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Italiana Scalatori <strong>di</strong> Montagne”.<br />

La serata al San Barnaba<br />

<br />

<br />

Ma come faccio a <strong>di</strong>rlo io come è andato l’<strong>in</strong>contro?<br />

Abbiate pazienza! Io ero lì sul palco e quando parlavano le<br />

persone con SM ascoltavo per la ventesima volta i racconti,<br />

gli aneddoti, vedevo scorrere fotografie già viste, osservavo<br />

immag<strong>in</strong>i conosciute a memoria e tuttavia ancora sentivo<br />

l’emozione e le lacrime <strong>di</strong> commozione e ancora avrei<br />

voluto abbracciare tutti e togliermi il cappello e <strong>di</strong>re loro:<br />

<strong>in</strong>segnami ad amare la vita come fai tu, <strong>in</strong>segnami ad affrontare<br />

le <strong>di</strong>fficoltà, <strong>in</strong>segnami a rispettare le persone che<br />

hanno <strong>di</strong>fficoltà, senza scadere nel pietismo e men che<br />

meno nell’<strong>in</strong><strong>di</strong>fferenza. Come faccio a <strong>di</strong>rlo io come è andato<br />

l’<strong>in</strong>contro? Abbiate pazienza. Certo potrei riportare alcune<br />

delle e-mail o dei messaggi <strong>di</strong> chi c’è stato, potrei riportare<br />

i tanti grazie rivolti a ‘loro’, alle persone che, come <strong>di</strong>cevo<br />

prima, hanno parlato <strong>di</strong> sé stesse nella forma più <strong>in</strong>tima.<br />

Cos’hanno detto <strong>di</strong> così <strong>in</strong>timo? Ascoltate: Gloria: “ho deciso<br />

<strong>di</strong> <strong>in</strong>traprendere questo viaggio perché i miei compagni<br />

<strong>di</strong> cordata mi proponevano un’esperienza molto forte:<br />

con<strong>di</strong>videre con il pubblico le nostre vite”. Manuela: “e la<br />

matt<strong>in</strong>a quando mi sento bene, io metto i tacchi”. Gianluigi:<br />

“pensavo <strong>di</strong> essere il capocordata ma mi sono accorto<br />

che il capocordata era lei, mia moglie, una persona<br />

con sclerosi multipla, una persona che mi ha sempre sostenuto<br />

e spronato, che ad<strong>di</strong>rittura mi ha trasc<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> Africa<br />

ad occuparci <strong>di</strong> altri…”. No, è vero, non hanno con<strong>di</strong>viso<br />

emozioni <strong>in</strong>time, ci hanno proprio fatto vedere il cuore.<br />

Come faccio a <strong>di</strong>rlo io come è andato l’<strong>in</strong>contro? Io so solo<br />

che lo rifarei domani matt<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> uno sta<strong>di</strong>o o anche senza<br />

Montagne... altre<br />

pubblico, senza luci, senza palco. Solo<br />

per essere lì con loro. Aggiungo. Una<br />

persona del pubblico mi ha detto: <strong>in</strong><br />

quella serata gli alp<strong>in</strong>isti sono ‘scomparsi’<br />

rispetto alle persone con sclerosi<br />

multipla. L’avrei baciata. Questa è stata<br />

la prova lampante che gli alp<strong>in</strong>isti han<br />

compreso il loro ruolo, che hanno fatto<br />

da ‘supporter’, che una volta tanto<br />

si sono messi al servizio, che lo spirito<br />

era quello corretto: spalle larghe, a cui<br />

ci si può anche appoggiare.<br />

E ora dove an<strong>di</strong>amo<br />

<br />

Il senso del poi è sempre una cosa<br />

<strong>di</strong>fficile da esprimere. Con questo <strong>in</strong>contro<br />

abbiamo voluto <strong>di</strong>segnare un ponte.<br />

Un ponte che collega la città alla sede Aism. Un ponte <strong>in</strong> cui i<br />

piloni sono la non <strong>in</strong><strong>di</strong>fferenza, il rispetto, l’amore, ma soprattutto<br />

la <strong>di</strong>sponibilità. La <strong>di</strong>sponibilità a capire soprattutto, ma<br />

anche, per chi se la sente, a fare. Fare cosa? E chi lo sa, questo<br />

<strong>in</strong>contro apre domande e volutamente non dà risposte.<br />

Le risposte vanno cercate e sono <strong>di</strong>verse per ognuno <strong>di</strong> noi.<br />

Tuttavia. Alle f<strong>in</strong>e dell’<strong>in</strong>contro, “la Manu” torna ad essere<br />

per un attimo Manuela Bertol<strong>in</strong>o presidente dell’AISM Bre<br />

scia e lascia un messaggio preciso: “La sede AISM <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>,<br />

<strong>in</strong> via Antica Strada Mantovana, è il Campo Base per<br />

gli scalatori AISM, per le persone con sclerosi multipla ed<br />

anche per chi con loro vuole affrontare la scalata della vita”.<br />

Io ci sono stato al campo base Aism, c’è sempre molta attività,<br />

ci sono sempre molte cose da fare e c’è bisogno e<br />

voglia <strong>di</strong> tutti coloro che hanno desiderio <strong>di</strong> <strong>in</strong>vestire energie.<br />

E credetemi, ‘<strong>in</strong>vestire’ non l’ho scritto a caso.<br />

Considerazioni <strong>di</strong> uno scalatore <strong>in</strong>quieto,<br />

pensieri per addetti ai lavori<br />

<br />

)<br />

Il mio personale pensiero, quello che mi ha fatto raccogliere<br />

la ‘sfida’ <strong>di</strong> organizzare questo <strong>in</strong>contro, è quello che<br />

gli scalatori, proprio perché si muovono <strong>in</strong> ambienti gran<strong>di</strong>osi,<br />

<strong>in</strong> situazioni che richiedono sacrificio e <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni<br />

che necessitano <strong>di</strong> forte motivazione, gli scalatori, che sono<br />

persone che vivono momenti <strong>di</strong> estrema con<strong>di</strong>visione, possano<br />

mettere quello che hanno, ovvero la loro forza <strong>in</strong>teriore,<br />

le loro belle immag<strong>in</strong>i, l’idea che l’immag<strong>in</strong>ario collettivo ha<br />

<strong>di</strong> loro (spesso per altro molto più romantica della realtà),<br />

possano, <strong>di</strong>cevo, mettere queste cose al servizio degli altri.<br />

Spalle larghe a cui potersi anche appoggiare. Restare<br />

Scalatori ma aprirsi agli altri. Abbiamo esempi onorevoli da<br />

seguire, forse più imme<strong>di</strong>ati per la mentalità <strong>di</strong> un alp<strong>in</strong>ista,<br />

esempi <strong>di</strong> amici che si impegnano per i popoli che vivono <strong>in</strong><br />

povertà <strong>in</strong> Asia o <strong>in</strong> sud America e che abitano le terre dove<br />

noi ci immergiamo per scalare. A fianco <strong>di</strong> queste <strong>in</strong>iziative,<br />

<strong>in</strong> modo forse meno evidente al pensiero, io credo che possiamo<br />

fare anche qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso, e forse anche molto.<br />

Credo che si possano organizzare eventi, <strong>in</strong>contri, manifestazioni,<br />

credo si possa uscire dal conf<strong>in</strong>e, talvolta sterile,<br />

della parete più verticale, della fessura più sfuggente, uscire<br />

da questo conf<strong>in</strong>e e parlare anche <strong>di</strong> altro, anzi dell’Altro. E<br />

se possibile, alla parola far seguire l’azione.<br />

Adamello 112 – pag. 17

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