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dipartimento di progettazione dell'architettura

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<strong><strong>di</strong>partimento</strong> <strong><strong>di</strong>partimento</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>progettazione</strong> <strong>progettazione</strong> dell’architettura<br />

dell’architettura<br />

2<br />

spinti da ine<strong>di</strong>te esigenze <strong>di</strong> carattere<br />

strategico ed e<strong>di</strong>lizio oltre che da gravi<br />

problemi <strong>di</strong> natura climatica, i crociati<br />

affinarono le loro tecniche, anche per<br />

tenersi al passo con le armi e le macchine<br />

d’asse<strong>di</strong>o degli arabi, assai progre<strong>di</strong>te<br />

e in costante evoluzione. I loro architetti,<br />

in gran parte francesi – la Francia,<br />

a quel tempo, era la nazione certamente<br />

più avanzata in tal campo, come <strong>di</strong>mostrano<br />

le <strong>di</strong>fese visigote <strong>di</strong> Carcassonne<br />

o i primi dongioni normanni <strong>di</strong><br />

Langeais o <strong>di</strong> Chateau Gaillard - nell’intento<br />

<strong>di</strong> creare presi<strong>di</strong> inespugnabili,<br />

adottarono nuove soluzioni – mura sempre<br />

più alte e spesse, vasti ambienti interrati<br />

e intercomunicanti, camminamenti<br />

protetti, torri cavaliere, ca<strong>di</strong>toie inclinate<br />

e in pietra, torri semicilindriche<br />

sporgenti, ponti levatoi a più campate,<br />

gran<strong>di</strong> cisterne, etc.– che successivamente<br />

vennero introdotte anche in Europa.<br />

Tali soluzioni, <strong>di</strong> fatto, consentirono<br />

il controllo militare e strategico <strong>di</strong><br />

vaste aree territoriali e il conseguente<br />

rafforzamento delle gran<strong>di</strong> signorie feudali,<br />

proprio mentre, in Occidente, si avviava<br />

la prima grande ripresa dell’economia<br />

agraria.L’impianto metodologico<br />

della ricerca si basa, dunque, su una una<br />

lettura comparata dei caratteri costruttivi<br />

e tipologici <strong>di</strong> alcune fortificazioni<br />

europee databili fra l’XI e il XIII secolo,<br />

mettendoli a confronto con quelli raccolti<br />

nelle indagini fin qui effettuate sui castelli<br />

della Transgiordania.<br />

Sul piano operativo, partendo dalla raccolta<br />

sistematica dei dati già acquisiti nel<br />

corso delle precedenti ricerche, sia archeologiche<br />

che <strong>di</strong> rilevazione architettonica,<br />

si rende necessario un ampliamento<br />

del campo. In particolare, si tratta<br />

<strong>di</strong> focalizzare, tramite un’accurata<br />

anamnesi critica e documentaria, alcuni<br />

esempi <strong>di</strong> fortificazioni europee, in particolare<br />

francesi e italiane, i cui caratte-<br />

ri, sia sul piano tipologico sia su quello<br />

architettonico, offrono spunti significativi<br />

al tema della ricerca. Al riguardo si<br />

prevede <strong>di</strong> avviare una fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e<br />

analisi <strong>di</strong>retta su alcuni castelli dell’area<br />

me<strong>di</strong>terranea europea –in particolare<br />

Carcassonne, Langeais, Chateau Gaillard,<br />

Coucy, Aigues Mortes in Francia,<br />

Pfeffengen in Svizzera, Gand in Belgio,<br />

Castello San Severino in Italia-, da effettuarsi<br />

in stretto collegamento con le<br />

ricerche svolte in campo archeologico<br />

(“archelogia del costruito” e “archelogia<br />

ambientale”) relative all’area centro-settentrionale<br />

e insulare della Toscana e in<br />

collaborazione operativa con il settore<br />

<strong>di</strong> rilevazione architettonica. Nel contempo<br />

si renderanno necessarie specifiche<br />

e puntuali verifiche anche su alcune fortificazioni<br />

crociate e arabe <strong>di</strong> area me<strong>di</strong>orientale,<br />

in particolare in Siria e in<br />

Israele.<br />

Si rende ora neccessario anche procedere<br />

ad affrontare i seguenti temi:<br />

- Analisi dei risultati acquisiti e approfon<strong>di</strong>mento<br />

storico critico degli aspetti<br />

formali e tipologici dell’architettura dei<br />

crociati in Transgiordania.<br />

- Approfon<strong>di</strong>mento storico critico degli<br />

aspetti formali e tipologici dei castelli<br />

europei fra l’XI e il XIII secolo, in funzione<br />

dell’evolversi dei sistemi fortificati<br />

dell’Occidente.<br />

- Rilevazione grafica e fotografica <strong>di</strong> alcune<br />

architetture fortificate sia in Europa<br />

che nel vicino Oriente, o parti <strong>di</strong> esse.<br />

- Catalogazione ed esecuzione <strong>di</strong> planimetrie<br />

dell’area della Transgiordania<br />

meri<strong>di</strong>onale gravitante attorno alla valle<br />

<strong>di</strong> Petra e al castello <strong>di</strong> Shawbak, finalizzate<br />

