla loro debilitante<br />

presenza. Poi, fin troppo presto, si trovò sul bordo del lago: una<br />

figura piccola e fragile in una vasta arena <strong>di</strong> roccia e cielo, tutta<br />

pelle rugosa e vecchie ossa, e la sua parte più forte era la<br />

risoluzione, la volontà ostinata. <strong>Di</strong>etro <strong>di</strong> lui si levò <strong>di</strong> nuovo il<br />

rombo della tempesta che si avvicinava. Sopra la sua testa, le nubi<br />

cominciarono a mulinare, mosse dai venti che recavano la pioggia<br />

imminente. Sotto i pie<strong>di</strong>, la terra cominciò a fremere: erano gli<br />

spiriti, che avevano sentito la sua presenza. <strong>Il</strong> druido parlò loro con<br />

calma, scandendo il suo nome, il suo passato, il motivo che l'aveva<br />

spinto a recarsi laggiù. Con le braccia e con le mani descrisse<br />

nell'aria i "passi": i gesti capaci <strong>di</strong> evocarli dal mondo dei morti a<br />

quello dei viventi. Quando vide che le acque, in risposta<br />

all'evocazione, s'increspavano leggermente, accelerò i movimenti. Era<br />

saldo, sicuro <strong>di</strong> sé, sapeva cosa aspettarsi. Per primo venne un<br />

sussurrare basso e lontano che saliva dalle profon<strong>di</strong>tà del lago, come<br />

una corrente invisibile <strong>di</strong> bolle d'aria. Poi grida, lunghe e profonde,<br />

che salirono progressivamente <strong>di</strong> volume e <strong>di</strong> numero, da poche a<br />

moltissime, sempre più stridule e infasti<strong>di</strong>te. Le acque del Perno<br />

dell'Ade sibilarono <strong>di</strong> collera e <strong>di</strong> cupi<strong>di</strong>gia: mosse da una propria<br />

imminente tempesta, presero a mulinare come le nubi nel cielo. Con un<br />

segno magico <strong>di</strong> comando, Bremen le costrinse a rispondere. La magia<br />

appresa con gli Elfi lo rafforzava e lo metteva in grado <strong>di</strong> farlo, come<br />

un letto <strong>di</strong> roccia su cui posasse saldamente la sua magia delle<br />

evocazioni. Rispondete, gridò ai morti. Apritemi il passaggio. Dal<br />

centro delle acque, che ora vorticavano rabbiosamente si levò uno<br />

spruzzo <strong>di</strong> schiuma che si sollevò come il getto <strong>di</strong> una fontana, si<br />

abbassò, si alzò <strong>di</strong> nuovo. Nel profondo della terra si levò un rombo, un<br />

brontolio <strong>di</strong> irritazione. Bremen sentì insinuarsi nel cuore la prima<br />

traccia <strong>di</strong> dubbio, e dovette fare uno sforzo per costringersi a<br />

ignorarla. Sentiva formarsi attorno a sé una sorta <strong>di</strong> vuoto, che si<br />

allargava a includere l'intera valle. Entro il suo perimetro avevano<br />

accesso soltanto i morti: i morti e colui che li aveva evocati. Poi gli<br />

spiriti presero ad affiorare dal lago: piccoli e bianchi filamenti <strong>di</strong><br />

luce dotati <strong>di</strong> forma vagamente umana, corpi immersi in una luminescenza<br />

simile a quella delle lucciole, pulsanti sullo sfondo della notte<br />

coperta <strong>di</strong> nubi. Uscirono dalla nebbia e dalla schiuma con un movimento<br />

simile a quello <strong>di</strong> un serpente che srotola le spire, salirono dall'aria<br />

buia e morta della loro casa d'oltretomba per visitare, per breve tempo,<br />

il mondo in cui erano un tempo vissuti. Bremen continuò a tenere le<br />

braccia levate in un gesto <strong>di</strong> protezione, con la sensazione <strong>di</strong> essere<br />

vulnerabile e privo <strong>di</strong> poteri, anche se era stato lui a compiere<br />

l'evocazione e a ridare vita agli spiriti. Si sentì scorrere nelle<br />

braccia sottili un'ondata <strong>di</strong> ghiaccio, acqua gelida nelle vene al posto<br />

del sangue. <strong>Re</strong>sistette con fermezza alla paura che lo afferrava, ai<br />

sussurri che chiedevano, in tono d'accusa: Chi ci chiama? Chi osa?<br />

Allora una forma enorme scaturì dall'acqua, nel centro esatto del lago:<br />

una figura ammantata <strong>di</strong> nero, che giganteggiò fra le altre più minute e<br />

le costrinse a <strong>di</strong>sperdersi, assorbì le loro fragili luci e le risucchiò<br />

nella propria scia, torcendole e facendole roteare come foglie al vento.

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