16 giugno 2007 - VicenzaPiù
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4 fatti¬izie <strong>16</strong> GIUGNO <strong>2007</strong><br />
Di Alessio MAnnino<br />
HOTEL RISTORANTE PIZZERIA<br />
CENTRO CONGRESSI<br />
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Ma perché<br />
Giancarlo Galan,<br />
il Galan<br />
Grande, l’onnipotenteGovernatore<br />
al terzo<br />
mandato, si<br />
accapiglia con<br />
fare così acrimonioso<br />
contro chi comanda<br />
a Vicenza? Una provincia dove<br />
il centrodestra - di cui lui in<br />
Veneto è il pontefice massimo<br />
– sbanca regolarmente ogni tornata<br />
elettorale e incorona il suo<br />
partito, Forza Italia, in un indiscutibile<br />
primo posto. Ce l’ha<br />
coi vicentini, il Doge Azzurro?<br />
Il caso Vicenza<br />
Non esattamente. Il duello rusticano<br />
tra il partito berlusconiano<br />
di osservanza galaniana (che ha<br />
il suo dominus locale nell’euroonorevole<br />
Lia Sartori) e i vertici<br />
di Assindustria (la coppia di ferro<br />
Calearo-Amenduni) lo abbiamo<br />
a lungo sviscerato nelle ultime<br />
settimane: la tormentata e<br />
discussa proroga straordinaria<br />
all’inquilino di Palazzo Bonin<br />
Longare, il ricorso giudiziario<br />
dell’outsider Zampieri e soprattutto<br />
quello in arrivo di Elio<br />
Marioni (considerato vicino alla<br />
Sartori), la guerriglia quotidiana<br />
ingaggiata con il Giornale di<br />
Vicenza, gazzetta assindustriale<br />
che non ha lesinato attacchi in<br />
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Il governatore sferra un attacco preventivo ad Assindustria,<br />
sempre più incline alla “spallata”<br />
L’ira del Galan Grande<br />
e il duello con Calearo<br />
Il governatore della Regione Giancarlo Galan (a sinistra) e il presidente di Assindustria Vicenza Massimo Calearo<br />
prima pagina alla leadership<br />
forzista, e da ultimo impegnata<br />
in un’inchiesta a puntate<br />
sul project financing della Pedemontana<br />
veneta, tacciato di<br />
prendere la sospetta strada dei<br />
soliti privati legati a filo doppio<br />
con la politica (come, guarda<br />
caso, lo studio Altieri di Thiene,<br />
il cui titolare era il compagno<br />
della Sartori). Una guerra di posizione<br />
che va avanti da anni per<br />
mettere le mani sul tesoro politico<br />
di proprietà Assindustria:<br />
il monopolio di fatto dell’informazione<br />
vicentina. E fin qui è la<br />
posta in gioco tutta locale. Ma<br />
non c’è solo questo: l’associazione<br />
di piazza Castello è la ter-<br />
Dal 1949<br />
nel cuore<br />
del Veneto<br />
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za in Italia per fatturato dei suoi<br />
iscritti e il suo peso all’interno<br />
di Confindustria è notevole.<br />
Tanto è vero che Calearo è diventato<br />
presidente nazionale di<br />
Federmeccanica, una delle più<br />
delicate sezioni dell’industria<br />
italiana. Aprire una breccia nel<br />
regno di Sua Maestà Cordero di<br />
Montezemolo facendovi infiltrare<br />
truppe fresche dai labari<br />
azzurri sarebbe un colpaccio da<br />
servire agghindato di polenta<br />
e cortesia veneta al Gran Capo<br />
Silvio.<br />
La “cupola”<br />
Per tutte queste ragioni Galan<br />
l’ha giurata a Calearo e ai<br />
suoi – in primis al direttore del<br />
Giornale di Vicenza, Giulio Antonacci<br />
– arrivando a parlare di<br />
una “cupola” che terrebbe sotto<br />
scacco la città del Palladio. Menarin,<br />
neo-presidente della Fiera<br />
entrata nell’orbita degli industriali<br />
e loro uomo di fiducia, l’ha<br />
accusato di essere un “razzista”,<br />
un intollerante prevaricatore<br />
che non accetta che non gli si<br />
obbedisca. Galan non s’è svegliato<br />
un buon mattino con la<br />
luna storta contro Vicenza. Galan<br />
conduce una battaglia di potere<br />
uguale e contraria a quella<br />
della cordata che fa riferimento<br />
a Calearo e che come portavoce<br />
ha Antonacci e Menarin. E questo<br />
perché non si fa una ragione<br />
del fatto che in un’enclave occupata<br />
