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La Maestr<strong>in</strong>a <strong>di</strong> Sonico<br />
Racconto <strong>di</strong> Giulio Francesch<strong>in</strong>i<br />
Quando il 7 settembre del 1975 fu <strong>in</strong>augurato ufficialmente<br />
il nuovo Rifugio “Seraf<strong>in</strong>o Gnutti” premiando<br />
la fatica mia e dell’amico Silvio per realizzare quello<br />
che a noi sembrava un gioiello <strong>di</strong> Rifugio, la mia costante<br />
preoccupazione fu quella <strong>di</strong> affidarne la custo<strong>di</strong>a a persone<br />
che dessero fiducia <strong>di</strong> cont<strong>in</strong>uità e passione.<br />
La gestione del pur bravo Firmo Pogna <strong>di</strong> Novelle <strong>di</strong> Sellero,<br />
<strong>in</strong>iziata f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>augurazione, e quella estemporanea<br />
del bizzarro Adriano Bellocchio durarono solo pochi anni<br />
anche perché la Val Miller, accesso <strong>in</strong>usuale all’Adamello,<br />
era pochissimo frequentata e solo la presenza del Rifugio<br />
l’avrebbe col tempo valorizzata. Ma per il momento la gestione<br />
del Rifugio risultava poco appetibile date le scarse<br />
prospettive <strong>di</strong> guadagno.<br />
Ma io richiedevo, anzi pretendevo nel gestore ben altre<br />
qualità che non quella del guadagno e siccome queste erano<br />
alquanto <strong>di</strong>fficili da trovare, <strong>in</strong> Sezione si era propensi a<br />
lasciarlo <strong>in</strong>custo<strong>di</strong>to come il “Tonol<strong>in</strong>i”.<br />
Il mio rifiuto a questa prospettiva fu totale e mi affannai<br />
nella ricerca f<strong>in</strong>ché un giorno mi ritrovai a R<strong>in</strong>o <strong>di</strong> Sonico <strong>in</strong><br />
casa <strong>di</strong> una maestr<strong>in</strong>a <strong>di</strong> cui mi “<strong>in</strong>namorai” a prima vista.<br />
Eravamo alla vigilia della nuova stagione estiva e mi urgeva<br />
trovare una gestione da proporre al Consiglio, ormai pressoché<br />
rassegnato a r<strong>in</strong>unciarvi. “Aspettate! Forse ho trovato!”<br />
<strong>di</strong>ssi <strong>in</strong> Consiglio “Ho <strong>in</strong> mente una persona che, se riesco a<br />
conv<strong>in</strong>cerla, è proprio quella giusta”.<br />
Incredulo, il Consiglio mi <strong>di</strong>ede carta bianca e io <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciai<br />
a “corteggiare” la maestr<strong>in</strong>a <strong>di</strong> R<strong>in</strong>o. Scoprii che si<br />
chiamava Domenica, viveva con la madre anziana: l’idea <strong>di</strong><br />
condurre il Rifugio la seduceva, ma problemi famigliari le<br />
rendevano alquanto <strong>di</strong>fficile la sua realizzazione.<br />
F<strong>in</strong>ché a forza <strong>di</strong>… “dai e dai”, come si usa <strong>di</strong>re, riuscii a<br />
conv<strong>in</strong>cerla sia pure con una riserva: che accettassi la collaborazione<br />
<strong>di</strong> amiche e colleghe <strong>di</strong>sponibili a darle il cambio<br />
al Rifugio così che lei potesse alternare brevi perio<strong>di</strong> al Rifugio<br />
con la doverosa assistenza alla madre.<br />
Accettai subito la proposta, almeno a titolo <strong>di</strong> esperimento,<br />
nella certezza che le persone da lei scelte a collaborare<br />
sarebbero state all’altezza dell’<strong>in</strong>carico. E così fu: l’esperimento<br />
riuscì positivo, visto l’apprezzamento degli escursionisti<br />
che, attratti dalla schietta ospitalità del Rifugio, venivano<br />
sempre più numerosi a scoprire le bellezze <strong>di</strong> questa valle<br />
per troppo tempo sconosciuta.<br />
Fu anche un periodo <strong>di</strong> rodaggio per Domenica che pian<br />
piano com<strong>in</strong>ciò a <strong>in</strong>namorarsi del Rifugio f<strong>in</strong>ché, trovato il<br />
suo Davide, con<strong>di</strong>vise con lui questo amore.<br />
Cara Domenica,<br />
oggi sono passati 35 anni da quei nostri primi contatti,<br />
durante i quali hai risposto pienamente ai requisiti che <strong>in</strong>izialmente<br />
avevo richiesto, con la cont<strong>in</strong>uità e la grande de<strong>di</strong>zio-<br />
Rifugi e bivacchi<br />
ne, l’amore per il “tuo” Rifugio. Tante vicende sono passate,<br />
momenti <strong>di</strong> serenità e <strong>di</strong> allegria alternati ad altri meno gioiosi<br />
come succede <strong>in</strong> ogni famiglia. Ma su al Rifugio le contrarietà<br />
spesso aumentano: le con<strong>di</strong>zioni atmosferiche avverse, i<br />
lavori <strong>di</strong> manutenzione e ampliamento, spesso fonte <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagi<br />
e contrasti, le <strong>in</strong>comprensioni col Cai e la reazione del tuo<br />
focoso marito che tu sempre riuscivi a stemperare con la tua<br />
pacata serenità.<br />
Ma ora che lo lasci, il Rifugio è almeno raddoppiato da<br />
quel lontano 1975 grazie sì agli <strong>in</strong>terventi f<strong>in</strong>anziari del Cai,<br />
ma anche grazie a te e al tuo Davide che tanto lavoro e tante<br />
fatiche vi avete profuso, ricompensati dall’affetto e dalla stima<br />
<strong>di</strong> coloro che vi hanno conosciuto.<br />
Affetto e stima che son rimasti nel mio cuore come la vostra<br />
affettuosa accoglienza <strong>in</strong> uno degli ultimi momenti felici<br />
della mia vita e <strong>di</strong> cui serberò per sempre un grato ricordo.<br />
Adamello 112 – pag. 23