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9 Una Regola obbediente al Vangelo. Gli aspetti dell'obbedienza e ...

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l'esortazione ad essere servi vigilanti: "Siate pronti, con la<br />

cintura ai fianchi e le lucerne accese", che vuole dunque<br />

esprimere vigilanza/prontezza e s<strong>al</strong>dezza insieme.<br />

Propriamente di una "cintura della fede" parla solo Is 11,5,<br />

scrivendo che il Messia "avrà i lombi cinti di giustizia, e ai<br />

fianchi la cintura della fede", da cui si può estrapolare un<br />

par<strong>al</strong>lelismo fra la fede e la giustizia espresse nella Bibbia e<br />

la fede e il compimento delle buone azioni espresse nella<br />

<strong>Regola</strong>. Dunque "fede e pratica": le buone azioni formano il<br />

tessuto dell'intera vita del monaco e sono espressione di una<br />

concreta obbedienza <strong>al</strong> <strong>Vangelo</strong>. E nel <strong>Vangelo</strong> è radicata<br />

anche la <strong>Regola</strong>. Il "diventare degni" indica la<br />

trasformazione interiore del monaco attraverso il suo ascolto/<br />

obbedienza della Parola, che lo rende degno di prendere<br />

parte <strong>al</strong> Regno. Con la citazione di 1Ts 2,12 "Colui che ci ha<br />

chiamati nel suo Regno" viene resa manifesta l'iniziativa di<br />

Dio che chiama. La tensione escatologica, con la sua<br />

componente contemplativa espressa d<strong>al</strong> verbo "vederlo", è<br />

fondata nell'oggi della vita di fede e della pratica delle buone<br />

azioni, ed è guidata d<strong>al</strong> <strong>Vangelo</strong>, cioè da Cristo stesso con la<br />

sua parola 15 .<br />

Ritornare a Dio seguendo Cristo è il punto princip<strong>al</strong>e del<br />

programma del monaco. "Mi rivolgo a te - dice S. Benedetto<br />

- che vuoi servire sotto il comando del Signore Cristo vero<br />

Re". Si nota qui la linea messianica della reg<strong>al</strong>ità di Cristo<br />

poiché vi è una confessione di fede nella sovranità<br />

messianica attu<strong>al</strong>e del Gesù crocifisso: "Il Signore Cristo<br />

vero Re" (Prol. 3).<br />

L'interpretazione messianica della risurrezione di Gesù è<br />

stata conservata in modo particolare in Rm 1,3: "riguardo <strong>al</strong><br />

Figlio suo, nato d<strong>al</strong>la stirpe di Davide secondo la carne,<br />

costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di<br />

santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù<br />

Cristo, nostro Signore". L'elevazione di Gesù viene qui<br />

interpretata - con l'aiuto dell'antico modello israelitico<br />

15 Cf. A. M. QUARTIROLI: La <strong>Regola</strong> di San Benedetto, 10-11.<br />

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