dal centrodestra debba<br />
fare il bello e il cattivo tempo<br />
un’alleanza di imprenditori (il<br />
Quadrilatero Calearo-Amenduni-Ingui-Mezzalira,<br />
con Zo-<br />
nin esterno e non belligerante)<br />
anziché i partiti, o meglio, il<br />
suo partito, Forza Italia. E’ una<br />
storia vecchia come il cucco: i<br />
politici e i capitani d’impresa<br />
giocano una perenne partita a<br />
scacchi su quale dei due gruppi<br />
debba prevalere sull’altro. Ora,<br />
non è che Calearo amoreggi col<br />
centrosinistra, benché il suo<br />
nume tutelare, Montezemolo,<br />
da bravo erede di casa Agnelli<br />
sia governativo a prescindere<br />
dal colore del governo. E’ che<br />
la classe imprenditoriale, oggi,<br />
aspira e traffica per soverchiare<br />
quella politica, e il j’accuse dalla<br />
curiosa tempistica di fine mandato<br />
del regale Cordero contro<br />
la casta sprecona<br />
e corrotta è stato il<br />
segnale che ha fatto<br />
drizzare le orecchie<br />
a chi, delle esigenze<br />
e dei lamenti<br />
del ceto padronale,<br />
intende conservare<br />
la rappresentanza<br />
di riferimento.<br />
Cioè appunto Forza<br />
Italia. Ecco il perché<br />
dell’accelerata<br />
furiosa di Galan: il<br />
timore che la pre-<br />
miata ditta Confindustria si<br />
metta in proprio e scavalchi,<br />
magari scendendo direttamente<br />
‘in campo’, la ragione sociale<br />
del Cavaliere e dei sui vassalli e<br />
dogi.<br />
L’incognita Calearo<br />
Che farà Calearo l’anno prossimo,<br />
quando non potrà più<br />
accampare diritti e ulteriori<br />
Una guerra<br />
di posizione<br />
per il tesoro<br />
politico di<br />
Assindustria:<br />
il monopolio<br />
della<br />
informazione<br />
vicentina<br />
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proroghe sul trono di Assindustria?<br />
Ce lo immaginiamo, Galan,<br />
che nell’incertezza di avere<br />
una risposta a questa domanda<br />
decide così di partire all’offensiva<br />
con un fuoco di sbarramento<br />
che metta da subito in chiaro<br />
che chi voglia impadronirsi dei<br />
palazzi della politica deve pagare<br />
pedaggio al partito azzurro.<br />
In questo risiko dall’esito imprevedibile<br />
s’è infilata Alleanza<br />
Nazionale, sempre più vicina<br />
alla lobby industriale. Non è<br />
un caso che si sia fatta avanti<br />
nel rivendicare la candidatura a<br />
sindaco per l’anno prossimo. E’<br />
tutto da vedere, tuttavia, quanto<br />
lungo è il fiato di questa pericolosa<br />
posizione che mette Berlato<br />
e le due doppiette aenniste in<br />
oggettiva rotta di collisione con<br />
l’alleato forzista. Dalla loro, Galan<br />
e la Sartori hanno i numeri:<br />
l’elettorato di centrodestra ha<br />
il suo baricentro in Forza Italia,<br />
punto. Ma se i poteri forti<br />
locali riusciranno a piegare gli<br />
strepiti galaniani, i due dovranno<br />
scendere a patti. Molto<br />
dipenderà dall’evoluzione del<br />
quadro politico nazionale: se il<br />
governo Prodi non dovesse farcela<br />
a superare il secondo anno,<br />
il rimescolamento di carte che<br />
ne seguirebbe potrebbe aprire<br />
varchi all’intraprendenza degli<br />
industriali. Quel che è certo è<br />
che anche qui a Vicenza il match<br />
elettorale vedrà sempre centrodestra<br />
e centrosinistra l’un<br />
contro l’altro armato.<br />
La differenza la<br />
faranno il ruolo e<br />
le scelte di Palazzo<br />
Bonin Longare: un<br />
esponente degli imprenditoricandidato<br />
sindaco (magari<br />
lo stesso Calearo, se<br />
non si sarà già installato<br />
in qualche<br />
altra poltrona, vedi<br />
pagina 11)? Il salto<br />
del fosso e la benedizioneassindustriale<br />
di un cartello Ulivo-Carollo-Udc<br />
(come, fatte le debite<br />
differenze, avvenne nel 1998,<br />
quando il Giornale di Vicenza<br />
tifava per il centrosinistra contro<br />
Hullweck)? Oppure – forse<br />
la previsione più probabile – un<br />
compromesso fra nemici, tra<br />
Sartori-Galan e il potente Quadrilatero?<br />
Ne vedremo delle<br />
belle.