11.06.2013 Views

dipartimento di progettazione dell'architettura

dipartimento di progettazione dell'architettura

dipartimento di progettazione dell'architettura

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong><strong>di</strong>partimento</strong> <strong><strong>di</strong>partimento</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>progettazione</strong> <strong>progettazione</strong> dell’architettura<br />

dell’architettura<br />

2<br />

mensione collettiva.<br />

E’ in questa prospettiva <strong>di</strong> un’apparente,<br />

ineluttabile, atomizzazione che si registra<br />

l’irreparabile crisi dei concetti <strong>di</strong><br />

identità e <strong>di</strong>fferenza.<br />

E’ ovvio che la pratica del progetto <strong>di</strong><br />

architettura non può essere ridotta alla<br />

sola sociologia del presente, ma debba<br />

essere canonica composizione <strong>di</strong> figure,<br />

memorie e dei <strong>di</strong>versi caratteri del locus<br />

in sintetica espressione del proprio tempo.<br />

Ci interroghiamo purtuttavia se sia<br />

bastevole oggi farsi latori della sola istanza<br />

<strong>di</strong> una purezza <strong>di</strong>sciplinare. O se non<br />

convenga, stante il riconoscimento della<br />

liqui<strong>di</strong>tà della nostra epoca, accettare la<br />

sfida proposta da Bauman alla fine del<br />

saggio: Esiste una possibilità progressiva.<br />

Non tutto è perduto nell’era globale.<br />

Fra la riven<strong>di</strong>cazione alla <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong><br />

un’identità esclusiva (che può condurre<br />

-letteralmente- all’esclusione <strong>di</strong> altre<br />

identità e dunque alla loro negazione) e<br />

la per<strong>di</strong>ta della stessa c’è una possibile<br />

via <strong>di</strong> uscita. Ed è paradossalmente banale.<br />

Occorre imparare a ribaltare continuamente<br />

la prospettiva sul piano della<br />

reciprocità fra i due termini della questione.<br />

Dopotutto il frammento per trasmettere<br />

il suo potente messaggio implica<br />

sempre la frattura l’erosione <strong>di</strong> un<br />

canone.<br />

La ricerca, affiancandosi ad una più generale<br />

indagine sulla per<strong>di</strong>ta del concetto<br />

<strong>di</strong> misura, luogo e carattere e sulla<br />

necessità <strong>di</strong> una ridefinizione <strong>di</strong> misure<br />

utili alla cultura progettuale italiana condotta<br />

dalla sezione “I luoghi dell’architettura”,<br />

tenta dunque <strong>di</strong> verificare ulteriormente<br />

questo sottile confine fra la<br />

grande tra<strong>di</strong>zione dell’architettura e la<br />

sua necessaria per<strong>di</strong>ta, cercando <strong>di</strong> contaminarne<br />

le istanze. Lavorando ereticamente<br />

proprio sul concetto opposto<br />

alle premesse: quello <strong>di</strong> breve durata,<br />

<strong>di</strong> caducità, <strong>di</strong> consumo.<br />

Si propone dunque <strong>di</strong> affrontare attraverso<br />

la redazione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> progetti<br />

d’architettura a piccola scala, pensati<br />

per luoghi della Toscana scelti in virtù<br />

del loro potenziale <strong>di</strong> casi stu<strong>di</strong>o, una<br />

serie <strong>di</strong> possibili risposte a problematiche<br />

generali quali abitare l’emergenza,<br />

fra non luoghi e superluoghi, i margini<br />

della città/i margini della campagna, sostenibilità/identità,infrastruttura/architettura/paesaggio.<br />

