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Storia<br />
La voce<br />
della montagna<br />
Borno e il CAI <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong><br />
ricordano le tragiche<br />
giornate del 1944<br />
<strong>di</strong> Francesco Invers<strong>in</strong>i<br />
<br />
È noto l’ammonimento degli storici: “Guai a quei popoli<br />
che non hanno memoria storica: sono dest<strong>in</strong>ati a ripetere gli<br />
errori del passato”.<br />
Proprio per ricordare, per fare memoria, il 18 agosto, fortemente<br />
voluta dal coro “AMICI DEL CANTO”, supportato<br />
dalla locale sezione CAI e dall’Amm<strong>in</strong>istrazione Comunale,<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Giulio Francesch<strong>in</strong>i (storico del CAI <strong>Brescia</strong>) e alcuni rappresentanti<br />
della Protezione Civile<br />
<br />
<br />
rollario alla manifestazione<br />
pag. 8 – Adamello 112<br />
<br />
Quello che resta oggi del Rifugio Coppellotti<br />
si è svolta la manifestazione dal titolo suggestivo “LA VOCE<br />
DELLA MONTAGNA”. Essa era particolarmente de<strong>di</strong>cata alla<br />
locale sezione del Gruppo ANA, <strong>in</strong> occasione della celebrazione<br />
del 65° <strong>di</strong> fondazione.<br />
Dopo la celebrazione della messa, a quota 1830m s.l.m.<br />
ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> una delle più belle cime delle Piccole Dolomiti: il<br />
Pizzo Cam<strong>in</strong>o (2492m), è arrivato il momento della memoria.<br />
Sulla spianata <strong>di</strong>ssem<strong>in</strong>ata <strong>di</strong> macereti, avevano sicuramente<br />
attirato l’attenzione dei numerosi presenti i ruderi <strong>di</strong><br />
costruzioni e cumuli <strong>di</strong> macerie: non si tratta <strong>di</strong> costruzioni<br />
d’alpeggio ma quanto resta del bellissimo Rifugio Coppellotti<br />
del CAI <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> e delle strutture d’un accampamento<br />
tedesco qui <strong>in</strong>se<strong>di</strong>atosi nel 1944.<br />
I tedeschi erano arrivati nella conca <strong>di</strong> Varicla tra la fi ne <strong>di</strong><br />
maggio e i primi <strong>di</strong> giugno; uffi cialmente per corsi <strong>di</strong> roccia<br />
per uffi ciali: Alpenjaeger. Avevano ottenuto dalla Sezione CAI<br />
<strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> l’uso del Rifugio <strong>in</strong>titolato a N<strong>in</strong>o Coppellotti. Era<br />
una costruzione <strong>in</strong> muratura con sassi a vista, <strong>di</strong> due piani<br />
più una mansarda, <strong>in</strong>iziata nel 1932 e <strong>in</strong>augurata due anni<br />
dopo <strong>in</strong> onore dell’eroe della prima guerra mon<strong>di</strong>ale, grande<br />
amante <strong>di</strong> queste montagne e fi gura gran<strong>di</strong>ssima dell’alp<strong>in</strong>ismo<br />
bresciano. I tedeschi si erano assunto anche l’impegno<br />
<strong>di</strong> ampliarlo.<br />
A turno, una trent<strong>in</strong>a tra uffi ciali e truppa si davano il<br />
cambio, salendo da Boario ove avevano sede i coman<strong>di</strong> della<br />
Wermacht e delle SS. Qui però salivano solo militari dell’esercito<br />
regolare. In quel periodo era <strong>in</strong> atto la formazione <strong>di</strong><br />
una l<strong>in</strong>ea <strong>di</strong>fensiva che, partendo da Bessimo, saliva ai passi<br />
della Presolana e della Man<strong>in</strong>a: la Blaul<strong>in</strong>ie; forse la presenza<br />
tedesca nella conca <strong>di</strong> Varicla era un r<strong>in</strong>forzo al progetto.<br />
Forse, più semplicemente, non volevano abbandonare alle<br />
formazioni partigiane una postazione così importante; secondo<br />
la voce popolare <strong>in</strong>vece gli uffi ciali erano rampolli <strong>di</strong><br />
personaggi importanti dell’esercito, qui imboscati per tenerli<br />
lontani dal fronte della L<strong>in</strong>ea Gotica.<br />
Ingaggiata una trent<strong>in</strong>a <strong>di</strong> persone <strong>di</strong> Borno e paesi limi-