Capitolo 3.qxd - Hilti
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11.3. Risultati dei Test<br />
Connessione di nuovi strati di calcestruzzo<br />
11.3.1 Trasferimento del taglio lungo le fessurazioni del calcestruzzo<br />
Figura 9: Trasferimento del taglio lungo fessurazioni del calcestruzzo (modello taglio-attrito)<br />
11.3.2 Test di laboratorio effettuati da <strong>Hilti</strong> Corporate Research<br />
Figura 10: Test di taglio<br />
“effetto bietta”<br />
(flessione, forza di taglio)<br />
“estrazione”<br />
(attrito)<br />
“ingranaggio”<br />
(attrito, coesione)<br />
Un'analisi della letteratura disponibile<br />
rivela una scarsa ricerca<br />
nei confronti del comportamento<br />
specifico del legame presente<br />
all'interfaccia armata tra calcestruzzo<br />
nuovo ed esistente.<br />
La maggior parte degli studi esistenti<br />
si concentrano sul trasferimento<br />
della forza di taglio lungo<br />
le fessurazioni.<br />
Gli effetti dell'irruvidimento della<br />
superficie del calcestruzzo esistente<br />
sulla capacità di carico a<br />
taglio sono stati studiati per la prima<br />
volta negli Stati Uniti nel 1960.<br />
Qualche anno dopo é stata sviluppata la cosidetta teoria taglio-attrito. Questa teoria tenta di spiegare il fenomeno<br />
con l'aiuto di un semplice modello a dente di sega. In accordo con questo modello, nel caso di spostamenti<br />
relativi la ruvidità della superficie causa sempre un ampliamento dell'interfaccia con conseguente insorgenza<br />
di sforzi nei connettori in acciaio che la attraversano. Successivamente questi sforzi creano forze<br />
di serraggio e di conseguenza anche forze di attrito.<br />
Nel 1987, Tsoukantas e Tassios [4] hanno presentato ricerche analitiche sulla resistenza a taglio delle connessioni<br />
tra elementi in calcestruzzo prefabbricato. Queste coprono i differenti contributi dei meccanismi di<br />
attrito ed effetto bietta (Figura 9).<br />
Nei laboratori della <strong>Hilti</strong> Corporate Research<br />
sono stati effettuati specifici test<br />
di taglio in collaborazione con l'Università<br />
di Innsbruck (sotto la supervisione del<br />
Professor Dr. M. Wicke) per studiare le<br />
relazioni tra differenti gradi di ruvidità e<br />
sforzi trasferibili di taglio con varie tipologie<br />
di armatura.<br />
Utilizzando un apposito telaio di prova, è<br />
stato possibile evitare nel provino momenti<br />
eccentrici secondari e ottenere la<br />
separazione quasi parallela delle superfici<br />
d'interfaccia (figura 10). Le superfici<br />
scabre sono state trattate con un agente<br />
slegante prima del getto del nuovo strato<br />
di calcestruzzo.<br />
I risultati dimostrano in modo chiaro che con un adeguato irruvidimento delle superfici è possibile incrementare<br />
in modo significativo la capacità di carico. Se le superfici sono molto scabre, i connettori in acciaio presenti<br />
all'interfaccia sono sollecitati principalmente da sforzi di trazione, mentre, se le superfici sono lisce, prevale la<br />
resistenza a taglio dei connettori (effetto bietta).<br />
Quando le superfici d'interfaccia sono scabre e le quantità d'armatura all'interfaccia è modesta (bassi valori di<br />
sforzo di taglio), la coesione ha un contributo predominante nel trasferimento della sollecitazione di taglio.<br />
Il metodo generale utilizzato è presentato nella tesi di Randl [8].<br />
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