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16 giugno 2007 - VicenzaPiù

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31 tempo libero <strong>16</strong> GIUGNO <strong>2007</strong><br />

Popcorn. In La voltapagine il dramma esistenziale di una donna ferita. Tutto comincia con un pianoforte…<br />

Se voltare pagina apre la via dell’inferno<br />

Di giuliAno corà<br />

Mélanie ha undici<br />

anni, studia<br />

pianoforte. I<br />

suoi genitori apprezzano<br />

il suo<br />

talento, e Mélanie<br />

li ricompensa<br />

con un fortissimo<br />

senso<br />

del dovere. Ma arriva il concorso<br />

che dovrà decidere del suo futuro.<br />

Nella giuria, una famosa pianista,<br />

il cui comportamento durante<br />

l’audizione sconvolge la piccola:<br />

superficiale e vanagloriosa, riesce<br />

ad impedirle di esprimersi al<br />

meglio. Mélanie esce dalla sala.<br />

Di giovAnni MAgAloTTi<br />

È il 28 ottobre<br />

1970, quando<br />

all’aeroporto di<br />

Istanbul, il giovane<br />

americano<br />

Billy Hayes, di<br />

ritorno da una<br />

vacanza, viene<br />

scoperto con<br />

due chili di hashish incollati al<br />

corpo, e portato di peso in carcere.<br />

I suoi genitori e il console<br />

statunitense si prodigano per lui,<br />

ma senza risultati apprezzabili.<br />

Una prima sentenza lo condan-<br />

Potrebbe riprovare, ma qui non<br />

si tratta di un concerto andato<br />

male: quello che è stato infranto<br />

è il rispetto, il senso della sua dignità.<br />

Tornata a casa, chiude a<br />

chiave il piano: è la<br />

chiusura irrimediabile<br />

di quella fase della<br />

sua esistenza. La ritroviamo<br />

circa dieci anni<br />

dopo, a Parigi. E’ bella,<br />

fine, elegante. Non le è<br />

difficile introdursi nella<br />

cerchia più intima della<br />

pianista, nel frattempo<br />

divenuta una donna fragile ed insicura:<br />

ne carpirà i moti più intimi<br />

dell’animo, si insinuerà in lei,<br />

fino a distruggere totalmente la<br />

na a quattro anni. A<br />

quarantatré giorni<br />

dall’estinzione della<br />

pena, il tribunale<br />

di Ankara converte<br />

la prima sentenza<br />

in ergastolo: la Turchia,<br />

tirata in ballo<br />

dal presidente americano<br />

Nixon per il<br />

traffico internazionale<br />

di droga, vuole<br />

mandare un segnale<br />

forte alla comunità<br />

internazionale. E al<br />

povero americano,<br />

costretto a subire<br />

sua vita. La voltapagine di Denis<br />

Dercourt è una di quelle perle che<br />

spesso il cinema francese ci regala:<br />

un’indagine introspettiva che<br />

arriva nel più profondo dell’animo<br />

umano. Misurato,<br />

quasi freddo nei movimenti<br />

e nelle situazioni, il film si<br />

snoda senza colpi di scena,<br />

ma allineando sequenze<br />

equilibrate e spesso, nella<br />

loro semplicità, intensissime:<br />

una per tutte,<br />

l’inquadratura finale di<br />

Mélanie che cammina sulla<br />

strada. Più che una banale storia<br />

di vendetta, è la storia di un cuore<br />

spezzato, dell’immensità del dolore<br />

che vi può albergare, e del-<br />

ogni giorno le angherie<br />

dei secondini, non<br />

rimane che la speranza<br />

di una fuga. L’evasione<br />

si materializza<br />

fortunosamente qualche<br />

anno dopo. Solo<br />

allora Billy Hayes può<br />

fare ritorno, da clandestino,<br />

negli Stati<br />

Uniti.<br />

Questa sintesi ricorderà<br />

forse ad alcuni<br />

lettori la trama di un<br />

bel film di trent’anni<br />

fa: “Fuga di mezzanotte”<br />

del regista in-<br />

la ferocia che<br />

può esprimere.<br />

Una ferocia ‘a<br />

misura di Mélanie’:<br />

tanto<br />

era diligente<br />

e corretta da<br />

bambina, tanto<br />

metodica è ora<br />

nel suo percorso,<br />

che segue<br />

l u c i d a m e n t e<br />

fino in fondo.<br />

Ottima senz’altro<br />

Catherine Frot nella parte<br />

della pianista, ma prodigiosa la<br />

bella Deborah François (il misero<br />

L’enfant, dei Fratelli Dardenne,<br />

nel 2005, non le aveva certo reso<br />

Deborah François prodigiosa nel ruolo di vendicatrice<br />

glese Alan Parker. Ma probabilmente<br />

non tutti sanno che il film<br />

è tratto dal volume omonimo,<br />

best seller in America,<br />

che solo oggi arriva in<br />

Italia grazie a Newton &<br />

Compton. Scritto dall’autentico<br />

protagonista della<br />

vicenda, Billy Hayes, e dal<br />

giornalista William Hoffer,<br />

il romanzo è la lucida testimonianza<br />

un percorso di<br />

degrado fisico e morale che<br />

a tratti pare irreversibile.<br />

Se alla fine degli anni ’70 il romanzo<br />

e il film denunciavano<br />

lo spaventoso stato di abiezione<br />

giustizia) in quella di Mélanie, capace<br />

di esprimere tutto un intero<br />

universo interiore solo per gesti<br />

minimi, per moti del volto appena<br />

accennati.<br />

Sul comodino. La vicenda di Billy Hayes nelle terribili carceri turche. Così simili a Guantanamo ed Abu Ghraib<br />

Un americano in fuga. Dall’orrore del carcere<br />

William Hoffer<br />

umana all’interno delle galere<br />

turche, oggi, alla luce delle notizie<br />

e delle immagini di<br />

Abu Ghraib e Guantanamo,<br />

l’effetto è quantomeno<br />

straniante. Seppure<br />

a parti inverse, la<br />

storia si ripete: carnefici<br />

e vittime si sono solo<br />

scambiati di posto nel<br />

macabro balletto della<br />

crudeltà.<br />

Billy Hayes, William Hoffer,<br />

Fuga di mezzanotte,<br />

Newton & Compton,<br />

315 pp., € 8,90

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