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16 giugno 2007 - VicenzaPiù

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23 personaggi <strong>16</strong> GIUGNO <strong>2007</strong><br />

Alessio Camuffo, della Pasticceria artigiana, da 47 anni sforna dolci e pastine. Seguendo le ricette di una volta. E la simpatia per il Carroccio di Bossi<br />

Dalla Vitti al Senatùr, cinquant’anni di dolcezza<br />

Di lucA MATTeAzzi<br />

Dietro il bancone,<br />

accanto<br />

a bigné, cannoli<br />

e tortini alla<br />

frutta, spuntano<br />

dolci che in pochi<br />

ormai sono<br />

in grado di riconoscere:<br />

la<br />

pazientina, la bresciana, la palladiana<br />

e, quando è stagione, anche le<br />

zeppole, la putana e il castagnaccio.<br />

Torte come quelle che facevano<br />

le nonne, preparate con la stessa<br />

cura, la stessa passione, lo stesso<br />

sapere antico. Alessio Camuffo, in<br />

mezzo ai pasticcini e alle meringhe<br />

ci ha passato una vita e, come lui<br />

stesso sottolinea con una punta di<br />

orgoglio, può dire di averne viste<br />

davvero di tutti i colori da quando,<br />

poco più che tredicenne, lasciò una<br />

poverissima Chioggia per cercare<br />

fortuna nella Vicenza dell’epoca:<br />

che era sì povera, ma dove almeno<br />

si trovava un lavoro e qualcosa da<br />

mettere sotto i denti. “Ho cominciato<br />

a tredici anni, finite le medie,<br />

perché all’epoca per avere qualcosa<br />

da magnare funzionava così<br />

– racconta insieme alla moglie<br />

Maria Rosa Zanzerin, da sempre la<br />

sua prima collaboratrice –. Quindi<br />

sono 47 anni che faccio il pasticcere,<br />

da quando a Vicenza c’erano<br />

solo tre pasticcerie: io sono andato<br />

a bottega da Padovan e Fabris, in<br />

via Vescovado. Eravamo in dieci,<br />

dodici, a lavorare, lì, e servivamo<br />

tutta Vicenza”.<br />

Anni di gavetta duri, a volte durissimi.<br />

“C’era da piangere, c’era un<br />

rapporto molto<br />

severo, a volte<br />

duro. Ma mi è<br />

servito, eccome”,<br />

ricorda. Anche<br />

perché non è che<br />

i maestri fossero<br />

poi così prodighi<br />

di consigli. “Anzi<br />

– aggiunge –.<br />

Erano gelosissimi,<br />

nessuno ti insegnava<br />

niente:<br />

qualche volta ti<br />

spiegavano qualcosa,<br />

ma il lavoro<br />

dovevano farlo<br />

loro. E noi dovevamo guardare e<br />

imparare, rubare il mestiere con<br />

gli occhi. Io ho rubato, ho rubato<br />

tanto, e questo mi ha aiutato<br />

a maturare e a capire quanto è<br />

meraviglioso questo mondo”.<br />

La bottega in via Medici. Ora i clienti<br />

cercano soprattutto la qualità<br />

Sbircia i segreti della crema pasticcera<br />

oggi, controlla il trucco per una<br />

pasta frolla a regola d’arte domani,<br />

dopo una decina d’anni Alessio<br />

Alessio Camuffo con la moglie Maria Rosa<br />

decide di tentare l’avventura di un<br />

laboratorio proprio. “Con una paura<br />

tremenda, perché non sapevo se<br />

ce l’avrei fatta – ricorda –. E senza<br />

l’incoraggiamento e il sostegno<br />

di mia moglie forse non mi sarei<br />

buttato. Poi abbiamo aperto, e nel<br />

primo giorno abbiamo guadagnato<br />

140 mila lire. Da non credere”.<br />

Invece era tutto vero, e da allora<br />

la gente ha continuato a fare la fila<br />

per le specialità della casa. Su tutte<br />

lo Zuccotto, un dolce senese la cui<br />

ricetta è stata portata a Vicenza niente<br />

popò di meno che da Monica<br />

Vitti. “Era qui per un film, credo<br />

Signore e Signori, e ha lasciato<br />

questa ricetta alla signora del bar<br />

Roma a piazza Castello, la quale<br />

l’ha data a me e al mio padrone. Ci<br />

abbiamo messo un bel po’ a capire<br />

come farlo, ma alla fine ci siamo<br />

riusciti. E ancora adesso lo faccio<br />

allo stesso modo. A dire il vero,<br />

però, le nostre sono tutte specialità:<br />

sceglierne<br />

una sarebbe fare<br />

un torto alle altre,<br />

perché le faccio<br />

tutte con la stessa<br />

cura”.<br />

E con la stessa artigianalità,<br />

fatta<br />

di passione e di<br />

rispetto della tradizione.<br />

Perché su<br />

una cosa Camuffo<br />

non transige: nel<br />

suo laboratorio<br />

si lavora come si<br />

faceva una volta<br />

una volta. Certo, forni e tavoli di<br />

