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Terry Brooks - 1996 - Il Primo Re Di Shannara ... - Liberi di Leggere

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ispose Bremen, con pacatezza. "In ogni caso, devo determinare come<br />

dev'essere forgiata la spada della visione, la magia che dovrà<br />

possedere, il potere <strong>di</strong> cui dovrà essere infusa. Scoprire come renderla<br />

in<strong>di</strong>struttibile. E infine trovare chi la impugnerà." "Devi fare dei veri<br />

miracoli, mi pare" commentò Tay Trefenwyd, ironicamente. "Dovremo farne<br />

tutti" rispose Bremen, a mezza voce. Si scambiarono una lunga occhiata<br />

nella scarsa luce. E tra loro prese forma un accordo che non aveva<br />

bisogno <strong>di</strong> parole. Davanti al rifugio, l'acqua continuava a gocciolare<br />

con regolare cadenza dalle rocce che sporgevano sull'ingresso. Si era a<br />

metà del mattino e la luce era <strong>di</strong>ventata color dell'argento a mano a<br />

mano che il sole cercava <strong>di</strong> farsi strada tra le nubi <strong>di</strong> tempesta che<br />

ancora coprivano una parte del cielo. "Se i Drui<strong>di</strong> <strong>di</strong> Paranor sono<br />

morti, allora siamo i soli rimasti" osservò Tay. "Soltanto noi cinque."<br />

Bremen annuì. "Allora, cinque dovranno bastare." Si alzò e scrutò in<br />

<strong>di</strong>rezione dell'imboccatura della grotta. "E sarà meglio affrettarsi."<br />

6<br />

Quella stessa notte, a nordovest dal luogo dove Bremen si preparava a<br />

evocare l'ombra <strong>di</strong> Galaphile, bene all'interno dell'anello <strong>di</strong> roccia dei<br />

Denti del Drago, Caerid Lock passò in rassegna i soldati che montavano<br />

<strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a a Paranor. Mancava poco a mezzanotte, quando attraversò un<br />

tratto <strong>di</strong> mura affacciato a sud e venne momentaneamente <strong>di</strong>stratto dal<br />

lacerante bagliore <strong>di</strong> una folgore che squarciava il cielo lontano. Si<br />

fermò a guardare in quella <strong>di</strong>rezione, tendendo l'orecchio nel silenzio<br />

della notte. Le nubi coprivano l'intero orizzonte, nascondevano la luna<br />

e le stelle, avvolgevano <strong>di</strong> tenebra il mondo. <strong>Il</strong> lampo guizzò una<br />

seconda volta, frantumando la notte come se fosse una coppa <strong>di</strong> vetro,<br />

poi svanì senza lasciare traccia. <strong>Il</strong> tuono giunse più tar<strong>di</strong>, come un<br />

lungo, profondo scroscio che rimbombò sulle cime dei monti. La tempesta<br />

pareva intenzionata a rimanere a sud <strong>di</strong> Paranor, ma l'aria sapeva <strong>di</strong><br />

pioggia e il silenzio della notte era profondo e opprimente. <strong>Il</strong> capitano<br />

della Guar<strong>di</strong>a dei Drui<strong>di</strong> attese ancora un momento, me<strong>di</strong>tando, poi si<br />

<strong>di</strong>resse verso una porta e, da una delle torri, rientrò nella rocca. Ogni<br />

notte faceva quelle ispezioni, a <strong>di</strong>spetto del sonno: era un uomo<br />

d'or<strong>di</strong>ne, le cui abitu<strong>di</strong>ni lavorative non cambiavano mai. I momenti più<br />

pericolosi, a parer suo, erano due: dopo la mezzanotte e prima<br />

dell'alba. Erano i perio<strong>di</strong> in cui la stanchezza e la mancanza <strong>di</strong> sonno<br />

ottundevano i sensi e rendevano <strong>di</strong>sattente le sentinelle. Se qualcuno<br />

intendeva attaccare, l'avrebbe fatto a quell'ora. Convinto che Bremen<br />

avesse le sue buone ragioni per dare l'avvertimento ed essendo cauto per<br />

natura, si era ripromesso <strong>di</strong> controllare le porte in modo più accurato<br />

del solito, almeno per alcune settimane. Aveva già aumentato il numero<br />

delle guar<strong>di</strong>e delle varie ronde e aveva dato inizio al faticoso lavoro<br />

<strong>di</strong> rinforzare le varie porte d'ingresso. Aveva preso in considerazione<br />

l'eventualità <strong>di</strong> inviare pattuglie nei boschi, la notte, come ulteriore<br />

precauzione, ma aveva pensato che sarebbero state troppo vulnerabili,<br />

una volta uscite dalla protezione delle mura. Le sue guar<strong>di</strong>e erano<br />

numerose, ma non erano un esercito. Potevano proteggere l'interno, ma<br />

non ingaggiare battaglia all'esterno. Giunto nella torre, scese fino al<br />

cortile principale e si <strong>di</strong>resse alla grande porta. Sei guar<strong>di</strong>e<br />

stazionavano all'ingresso, ed erano responsabili dei battenti, della<br />

saracinesca e delle torri <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a che dominavano la principale via

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