Come a formare una<br />

sorta <strong>di</strong> potenziale classificazione <strong>di</strong> transitorie<br />

possibilità.<br />

Si prevede quale esito finale della ricerca,<br />

prevista su un periodo <strong>di</strong> tre anni, la<br />

stipula <strong>di</strong> convenzioni <strong>di</strong> ricerca con enti<br />

locali, oltre alla pubblicazione <strong>di</strong> un piccolo<br />

regesto.<br />

Titolo della ricerca:<br />

Il progetto dell’architettura italiana<br />

nuova ricerca<br />

Responsabile dell’unità operativa:<br />

Zermani Paolo Professore or<strong>di</strong>nario<br />

Altri componenti dell’unità operativa<br />

afferenti al Dipartimento:<br />

Alpini Mauro Ricercatore<br />

Altri componenti dell’unità operativa:<br />

Butini Riccardo Dottore <strong>di</strong> ricerca<br />

Mugnai Francesca Dottore <strong>di</strong> ricerca<br />

Bracar<strong>di</strong> Michela Dottore <strong>di</strong> ricerca<br />

Catarsi Silvia Dottore <strong>di</strong> ricerca<br />

Passarini Carlotta Dottorando <strong>di</strong> ricerca<br />

Descrizione sintetica del progetto<br />

<strong>di</strong> Ricerca:<br />

Il progetto <strong>di</strong> ricerca si propone <strong>di</strong> indagare<br />

il tema costituito dal progetto dell’architettura<br />

italiana.<br />

L’architettura italiana presenta, a partire<br />

dall’architettura romana, un insieme<br />

<strong>di</strong> caratteri originali chiaramente riconoscibili<br />

che,maturati dalla progressiva evoluzione<br />

del classico, costituiscono un patrimonio<br />

attingibile fino alla fine dell’Ottocento.<br />

La catastrofe del paesaggio e la frantumazione<br />

dei co<strong>di</strong>ci indotte dal XX secolo<br />

hanno oggi mo<strong>di</strong>ficato la <strong>di</strong>stanza tra le<br />

cose, dando luogo a una alterazione <strong>di</strong><br />

quei caratteri secolari.<br />

Ma non è possibile sostituire quel sistema<br />

in crisi con una deriva.<br />

La sfida è sulle nuove misure.<br />

L’incombente trasformazione della città<br />

e del paesaggio, la frantumazione dei<br />

riferimenti, la scomparsa <strong>di</strong> un orizzonte<br />

sicuro che aveva giustificato,per<br />

secoli,la ricerca <strong>di</strong> un ideale infinito prospettico<br />

capace <strong>di</strong> governare la migliore<br />

architettura italiana non giustificano ce<strong>di</strong>menti<br />

e deviazioni.<br />

Negli anni scorsi la ricerca,articolata su<br />

tre annualità, ha indagato i caratteri persistenti<br />

dell’identità architettonica italiana<br />

proponendone un censimento tematico<br />

al fine <strong>di</strong> costituire un abaco critico<br />

<strong>di</strong> esperienze (inerenti la tipologia, i materiali,<br />

le tecniche) da sottoporre al confronto<br />

con il presente.<br />

Intervenendo sulle lacerazioni del nostro<br />

tempo,negli interstizi lasciati vuoti dalla<br />

frenesia produttiva,noi dobbiamo imparare<br />

e insegnare una nuova possibile<br />

geografia in cui le architetture, necessariamente<br />

frammentate, sappiano riannodare<br />

spazi e tempi apparentemente<br />

privi <strong>di</strong> relazione.<br />

La fase finale della ricerca si era<br />

concretata,in tal senso,attraverso una<br />

prima sperimentazione progettuale<br />

riguardanti luoghi emblematici.<br />

La nuova ricerca, che avrà sviluppo<br />

triennale, intende, quasi geograficamente,<br />

pianificare il lavoro<br />

progettuale,in<strong>di</strong>viduando, attraverso i<br />

tre temi in<strong>di</strong>cati dal Nord, dal Centro e<br />

dal Sud Italia, altrettanto potenziali laboratori<br />

su cui sperimentare progetti lungo<br />

i tre anni.<br />

Obiettivo finale è la costituzione <strong>di</strong> una<br />

geografia <strong>di</strong> progetti pilota sul paesag-<br />

39<br />

gio italiano in trasformazione, nella considerazione<br />

che è veramente moderno<br />

soltanto ciò che è degno <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />

antico.<br />

ricerca <strong>di</strong> ateneo<br />

ricerca <strong>di</strong> ateneo

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!