lavoro sono moderni, tirati e lucido<br />

e splendenti (“Quando ho<br />

cominciato c’era una sporcizia che<br />

nemmeno vi immaginate” rievoca<br />

ridendo), ma il resto non è cambiato:<br />

la crema si fa ancora a mano<br />

nelle pentole di rame e non con le<br />

macchine (“se non viene fuori una<br />

pappetta”), gli ingredienti sono<br />

tutti freschi (“niente preparati arti-<br />

ficiali o robe industriali”), le paste<br />

sono ancora fatte in giornata (“niente<br />

abbattitori che conservano i<br />

dolci anche per una settimana”).<br />

Solo così, spiega, si riesce a tenere<br />

il passo di un mercato che cambia<br />

a grande velocità. “Gli ultimi anni<br />

sono stati i più difficili – conferma<br />

–. Una volta si vendevano centinaia<br />

di paste al giorno, la domenica<br />

anche mille, millecinquecento: a<br />

volte non riuscivi proprio a stare<br />

dietro alle richieste. Adesso non<br />

è più così: mi sembra quasi che<br />

la pasticceria sia sottovalutata. Io<br />

sopravvivo con la professionalità,<br />

perché se mi accorgo che qualcosa<br />

non va più ne so fare altre cinquanta.<br />

Ma i giovani come fanno?”<br />

Il suo è un grido di allarme: i pasticceri<br />

che sanno cogliere tutte le<br />

sfumature della lavorazione, i piccoli<br />

dettagli che alla fine fanno la<br />

differenza, stanno scomparendo.<br />

Chi, al giorno d’oggi, è capace di<br />

fare uno zuccotto come si deve,<br />

con il giusto dosaggio di creme,<br />

la giusta miscela di cacao, e con<br />

quel tocco di mandarino così leggero<br />

eppure così fondamentale?<br />

“Ormai manca anche una certa<br />

professionalità, le scuole non<br />

riescono più a insegnare ai ragazzi<br />

la ricchezza e la complessità<br />

del mestiere – sottolinea –. Così<br />

si rischia di finire ad utilizzare<br />

la creme artificiali: ma questa<br />

non è un’alimentazione sana. È<br />

un’alimentazione che poi paghi in<br />

farmacia. Per questo,<br />

se mi accetteranno,<br />

quando andrò in pensione<br />

mi piacerebbe<br />

andare ad insegnare.<br />

Per non perdere le<br />

tradizioni di una<br />

volta, perché bisogna<br />

andare avanti guardando<br />

sempre un po’<br />

indietro”.<br />

La pensione, però<br />

è lontana. Il futuro<br />

prossimo è fatto ancora di millefoglie,<br />

zaletti e panettoni che<br />

spesso finiscono in tavolate illustri.<br />

Le fotografie appese alla<br />

parete della pasticceria lo ritrag-<br />

La pazientina,<br />

la palladiana,<br />

le zeppole,<br />

la putana, il<br />

castagnaccio.<br />

Alla scoperta<br />

dei dolci<br />

dimenticati<br />

gono in compagnia del sindaco<br />

Enrico Hüllweck, del presidente<br />

della circoscrizione 5 Marco<br />

Bonafede, e di una lunga schiera<br />

di esponenti del Carroccio, da<br />

Roberto Maroni a Roberto Castelli,<br />

dal giovane deputato Alberto<br />

Filippi al senatùr Umberto Bossi,<br />

che quando capita da queste parti<br />

una capatina nel laboratorio di<br />

via Medici la fa spesso, e chiede<br />

immancabilmente delle torte<br />

decorate di verde. Le simpatie<br />

politiche, insomma, non sono<br />

certo un mistero. Ma le soddisfazioni<br />

più forti, probabilmente,<br />

sono quelle che arrivano dalla<br />

gente comune. La vecchina ultracentenaria<br />

che prenota sempre la<br />

torta di compleanno, la giovane<br />

coppia che manda<br />

una foto della fi-<br />

glioletta davanti al<br />

dolce del battesimo,<br />

il militare italiano<br />

in Iraq che spedisce<br />

una cartolina per<br />

ringraziare dei panettoni<br />

ricevuti per<br />

Natale. E i giovani<br />

che ricominciano a<br />

fare capolino tra la<br />

clientela: “I ragazzi<br />

tra i 30 e i 35 anni<br />

sono i nuovi buongustai – conferma<br />

Camuffo –. Tornano a chiedermi<br />

le torte di una volta, quelle<br />

che piacciono a me. Questa sì che<br />

è una soddisfazione”.<br />

C.M. SERVICE<br />

S.R.L.<br />

NOLEGGIO E ASSISTENZA<br />

COPIATRICI - FAX - STAMPANTI<br />

Divisione tecnica della Tecnocopy di G. Casarotti<br />

Via Olmo 40 – 36051 Creazzo (VI)<br />

Telefono e Telefax 0444/340660-340739<br />

E-mail info@tecnocopyvi.it

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