all’analisi dell’evoluzione storica del<br />

sito.<br />

- Redazione <strong>di</strong> relazioni e tavole relative<br />

alla documentazione delle fasi costruttive<br />

del castello <strong>di</strong> Shawbak.<br />

- Redazione <strong>di</strong> tavole grafiche <strong>di</strong>gitali<br />

consistenti in planimetrie, piante, prospetti,<br />

sezioni e assonometrie finalizzate<br />

al progetto <strong>di</strong> restauro del castello <strong>di</strong><br />

Shawbak.<br />

La durata presunta e <strong>di</strong> circa due anni.<br />

Titolo della ricerca:<br />

Avanguar<strong>di</strong>a e/o tra<strong>di</strong>zione<br />

Responsabile dell’unità operativa:<br />

Natalini Adolfo Professore or<strong>di</strong>nario<br />

Altri componenti dell’unità operativa<br />

afferenti al Dipartimento:<br />

Arrigoni Fabrizio F.V. Ricercatore<br />

Descrizione sintetica del progetto<br />

<strong>di</strong> Ricerca:<br />

La ricerca si compone <strong>di</strong> due parti: una<br />

storica e una progettuale. La prima mette<br />

a confronto architetture tra<strong>di</strong>zionali ed<br />

architetture sperimentali del ‘900 focalizzandosi<br />

su casi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o fiorentini come<br />

il quartiere dell’Isolotto e il tiere <strong>di</strong> Sorgane,<br />

giungendo ad analizzare il confronto<br />

e scontro attuale tra le due tendenze.<br />

La seconda documenta una serie <strong>di</strong> risposte<br />

progettuali raccolte nei laboratori<br />

<strong>di</strong> <strong>progettazione</strong> I e IV ad alcuni temi<br />

<strong>di</strong> inserimenti in contesti storici e in aree<br />

industriali <strong>di</strong>smesse. Scopo della ricerca<br />

è quello <strong>di</strong> ricostruire una prospettiva<br />

storica, realistica ed equilibrata, dell’architettura<br />

moderna e contemporanea e,<br />

nello stesso tempo, in<strong>di</strong>care possibili strategie<br />

progettuali per rispondere alle richieste<br />

del mondo reale. La durata della<br />

ricerca è triennale.<br />

Avanguar<strong>di</strong>a e/o tra<strong>di</strong>zione, una nota<br />

Le architetture che ci circondano nel<br />

mondo reale sono architetture classiche<br />

(i monumenti), architetture tra<strong>di</strong>zionali<br />

(il tessuto abitativo) e qualche rarissima<br />

architettura sperimentale. Quelle del<br />

mondo virtuale (cartaceo o <strong>di</strong>gitale dei<br />

libri e delle riviste) sono architetture sperimentali<br />

e in misura minore classiche.<br />

L’architettura tra<strong>di</strong>zionale appare solo nei<br />

10<br />

libri illustrati <strong>di</strong> geografia e viaggi, raramente<br />

nei testi degli urbanisti e degli<br />

antropologi. E’ come se il mondo come<br />

è stato e come deve essere in una logica<br />

<strong>di</strong> necessaria continuità si contrapponesse<br />

un mondo <strong>di</strong> carta generato dalla<br />

volontà d’essere <strong>di</strong>verso. E’ come se gli<br />

architetti volessero metter continuamente<br />

in crisi le opere realizzate con le nuove,<br />

affermando continuamente la volontà<br />

del nuovo invece della volontà <strong>di</strong> continuità.<br />

Sembra che solo il nuovo sia portatore<br />

<strong>di</strong> valori o meglio, che il nuovo<br />

sia l’unico valore. “E’ del poeta il fin la<br />

meraviglia e chi non sa meravigliar vada<br />

alla striglia” (Metastasio, Ariette).<br />

L’architettura tra<strong>di</strong>zionale costituisce la<br />

stragrande maggioranza del panorama<br />

costruito. L’architettura d’avanguar<strong>di</strong>a è<br />

solo una piccolissima quantità. L’architettura<br />

tra<strong>di</strong>zionale è la norma, quella<br />

d’avanguar<strong>di</strong>a è l’eccezione. La qualità<br />

dell’architettura tra<strong>di</strong>zionale è in molti<br />

casi così bassa da non poter essere considerata<br />

architettura ma solo e<strong>di</strong>lizia. In<br />

alcuni casi <strong>di</strong> qualità alta l’architettura si<br />

presenta come appropriata ai luoghi, alla<br />

storia, al gruppo socioculturale per cui<br />

si costruisce; è un’architettura solida,<br />

utile, bella e che convive <strong>di</strong>gnitosamente<br />

con le altre architetture producendo<br />

strade, città, e in generale luoghi che<br />

rendono la vita più piacevole. L’architettura<br />

d’avanguar<strong>di</strong>a per la sua natura<br />

sperimentale va spesso contro a fallimenti<br />

clamorosi, producendo <strong>di</strong>sastri.<br />

Quando poi l’impegno e la bravura degli<br />

architetti porta al successo l’esperimento,<br />

ne escono e<strong>di</strong>fici eccezionali che sono<br />

a volte belli, a volte soli<strong>di</strong>, a volte utili<br />

ma raramente tutte tre le cose insieme<br />

e sempre in contrasto con l’ambiente circostante.<br />

Infine, quando l’esperimento<br />

è riuscito è <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>mostrarne la necessità.<br />

Guardando le riviste e i libri sembra che<br />

ricerca <strong>di</strong> ateneo<br />

ricerca <strong>di</strong> ateneo

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